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Irriverenti perle quotidiane
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L'irriverente di Redazione
28 ottobre 2021 17:30
 
Usare un Green Pass falso è un po' come quella storia delle magliette con la cintura di sicurezza disegnata per imbrogliare i vigili. Magari eviti le sanzioni, poi fai un incidente d'auto e ti rendi conto di come una vera cintura di sicurezza sarebbe servita.
(Legal Weapon. Twitter)

Questa pandemia è come gli smartphone: non fai in tempo ad abituarti a un modello che subito ne esce uno nuovo.
(Gianni Macheda. Italia Oggi)

Aboliamo il lunedì
Molti dei cicli di tempo che governano la nostra vita, l'anno, determinato dal ciclo solare, il mese, dettato da quello lunare, il giorno, scandito invece dal passaggio tra giorno e notte, sono imposti dalla natura, o almeno dall'astrofisica.
Uno però, la settimana di sette giorni, è solo roba nostra, umana, arbitraria. Non corrisponde a nessun ciclo degli astri, tant'è che molte civiltà, compresa quella romana, fino a che nel 321 d.C. l'Imperatore Costantino non impose la «moderna» settimana di sette giorni, ebbero storicamente la settimana di otto giorni.
Artificiale o meno, molti aspetti del comportamento umano, in campi così diversi come l'andamento delle borse, l'acquisto di biglietti Gratta e Vinci, il fenomeno del suicidio e perfino la fedeltà con cui i pazienti mantengono gli appuntamenti medici, rivelano corrispondenze statistiche a precisi ritmi settimanali.Ora, un crescente corpo di ricerche parrebbe avere identificato un elemento specifico che unisce questi comportamenti: la propensione al rischio.
La nostra disponibilità a correre dei rischi scenderebbe in maniera regolare durante la settimana, partendo dal lunedì fino a toccare il suo punto più basso nella giornata di giovedì. La disponibilità a rischiare tornerebbe al suo punto più alto nella giornata di venerdì, il giorno dunque dell'ottimismo…
Studi condotti durante i lockdown anti-Covid avrebbero, inoltre, dimostrato che la «curva emotiva» coinvolta è determinata esplicitamente dalla settimana lavorativa e scompare quando non si va più in ufficio o in fabbrica.
Se tutto questo è vero, e se l'idea di fissare la settimana in sette giorni è solo una scelta arbitraria, allora potremmo benissimo decidere di cambiare ancora la struttura del calendario.
È dibattuta di questi tempi la proposta di adottare una settimana lavorativa di quattro giorni. Ciò lascerebbe un weekend lungo tre giorni, ma anche il weekend è faticoso a modo suo, come sa bene chi ha i figli in casa…
E se scegliessimo, alla maniera dell'Imperatore Costantino, di darci un taglio? Di dichiarare semplicemente che d'ora in poi l'intera settimana, anziché di sette giorni, consiste di soli sei giorni?
Potremmo magari cancellare il lunedì, non se ne sentirebbe la mancanza, lasciando in compenso più venerdì, più ottimismo e più weekend per tutti, dato che la lunghezza dell'anno resterebbe invece inalterata...
(Mercoledì di Rochester – Kames Hanse- Italia Oggi)

Beh, dopo l'immunità di gregge, è inevitabile che spunti il branco.
(GP. Italia Oggi)

Molti vivono, felici, nei fumetti
Molta gente vive di utopie, sogni, racconti di mondi ovattati, come nei fumetti di Walt Disney. Ogni tanto si spinge in letture fantascientifiche che narrano di catastrofiche ecatombi causate da virus criminali creati in laboratorio per distruggere il mondo. Guerre batteriologiche perse in partenza, come le guerre contro Mazinga, poiché combattute contro un nemico potente, ma invisibile, con un esercito di scienziati preso alla sprovvista e privo di risposte scientifiche immediate. Alfieri di questa battaglia con le armi spuntate. Purtroppo, la guerra si sta perdendo a causa del più pesante virus che ha colpito l'umanità da quando esistono i social network: la vox populi. C'è gente che, nonostante affermi che siamo in guerra, non accetta il principio che «se la tutela della salute e della vita dei singoli è un diritto irrinunciabile e sacrosanto, la salvaguardia del genere umano, e a voler essere più pessimisti, la sua salvezza, rappresentano un dovere universale». È la prima legge della guerra: la tutela della comunità al costo della vita, in questa guerra ove tutti siamo soldati, a nostra insaputa. Eroi o vittime, sta a noi la scelta.
(Francesco Rubera. Italia Oggi)

All'ultimo confronto su Skycon Roberto Gualtieri, al candidato del centro destra, Enrico Michetti, avevano chiesto: «Sui diritti civili, Roma, come le appare?». Lui: «Una città stupenda. Diciannove miei amici provenienti da Barcellona hanno appena trascorso una vacanza bellissima. Alla fine sono ripartiti dicendomi entusiasti: sui bus abbiamo sempre viaggiato gratis!» (in realtà, non avevano pagato il biglietto).
(Fabrizio Roncone, Corsera)

In quel Ferragosto 1961, il Muro è ancora un cantiere, ha ancora diversi punti deboli, come quello tra Ruppiner e Bernauer Straße. E a quel punto che un nervoso soldatino est tedesco si decide: ora o mai più. Una piccola folla che si è riunita dietro i ragazzini gli grida in coro: «Komm rüber!», vieni qui! E lui, dopo un'ora di tormenti, non resiste al richiamo: scatta, supera di slancio il filo spinato, lascia cadere il mitra mentre atterra (ne ha svuotato il caricatore per essere più leggero se avesse saltato, racconterà poi) si infila al volo in un'auto della polizia che parte sgommando, come fanno i rapinatori di banche nei film degli anni Settanta. Ma qui il bottino - preziosissimo - è lui, il caporale Schumann.
(Maurizio Pilotti, scrittore. Libertà)
 
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