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Il 27 gennaio resti dedicato esclusivamente alla memoria della Shoà
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La pulce nell'orecchio di Annapaola Laldi
26 gennaio 2024 10:38
 
 Mi sono sentita sollevata e soddisfatta nel leggere la circolare, che il Dipartimento della Pubblica Sicurezza ha inviato ai Questori, affinché, coi Prefetti, operino per  rinviare le manifestazioni a favore della causa palestinese indette per sabato 27 gennaio, data in cui si celebra il Giorno della memoria della Shoà, riconosciuto ufficialmente dalla Repubblica Italiana con la Legge 211 del 20 luglio del 2000.
In questa circolare, firmata dal capo della Polizia, Vittorio Pisani, si ricorda che “in alcune province sono state preavvisate, in relazione al conflitto in atto in Medioriente, iniziative a favore della causa palestinese ed è probabile che ulteriori manifestazioni con analoga finalità possano essere organizzate sul territorio nazionale per il medesimo giorno".
L’invito a valutare “l’adozione di prescrizioni di tempo che prevedano il rinvio” di queste manifestazioni è certamente una misura che va incontro alla richiesta avanzata nei giorni scorsi dalla presidente delle comunità ebraiche italiane, Noemi di Segni, e anche, per esempio, dal presidente della Comunità ebraica di Roma, Victor Fadlun, che avevano chiesto con la forza del dolore, di rispettare la giornata, in cui si fa memoria dei sei milioni di ebrei seviziati e uccisi nei lager nazisti (della cui cattura e deportazione, per quanto riguarda l’Italia, furono complici i fascisti), dato che alcune manifestazioni pro Palestina dei giorni scorsi hanno visto, come ricorda Fadlun, “canti e balli in strada che invitavano a uccidere gli ebrei, bandiere israeliane bruciate, applausi ad Hamas per il 7 ottobre”. Assistere a tutto ciò, prosegue Fadlun, anche nel Giorno della memoria sarebbe stato un oltraggio alla Memoria e una sconfitta per tutti.
Ma la circolare del Dipartimento della Pubblica Sicurezza non fa menzione dell’appello delle Comunità ebraiche, ma, secondo me, fa qualcosa di più importante. Ricorda che quelle manifestazioni pro Palestina in coincidenza col Giorno della memoria "potrebbero assumere connotazioni lesive, sotto l'aspetto formale organizzativo e contenutistico, del valore nazionale che la Repubblica Italiana ha attribuito allo spirito commemorativo in favore delle vittime delle leggi razziali, nonché di condanna alla persecuzione del popolo ebraico".
Oltre al rischio di “determinare, anche in relazione all'attuale contesto conflittuale internazionale, il sorgere di tensioni con il conseguente rischio di effetti negativi sulla tenuta dell'ordine pubblico e sociale".
Quindi, no alla concomitanza di manifestazioni a favore della causa palestinese, perché per la Repubblica italiana il 27 gennaio è giorno solennemente dedicato alla memoria della Shoà. E’ stato il Parlamento, nel 2000, a decidere di unire tutta l’Italia  nell’abbraccio commosso e partecipe ai concittadini di religione ebraica. A fare proprio il loro dolore ancora vivo nei sopravvissuti ai campi di sterminio e nei loro discendenti.


 
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