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Per amore di onestà
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La pulce nell'orecchio di Annapaola Laldi
25 dicembre 2023 8:59
 
Forse non tutti sanno che diversi pastori valdesi hanno rischiato la vita per aiutare gli Ebrei a sfuggire alla deportazione quando l’Italia era occupata dai nazisti (coi fascisti nostrani che li aiutavano nei rastrellamenti). Per la verità, non furono solo i pastori a dare protezione agli Ebrei, ma anche semplici membri di chiesa, uomini e donne, che sentivano l’urgenza di dare rifugio a chi era ignobilmente perseguitato.
E a molte di queste persone, nel corso degli anni, lo Stato d’Israele ha riconosciuto il titolo di "Giusto tra le nazioni”.
 
Uno dei pastori è stato Tullio Vinay (1909 – 1996), che il 21 aprile 1982 fu insignito di questa onorificenza a Roma, nella sede dell’ambasciata di Israele.
Nel discorso che Tullio Vinay tenne in quell’occasione, per amore di onestà, non tacque i gravi errori, che Israele continuava a compiere verso i Palestinesi.
Si riporta qui questo brano del discorso che può aiutare a comprendere che, senza giustizia non può esserci pace. Mai. Da nessuna parte.
 
Sono passati quarant’anni, ho dimenticato i nomi e i volti di quelle trenta o più persone che ho aiutato a scappare dai campi di annientamento, ma esse hanno lasciato, come l’intero olocausto degli Ebrei, un segno profondo, indelebile per sempre nella mia vita. (…) Per la stessa ragione per la quale sono stato, anche con gravi rischi, vicino alle sofferenze degli Ebrei, non posso ignorare, ora, quelle dei Palestinesi. Sempre dalla parte di Abele. (…) si può comprendere che dopo 2000 anni di dispersione e di persecuzioni, gli Ebrei abbiano desiderato avere una patria, ma per averla hanno dovuto toglierla agli altri. Hanno fatto pagare agli Arabi le colpe degli Europei e degli Americani. Arriverei a comprendere questo se ne fosse seguita una politica di comprensione e di aiuto agli espropriati, ai vostri fratelli conterranei, una politica di buon vicinato, anche se rifiutati. Non c’è avversario che non possa essere vinto dall’amore. Israele ha fatto del deserto un giardino dell’Eden; perché non aiutare i Palestinesi a fare altrettanto affinché il minor territorio fosse compensato dalla maggior qualità d’esso? Questa non è ingenuità, è semplicemente una politica diversa da quella abituale che manda in rovina il mondo. Israele, invece, ha continuato con le annessione, con repressioni sempre più crudeli, con rappresaglie in cui sono stati coinvolti anche donne e bambini. E’ con profondo dolore che pronunzio queste parole proprio per l’amore che ho per il vostro popolo, amore che è sorto non soltanto quando eravate perseguitati e distrutti, ma anche prima. Ma per l’onestà verso di voi e di me, dovevo dirle”.
 
(Questo brano è stato pubblicato sul settimanale “Riforma” n. 40 del 20 ottobre 2023)
 
 
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