Quello che sto per raccontare lo propongo come un piccolo diversivo burlesco in questa atmosfera pesante per temperature fuori controllo e storie drammatiche.
E’ sicuramente un po’ particolare il tipo che incontro sporadicamente dal giornalaio. Dall’aspetto sgualcito, per non dire trasandato; piega ironica sulle labbra – e lo sguardo non è da meno.
Una mattina l’ho colto mentre parlava, o meglio monologava con un altro cliente di come lui non sempre si fa fare le fatture dagli artigiani – certamente per lavori di piccolo calibro, diciamo dai 20 ai 50 euro. Per non pagare di più lui e per non far gravare di tasse il piccolo artigiano che, si sa, regge l’anima coi denti …
Però – e questa è la trovata – siccome lui è una persona onesta, ha trovato un modo per restituire allo Stato quanto potrebbe essere considerato il maltolto.
“Calcolo il 22 percento della cifra pagata brevi manu all’artigiano, e ci compro l’equivalente in ‘gratta e vinci’”.
“E così”, conclude, “rischio anche di vincere qualcosa … Del resto non era più o meno questo lo spirito della lotteria degli scontrini di anni fa!?”.
“Non fa una piega”, gli risponde l’interlocutore. Che, a dirla tutta, era rimasto zitto tutto il tempo. Come me, del resto. Ma io avevo solo prestato orecchio. L’inventore dell’alternativa all’IVA manco mi aveva mai degnato di uno sguardo.
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