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2022 – Immigrati: che sia l’anno della nostra primavera demografica!
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La pulce nell'orecchio di Annapaola Laldi
1 gennaio 2022 9:02
 
 “Ed ecco sul tronco
si rompono gemme:

un verde più nuovo dell’erba
che il cuore riposa:
il tronco pareva già morto,
piegato sul botro
.
E tutto mi sa di miracolo;
e sono quell’acqua di nube
che oggi rispecchia nei fossi
più azzurro il suo pezzo di cielo,
quel verde che spacca la scorza
che pure stanotte non c’era
”.

I primi due versi di questa poesia di Salvatore Quasimodo (Specchio, 1930) mi sono balzati nella mente non appena ho sentito parlare alla radio, qualche giorno fa, di un inverno demografico in Italia, una tragedia per la nostra patria. Poi ho saputo che a dirle era stato niente di meno che il papa, ma per me è del tutto ininfluente.

Per me, la situazione difficile di oggi non è una tragedia, ma ci offre, invece, una una grande opportunità che, oltre tutto, può dare linfa nuova al nostro Paese senza aumentare la popolazione mondiale che, ricordiamocelo, nel 2020 toccava già i  7,9 miliardi di persone (concentrate nelle zone più povere del pianeta),  con un incremento di quasi un miliardo di persone dal 2011, mentre per il 2030 si fanno stime che parlano di circa 8 miliardi e mezzo!
 
E dunque, qui, all’ingresso del 2022, mi piace fare un solenne augurio all’Italia, a noi stessi, a tutti coloro che stanno in Italia, siano nati da famiglie italiche da decine di generazioni o da immigrati.
 Che il 2022 sia l’anno della primavera demografica del nostro Paese!
 
IUS SOLI!  
Subito, per tutti i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze, figli/e di immigrati, nati in Italia, e d’ora in poi per tutti i figli di immigrati, che vi nascono e vi nasceranno.

Stime, mi sembra, ragionevoli, dicono che i minori stranieri (fino ai 17 anni di età) senza cittadinanza italiana sono all’incirca un milione (Openpolis ).
Un milione, pensate! E d’un solo colpo! Pensiamoci tutti.
Se l’Italia, per le due realtà effettive che sono l’invecchiamento della popolazione e il calo delle nascite, appare come “il tronco [che] pareva già morto,/piegato sul botro” della poesia sopra citata, ecco che l’immissione di tutta questa infanzia e gioventù lo rivitalizza all’istante.

E’ l’uovo di Colombo.
E ci viene fornito gratuitamente, su un piatto d’argento. Basta una legge. Bastano dei deputati e e senatori lungimiranti! E penso che nel nostro Parlamento ce ne siano a sufficienza per fare questa legge benefica per tutti.
 E, poi, a seguire, anche lo ius culturae per tutti i figli e figlie di immigrati, che, pur nati in altri Paesi, hanno frequentato le scuole in Italia, conseguendo il relativo titolo di studio.
 
Che il 2022 sia l’anno della nostra primavera demografica. Che vede un milione fra bambini/e, ragazzi/e, giovanetti/e, che immettono subito linfa nuova nella nostra società – persone giovani e giovanissime che già si sentono italiane e che non vedono l’ora che questo loro sentire sia riconosciuto e confermato da un documento ufficiale della Repubblica Italiana!
 
E, dunque, suvvia, facciamolo cambiamento di rotta!
Tutta questa infanzia e gioventù, con la sua freschezza, col suo entusiasmo, con la sua riconoscenza, quanta forza può dare al nostro Paese! Quanta gioia può infondere nei nostri cuori finora troppo striminziti, così angusti! Può rivitalizzare la nostra società, e anche questi nostri cuori, rendendoli larghi, accoglienti, a loro volta riconoscenti verso una prospettiva  di vita molto più varia e più ricca di quella che si annuncia oggi.
Appunto il passaggio dal gelo dell’inverno al tepore della primavera!
 
Che il 2022 sia l’anno della nostra primavera demografica!
  
 
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