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Quando il potere ha difficoltà cambia le leggi di riferimento
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Editoriale di Vincenzo Donvito Maxia
22 ottobre 2024 12:38
 

Quando il potere ha difficoltà cambia le leggi di riferimento. E’ quanto ha prospettato il presidente del Senato rispetto alla divisione dei poteri tra esecutivo e giudiziario, a seguito delle vicende sui migranti tradotti in Albania che hanno evidenziato l'inutilità della costruzione dei lager per migranti  in quel Paese. Le sentenze non piacciono? Rendiamo meno separato il potere giudiziario da quello esecutivo… anche se quest’ultimo, nel frattempo, sembra non abbia fatto i conti con l’oste:  ha approvato una nuova legge che dovrebbe impedire che si ripetano casi come quello albanese, ma la sentenza della Corte di Giustizia Ue è sempre lì: sono i giudici che decidono discrezionalmente caso per caso. Aspettiamo di vedere le proposte di modifica della Costituzione.

Un metodo, quello del cambio leggi, che è spesso utilizzato. 

Un caso - decisamente più modesto -  che riguarda l’attuale maggiore partito di opposizione è accaduto a Firenze nel 2020. Le multe da autovelox installati ovunque per fare cassa venivano sempre impugnate dagli automobilisti e il giudice dava loro ragione: erano fuorilegge, glielo aveva ricordato anche la Cassazione. Il partito di governo a Firenze, invece di mettere in regola gli autovelox, chiese aiuto ai parlamentari e questi ultimi approvarono una norma (decreto semplificazioni 2020) che trasformava in legittimi i rilevatori di velocità che fino al giorno prima erano illegali.

Il “vizietto” di cambiare le leggi a vantaggio del potere in carica, non è quindi una novità. Certo, nel caso dei migranti colpisce che a chiederlo sia il numero Due dello Stato, il presidente del Senato. Ma oggi la destra, ieri la sinistra, che oggi si odiano, non cambia granché: il potere logora chi non ce l’ha (diceva un noto politico del secolo scorso, Giulio Andreotti) e poi, comunque, le vittime sono sempre i deboli, automobilisti vessati da un Comune o migranti che siano.

Poi ci si domanda - senza risposta, secondo quelli al potere - perché gli italiani vanno sempre meno a votare.


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