
Due giorni fa, il 30 marzo, le comunità islamiche hanno celebrato solennemente la Festa di Eid al-Fitr che segna il termine del mese di digiuno e penitenza denominato Ramadan.
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha rivolto un breve e pregnante messaggio di augurio “
ai concittadini e alle donne e agli uomini di fede islamica che trascorrono in Italia la festa di Eid al-Fitr”.
Un messaggio importante che dimostra come Mattarella sia veramente il Presidente di tutti gli Italiani e Italiane e un amico di coloro che, pur non essendo cittadini di questo Paese, vivono qui, lavorando e contribuendo al progresso e al benessere dell’Italia.
Personalmente mi rallegro di questa iniziativa che, però, è per me doloroso constatarlo, è rimasta l’unica a livello di alte autorità civili. Infatti, pur avendo cercato un messaggio analogo da parte del Governo, non ho trovato niente, segno che Giorgia Meloni e i suoi alleati non considerano degni di attenzione coloro che non corrispondono ai loro parametri, che non si capisce bene quali siano.
Non certo la religione cattolica, perché sia il Papa sia i vescovi italiani hanno inviato calorosi messaggi di auguri alle diverse Comunità islamiche sparse nel nostro Paese, e in diversi casi, come, ad esempio,
a Prato , hanno offerto agli islamici spazi di loro competenza per festeggiare degnamente la fine del Ramadan.
Non insisto nella critica, peraltro per me doverosa, a questo Governo per la sua insipienza, per usare un generoso eufemismo, ma desidero piuttosto dare spazio agli esemplari messaggi del Presidente della Repubblica e di Papa Francesco che fece i suoi auguri ai musulmani già all’inizio del Ramadan, suggerendo, nerl contempo, a chi è interessato, di concedersi una passeggiata sul web per cercare autonomamente altri esempi di amicizia manifestati agli islamici da autorità civili e religiose sparse per la penisola.
Dichiarazione del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della fine del Ramadan (Eid Al Fitr)
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Sono lieto di porgere i migliori auguri ai concittadini e alle donne e agli uomini di fede islamica che trascorrono in Italia la festa dell'Eid al Fitr.
Tra gli elementi fondamentali della convivenza civica in Italia risaltano il pluralismo religioso, il rifiuto di ogni forma di discriminazione basata sulla adesione a un credo, la libertà di culto.
Nel rispetto di tali principi costituzionali, la Repubblica mantiene fermo l'impegno contro l'estremismo e l'intolleranza.
È doloroso constatare che anche quest'anno il raccoglimento proprio del mese di Ramadan sia stato turbato da violenze inaccettabili e da perduranti tensioni, soprattutto in Medio Oriente.
Ai sentimenti di solidarietà nei confronti dei civili innocenti che subiscono i drammatici effetti delle crisi in atto, aggiungo l'auspicio che venga raccolto il messaggio di pace e fratellanza espresso dalle religioni».
Messaggio di papa Francesco del 4 febbraio scorso attraverso il Dicastero per il Dialogo interreligioso
(il grassetto è redazionale)
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Cari fratelli e sorelle musulmani,
all’inizio del mese di Ramadan il Dicastero per il Dialogo Interreligioso vi porge i suoi più calorosi saluti e la sua amicizia. Questo periodo di digiuno, preghiera e condivisione è un’occasione privilegiata per avvicinarsi a Dio e rinnovarsi nei valori fondamentali della fede, della compassione e della solidarietà. Quest'anno il Ramadan coincide in gran parte con la Quaresima, che per i cristiani è un periodo di digiuno, supplica e conversione a Cristo. Questa vicinanza nel calendario spirituale ci offre un’opportunità unica di camminare fianco a fianco, cristiani e musulmani, in un percorso comune di purificazione, preghiera e carità. Per noi cattolici è una gioia condividere questo momento con voi, perché ci ricorda che siamo tutti pellegrini su questa terra e che stiamo tutti cercando di “vivere una vita migliore”. Quest’anno desideriamo riflettere con voi non solo su ciò che possiamo fare insieme per “vivere una vita migliore”, ma soprattutto su ciò che vogliamo diventare insieme, come cristiani e musulmani, in un mondo in cerca di speranza. Vogliamo essere semplici collaboratori per un mondo migliore o autentici fratelli e sorelle testimoni comuni dell’amicizia di Dio con tutta l’umanità?
