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INCLUSIONE - Paola Egonu e Zaynab Dosso – le loro lacrime sono una ferita per tutta la nostra comunità
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La pulce nell'orecchio di Annapaola Laldi
19 ottobre 2022 1:39
 
Pochissimi giorni fa due nostre grandi atlete – la pallavolista Paola Egonu, e la velocista Zaynab Dosso, che fanno onore all’Italia nei rispettivi sport, sono state ferite, in luoghi e situazioni diverse, da insulti razzisti.
 
Qui mi dedicherò di più su quanto è successo a Paola Egonu, mentre accennerò più brevemente all’angoscia di Zaynab Dosso, perché questo secondo, altrettanto insopportabile, episodio, a mio parere, ha bisogno di un’attenzione speciale, per la persona che ha rivolto l’insulto a Zaynab, una mendicante, e la reazione passiva, e pare anche, purtroppo, un po’ divertita di alcuni astanti. Di conseguenza, gli dedicherò un’apposita riflessione fra qualche giorno.
 
Dunque, il 15 ottobre scorso, alla fine della partita, nei Paesi Bassi, contro gli Stati Uniti, in cui le azzurre della pallavolo hanno conquistato il bronzo mondiale, Paola Egonu ha annunciato, in lacrime, di voler lasciare la Nazionale. Il motivo? Le ricorrenti offese razziste che riceve e che si compendiano nella domanda se lei sia italiana.
Tranquilli,pietosi personaggi che, in mancanza di altri appigli, ve la prendete col colore della pelle di una fuoriclasse! Tranquilli! Paola Egonu è italianissima, di certo più italiana di voi, perché onora col suo impegno il nostro Paese, mentre voi, tronfi per la vostra pelle palliduccia, lo disonorate appena aprite bocca.
Nata a Cittadella, in provincia di Padova, nel dicembre 1998, da genitori nigeriani (padre camionista, madre infermiera), ha ottenuto la cittadinanza nel 2014, quando non aveva ancora 16 anni, perché al padre era stato rilasciato il passaporto italiano.
 
L’annuncio di Paola, corredato della sua foto che la vede in lacrime fra le braccia del suo allenatore, ha fatto giustamente scalpore, raggiungendo anche i massimi livelli della politica proprio nel momento, in cui cominciava la transizione tra la vecchia e la nuova legislatura.
Così, accanto agli innumerevoli messaggi di solidarietà e di simpatia inviati da tante persone, si segnala anche quello dell’ancora Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi che l’ha chiamata al telefono e ha postato un messaggio su Twitter, mentre il neo presidente del Senato, Ignazio La Russa ha chiamato il presidente della Fipav, Giuseppe Manfredi, per fare i complimenti alle azzurre e interessarsi di quanto successo a Paola Egonu. E anche Matteo Salvini si è fatto vivo con un tweet, in cui manda “Un abbraccio più forte a Paola Egonu, campionessa in campo e fuori, cui auguriamo ancora tante vittorie col Tricolore sul petto”.
Messaggi di sostegno anche da Enrico Letta, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni e Roberto Fico (già Presidente della Camera), gli ultimi due in sintonia nel denunciare il peso e la tristezza degli episodi di razzismo ancora frequenti nella nostra società.
Se questa brava e generosa atleta dovesse lasciare davvero la nazionale sarebbe un enorme peccato e un danno per la squadra, e anche un darla vinta alle persone deboli e vili che hanno bisogno di ferire qualcuno per sentirsi forti.  
Quindi, è augurabile che valgano le sue parole dette ai microfoni della RAI, quando ha parlato di grande stanchezza, per cui potrebbe, sì, prendere una pausa dalla Nazionale, ma senza lasciarla.

