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La pulce nell'orecchio di Annapaola Laldi
1 gennaio 2004 0:00
 
"Piu' non mi temono i passeri. Vanno
vengono alla finestra indifferenti
al mio tranquillo muovermi nella stanza.
Trovano il miglio e la scagliuola: dono
spanto da un prodigo affine, accresciuto
dalla mia mano. Ed io li guardo muto
(per tema non si pentano) e mi pare
(vero o illusione non importa) leggere
nei neri occhietti, se coi miei s'incontrano,
quasi una gratitudine.
Fanciullo
od altro sii tu che mi ascolti, in pena
viva o in letizia (e piu' se in pena) apprendi
da chi ha molto sofferto, molto errato,
che ancora esiste la Grazia, e che il mondo
-TUTTO IL MONDO- ha bisogno d'amicizia".

(Umberto Saba -"Quasi una moralita'")



Nota
"La GRAZIA per Saba fu un ideale etico ed estetico insieme, un ideale umanissimo di amore, che si trema di felicita' a raggiungere", cosi' spiega Carlo Muscetta nell'introduzione alla "Antologia del Canzoniere", pubblicata pochi anni dopo la morte del poeta, avvenuta a Gorizia il 25 agosto 1957.
UMBERTO SABA era nato a Trieste il 9 marzo 1883. La madre (Rachele Felicita Coen) era ebrea; il padre (Ugo Edoardo "Abramo" Poli), che era cristiano, si dovette convertire all'ebraismo per sposarsi, ma abbandono' prestissimo la famiglia, forse addirittura prima che il figlio nascesse. Il poeta esordi' molto giovane, facendo subito ricorso a uno pseudonimo (Umberto da Montereale) che lo avvicinava per assonanza a D'annunzio, che egli ammirava moltissimo. In seguito si fece cedere da un amico lo pseudonimo "Saba" (forse con riferimento al mitico regno di Saba), e nel 1928 un Regio Decreto lo riconosceva ufficialmente come "Umberto Saba", cancellando il suo cognome di nascita. Tutta la sua vita, che fu in gran parte accompagnata da disturbi nervosi per alleviare i quali si rivolse anche alla psicoanalisi, e' rispecchiata nelle sue poesie, che possiamo leggere raccolte nell'edizione definitiva (1961) del "Canzoniere"; per lui "il segreto dell'arte e il segreto della vita si identificano", come osserva ancora Muscetta, che, a conforto di questa affermazione, cita una considerazione dello stesso Saba: "NON ESISTE un segreto della vita, o del mondo, o dell'Universo. Tutti noi, in quanto nati dalla vita, facenti parte della vita, sappiamo tutto, come anche l'animale e la pianta. Ma lo sappiamo in profondita'. Le difficolta' incominciano quando si tratta di portare il nostro sapere organico alla coscienza. Ogni passo, anche piccolo, in questa direzione e' di un valore infinito. Ma quante forze -in noi, fuori di noi- sorgono, si coalizzano per impedire, ritardare, quel piccolo passo".

La poesia "Quasi una moralita'" la traggo da: UMBERTO SABA, "Antologia del canzoniere", Einaudi, Torino 1969, p. 265; dallo stesso volume vengono le citazioni di Muscetta (p. XL e XXXIV).
Per l'origine del cognome "Saba" ho seguito quanto scritto da: STELIO MATTIONI, "Storia di Umberto Saba", Camunia, Milano 1989.
 
 
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