Più che un semplice mese di digiuno, noi cattolici consideriamo il Ramadan come una scuola di trasformazione interiore. Astenendosi dal cibo e dalle bevande, i musulmani imparano a controllare i loro desideri e a porre l’attenzione su ciò che è essenziale. Questo tempo di disciplina spirituale è un invito a coltivare la pietà, quella virtù che avvicina a Dio e apre il cuore agli altri. Come sapete, nella tradizione cristiana, la stagione santa della Quaresima ci invita a seguire un percorso simile: attraverso il digiuno, la preghiera e l’elemosina cerchiamo di purificare il nostro cuore e di concentrarci su Colui che guida e dirige la nostra vita. Queste pratiche spirituali, sebbene espresse in modo diverso, ci ricordano che la fede non è solo una questione di gesti esteriori, ma un percorso di conversione interiore.
In un mondo segnato dall’ingiustizia, dai conflitti e dall’incertezza sul futuro la nostra vocazione comune implica molto di più di pratiche spirituali analoghe. Il nostro mondo ha sete di fraternità e di dialogo autentico. Insieme, musulmani e cristiani, possono essere testimoni di questa speranza, nella convinzione che l’amicizia è possibile nonostante il peso della storia e delle ideologie che intrappolano. La speranza non è semplice ottimismo: è una virtù ancorata nella fede in Dio, il Misericordioso, nostro Creatore. Per voi, cari amici musulmani, la speranza si nutre della fiducia nella misericordia divina che perdona e guida. Per noi cristiani, essa si fonda sulla certezza che l’amore di Dio è più forte di tutte le prove e gli ostacoli.
Quello che vogliamo diventare insieme è perciò essere fratelli e sorelle in umanità, che si stimano profondamente a vicenda. La nostra fede in Dio è un tesoro che ci unisce, ben oltre le nostre differenze. Ci ricorda che siamo tutte creature, spirituali, incarnate e amate, chiamate a vivere nella dignità e nel rispetto reciproco. E noi desideriamo diventare custodi di questa sacra dignità, rifiutando ogni forma di violenza, discriminazione ed esclusione. Quest’anno, mentre le nostre due tradizioni spirituali si ritrovano nel celebrare il Ramadan e la Quaresima, abbiamo un’opportunità unica di mostrare al mondo che la fede trasforma le persone e la società, e che è una forza propulsiva di unità e riconciliazione.
In un mondo in cui «riappare «la tentazione di fare una cultura dei muri, di alzare i muri, muri nel cuore, muri nella terra per impedire questo incontro con altre culture, con altra gente» (Papa Francesco, Fratelli Tutti, 27), la nostra sfida è allora quella di costruire, attraverso il dialogo, un avvenire comune, fondato sulla fraternità. Non vogliamo semplicemente coesistere; vogliamo vivere insieme in sincera e reciproca stima. I valori che condividiamo, come la giustizia, la compassione e il rispetto per il creato dovrebbero ispirare le nostre azioni e i nostri rapporti e servirci da bussola per essere costruttori di ponti anziché di muri, fautori della giustizia anziché dell’oppressione, essere protettori dell’ambiente anziché distruttori. La nostra fede e i suoi valori dovrebbero aiutarci a essere voci che si ergono contro l’ingiustizia e l’indifferenza e che proclamano la bellezza della diversità umana.
In questo tempo di Ramadan e con l’approssimarsi di ‘Id al-Fitr siamo felici di condividere questa speranza con voi. Che le nostre preghiere, i nostri gesti di solidarietà e i nostri sforzi per la pace siano segni tangibili della nostra sincera amicizia con voi. Che questa festa sia un’occasione di incontri fraterni tra musulmani e cristiani in cui possiamo celebrare insieme la bontà di Dio. Questi semplici, ma profondi momenti di condivisione, sono semi di speranza che possono trasformare le nostre comunità e il nostro mondo. Che la nostra amicizia sia una brezza ristoratrice per un mondo assetato di pace e fraternità!
Che il vostro digiuno e le altre pratiche di pietà durante il Ramadan e la celebrazione di ‘?d al-fi?r, che lo conclude, vi portino abbondanti frutti di pace, speranza, fratellanza e gioia».
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