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L'intelligenza del cuore, una vittoria nei Paesi Bassi
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La pulce nell'orecchio di Annapaola Laldi
12 febbraio 2019 11:34
 
Il 28 gennaio scorso, dopo 95 giorni, nella chiesa protestante di Bethel, all’Aja, ha avuto termine il culto continuo (24 ore su 24), di cui avevo parlato nei miei auguri per l’anno nuovo, perché l’obiettivo dell’iniziativa è stato raggiunto. Il governo olandese ha infatti accettato di concedere asilo politico stabile a una famiglia precedentemente colpita dall’espulsione, dopo otto anni di permanenza in Olanda.
Usando la legge che impedisce alla polizia di entrare “nei luoghi destinati  a riunioni religiose, o riflessive, di natura filosofica, durante le cerimonie o le riflessioni”, il Presidente del Consiglio della Chiesa Protestante, Theo Hettema, aveva cominciato questa azione di resistenza nonviolenta per proteggere, all’interno della chiesa, la famiglia armena Tamrazyan, padre, madre e tre figli giovanissimi (oggi di 15, 18, 21 anni), che da ben otto anni risiede nei Paesi Bassi dopo essere fuggita dall’Armenia perché il padre era minacciato di morte, essendo un oppositore politico del governo di quel Paese. Rimandare la famiglia nel Paese di origine, ammesso che fosse davvero cessato il pericolo della persecuzione, era, tra l’altro, in netto conflitto con la legge nota come children’s pardon che in Olanda intende proteggere dallo sradicamento i minori stranieri presenti sul suo suolo da più di cinque anni, i quali, logicamente, hanno fatto ormai del nederlandese la propria lingua principale, studiano nelle scuole del Paese ospitante, plasmano la propria mentalità secondo la sua cultura, e non hanno, quindi, praticamente più radici nel Paese di origine dei genitori.
 
L’iniziativa ha trovato un numero grandissimo di adesioni; sul pulpito si sono alternati oltre 650 pastori e predicatori, uomini e donne, di 20 denominazioni diverse. Alcuni sono arrivati anche dall’estero, persino dagli Stati Uniti. In totale, le ore di questo culto “infinito” sono state 2280 sempre alla presenza di persone, credenti e non credenti, che hanno mostrato di condividere questa bella esperienza di fraternità attiva.
 
Ecco: fraternità attiva, concreta, è il principale insegnamento di questo evento, in cui non abbiamo né vincitori né vinti, perché a vincere, come ho messo nel titolo, è stata l’intelligenza del cuore.
Infatti, se, da parte sua, alla fine di dicembre, il  ministro della Giustizia, Mark Harbers, aveva dichiarato di non voler concedere alcuna deroga per questa famiglia, la chiesa aveva replicato che essa rispetta gli ordini del tribunale, “ma si trova di fronte a un dilemma: la scelta tra rispettare il governo e proteggere i diritti di un minore. Lo scopo dell’asilo ecclesiastico è quello di creare riposo e sicurezza per la famiglia e di offrire loro un poco di respiro. Periodo nel quale invitiamo i politici a discutere con noi il destino della famiglia”.
Ed evidentemente la riflessione dei politici c’è stata, forse anche perché la vicenda ha avuto risonanza mondiale, e a suo sostegno vi è stato pure un autorevole intervento pastorale del Consiglio Mondiale delle Chiese Riformate, che ha definito questo evento "un'importante testimonianza di fede".  Comunque, qualunque sia il motivo che ha mosso il governo olandese a rivedere la sua decisione, ciò che conta è il fatto che ha compreso che è giusto che la famiglia Tamrazyan resti lì dove si sente a casa. E conta anche il fatto che di questa decisione beneficeranno molte altre persone, perché è stato reso noto che saranno riesaminati, alla luce del children’s pardon, i casi di almeno altri 700 bambini, con le relative famiglie. Un guadagno, a mio avviso, per i Paesi Bassi che in questo modo si creano dei cittadini sicuramente fedeli e riconoscenti.

Un altro insegnamento di questo culto continuo è che esso ha mostrato l’importanza dell’insistenza. Insistenza nella preghiera, per chi è credente, insistenza nell’azione per chi non lo è. Ma c’è poi tanta differenza?
O qui, all’Aja, c’è stata la prova provata che l’azione nonviolenta condotta senza risparmio e bene organizzata è davvero capace di sciogliere blocchi di ghiaccio che sembrano enormi, di ridurre in fertile terra grandi rocce che sembrano dure e senza vita?
La mia gioia la voglio esprimere citando una meditazione dell’inglese John Donne (1572-1631):
Nessun uomo è un’isola, completo in sé; ogni uomo è un pezzo del continente, una parte del tutto. Se anche una sola zolla venisse lavata via dal mare, l’Europa ne sarebbe diminuita, come se le mancasse un promontorio, come se venisse a mancare una dimora di tuoi amici, o la tua casa stessa. La morte di qualsiasi uomo mi sminuisce, perché io sono parte dell’umanità. E perciò non chiederti per chi suoni la campana: Suona per te
 
E dunque grazie ai resistenti nonviolenti dell’Aja, che per una volta hanno fatto suonare la campana a distesa in un vero inno alla vita.

Sull'evoluzione del "Culto continuo" si pssono leggere i seguenti articoli di "Riforma", il quotidiano online delle Chiese evangeliche battiste metodiste e valdesi in Italia:
1- https://riforma.it/it/articolo/2018/11/19/oltre-500-ore-consecutive-di-culto-non-far-espellere-una-famiglia-migrante
2- https://riforma.it/it/articolo/2018/12/18/olanda-il-culto-non-finisce-ancora
3- https://riforma.it/it/articolo/2019/01/03/il-culto-no-stop-olanda-e-unimportante-testimonianza-di-fede
4- https://riforma.it/it/articolo/2019/01/31/finisce-il-culto-non-stop-olanda-la-famiglia-non-verra-espulsa
 
 
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