Concludo il discorso su Paolo Egonu, copiando di seguito i tweet di Nicola Fratoianni e di Roberto Fico, perché mi piacciono molto:
Nicola Fratoianni – “Fa male sentire lo sfogo di Paola Egonu che, dopo aver trascinato la nazionale al bronzo mondiale, dice di essere stanca, di sentirsi chiedere ‘perché sei italiana?’ e di voler lasciare la maglia azzurra.
Non so cosa sia accaduto e chi le abbia rivolto una domanda tanto insultante. Questa è purtroppo la condizione di molti italiani nel nostro Paese, che per qualcuno italiani non sono. E le lacrime di Paola sono le lacrime di tante e tanti.
Si dovrebbe solo essere grati alla più forte pallavolista del mondo. Forza Paola Egonu, hai sempre onorato la tua maglia e la tua nazione
”.
Roberto Fico -“Un abbraccio forte a Paola Egonu, la nostra campionessa di voley, orgoglio per il nostro Paese. Le sue lacrime di ieri sono una ferita per l’intera comunità. Gli episodi di razzismo sono purtroppo ancora frequenti e sono intollerabili in una società che deve essere coesa. Quante donne e uomini devono ancora subire insulti e discriminazioni per il colore della propria pelle?
E’ compito di tutti noi dare messaggi forti e chiari contro ogni discriminazione e forma di intolleranza
”.
 
E adesso l’accenno promesso a Zaynab Dosso, classe 1999. Nata in Costa d’Avorio, è arrivata in Italia, a Rubiera (provincia di Reggio Emilia), all’età di dieci anni, ricongiungendosi così con i genitori arrivati qui nel 2002. Ha iniziato a praticare l’atletica leggera nel 2012 con una società sportiva della cittadina reggiana, dedicandosi alla velocità (60, 100, 200 metri piani) e rivelandosi presto una promessa. Ha ottenuto la cittadinanza italiana nella primavera del 2016 e da allora ha mietuto molti successi, diventando presto campionessa italiana assoluta dei 100 metri piani, specialità in cui ha migliorato più volte il suo record iniziale. Di recente ha conquistato il bronzo agli ultimi Europei con la staffetta 4x100.
 Domenica scorsa, 16 ottobre, anche Zaynab  è stata bersaglio di una manifestazione di razzismo. Il palcoscenico della pietosa esibizione di nostri/suoi connazionali tronfi della propria  pelle palliduccia,  è un quartiere di Roma, domenica sera.
Zaynab festeggia la nuova casa con la sorella e le amiche, ma in strada, l’incontro con una mendicante, che non riceve l’elemosina sperata, immette nella festa una nota angosciosa, con un pesante insulto razzista, che, confessa Zaynab, non è la prima cosa brutta che accade a lei e alla sorella da quando si sono trasferite lì; già quando stavano facendo il trasloco gli è stato lanciato un sasso, da un balcone “Non per prenderci, per spaventare, ma non ho voluto credere che fosse mirato. Ho detto a mia sorella: «Sono dei balordi , lasciamo perdere»”.
Ma ora Zaynab sente quest’altra esperienza “deprimente, disperante”, e, anche se tende a credere che le cose col tempo cambiano, la vede brutta, tanto da chiedersi in che razza di mondo si viva.
La sua speranza, che voglio fare mia, anche e proprio scrivendo queste mie noterelle, e - perché no?- forte della solidarietà di Matteo Salvini a Paola Egonu, è che “sarebbe bello che chi ha vinto le elezioni desse un segnale forte contro il razzismo. Se i beceri oggi si sentono più forti, si credono liberi di alzare la voce e restare impuniti, serve che chi starà al governa dica forte e chiaro non è così”.
 
Sarebbe, aggiungo io, anzi, è necessario che ciò avvenga: chi ha davvero a cuore le sorti dell’Italia, deve rendersi conto che l’Italia sarà più forte al suo interno (e quindi anche verso l’esterno) nella misura in cui matura il senso dell’inclusione, e quindi della solidarietà reciproca, da parte di ogni cittadino e cittadina, addirittura di ogni persona che semplicemente abita nel nostro Paese. Se, invece, si dovesse sottolineare l’estraneità di alcuni alla nostra società, si diffonderebbero sentimenti di sospetto e di odio reciproco. che è l’inizio dello sfascio di ogni società, che lo si voglia o no.

Oltre a un vulnus enorme all'articolo 3 della nostra Costituzione, richiamato il 13 ottobre scorso da Liliana Segre dallo scranno più alto del Senato, che proclama:
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese
”.
Solo impegnarsi con tutte le forse per realizzare questi obiettivi renderà grande il nostro Paese. 
 
 
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