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Il ministro dell’Istruzione (e del Merito) e il Preside d’Italia
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La pulce nell'orecchio di Annapaola Laldi
28 febbraio 2023 11:23
 
Riprendo l’appellativo di “Preside d’Italia” rivolto al Capo dello Stato in un arguto commento di Ugo Magri (“La Stampa” del 25 febbraio) al discorso del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della consegna degli attestati d’onore ai nuovi Alfieri della Repubblica, quei minorenni che, per comportamento o attitudini, rappresentano un modello di buon cittadino.
Siamo al Quirinale, il 24 febbraio, la cerimonia è solenne, oltre ai ragazzi e ragazze destinatari dell’attestato e alle loro famiglie, sono presenti il Ministro della Salute, Orazio Schillaci e il Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi. E c’è anche il  Ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, che appena pochissimi giorni prima ha minacciato la preside del Liceo Scientifico “Leonardo da Vinci” di Firenze, Annalisa Savino, di prendere “misure” nei suoi confronti a causa della lettera che lei ha indirizzato ai suoi studenti a seguito dell’aggressione perpetrata davanti al Liceo “Michelangelo” il 18 febbraio. Lettera in cui la preside ricorda che “Il fascismo in Italia non è nato con le grandi adunate da migliaia di persone. È nato ai bordi di un marciapiede qualunque, con la vittima di un pestaggio per motivi politici che è stata lasciata a sé stessa da passanti indifferenti. ‘Odio gli indifferenti’ – diceva un grande italiano, Antonio Gramsci, che i fascisti chiusero in un carcere fino alla morte, impauriti come conigli dalla forza delle sue idee”. Parole molto simili a quelle di Primo Levi riportate in Fare memoria – istruzioni per l’uso .
 
E dunque il Presidente della Repubblica prende la parola e si rivolge a questa giovane schiera e, dopo aver ricordato che “nella nostra Europa non si vedeva una guerra con cui uno Stato aggredisse un altro Stato per conquistarne territori o addirittura per annetterlo interamente, non si vedevano fenomeni del genere dagli eventi drammatici che hanno preceduto e condotto alla Seconda guerra mondiale”, aggiunge che già a quel tempo c’erano delle persone, fra cui molti giovani, che contestavano e si opponevano, e coglie l’occasione di ricordare il nobile sacrificio della vita di alcuni giovani tedeschi: “Due giorni fa ricorrevano ottant’anni dalla morte - perché giustiziati - di alcuni ragazzi: una quindicina di ragazzi tedeschi poco più che ventenni che, con coraggio, nella Germania di Hitler si opposero al nazismo, contro la violenza, rifiutando la pratica della violenza. Vi si opposero con le parole, con i messaggi, con gli opuscoli, con gli scritti. Pagarono questo con la vita, ma resero una testimonianza. Questi ragazzi, poco più che ventenni, guidati da due di loro, coetanei, Hans e Sophie Scholl, nel Movimento della Rosa Bianca, seminarono per il futuro”.
Avviandosi verso la conclusione, Sergio Mattarella torna a parlare della pace che “non è soltanto frutto degli accordi tra governi, la pace è anche frutto dei sentimenti dei popoli, di come all’interno di essi si vive e ci si esprime”, aggiungendo che “per questo quanto avete fatto è importante e anche quanto fanno, come voi, tante ragazze e tanti ragazzi in Italia, così come altrove in altri Paesi, praticando solidarietà, impegno comune, facendosi carico di problemi generali, capendo che non si vive da soli, ma si vive insieme agli altri e ci si realizza insieme agli altri”.
A questo punto, il Presidente della Repubblica osserva che “Tutto questo è un antidoto anche contro la violenza, e anche di questo vi ringrazio. Perché indica un modello di vita che si contrappone a quello di prepotenza, sopraffazione, violenza. La vediamo purtroppo sovente: violenza nelle famiglie, violenza nelle abitazioni, violenza contro le donne, violenza in tante circostanze per strada, e in tante altre circostanze, addirittura, nei giorni scorsi, davanti a una scuola contro ragazzi”.
 
Il ministro Valditara si unisce all’applauso verso il Capo dello Stato.
E allora, perché Valditara ha redarguito la Preside Annalisa Savino per aver richiamato l’attenzione sulla grave portata civile e politica dell’aggressione del gruppo di “Azione studentesca” contro due studenti del “Michelangelo” e ha applaudito il Capo dello Stato che ha citato dei giovani martiri della violenza nazista  e stigmatizzato “la violenza davanti a una scuola contro ragazzi”? Perché, spiega Ugo Magri in quel suo commento, “nel primo caso l’interlocutore del ministro era una preside qualunque; nel secondo, invece, si trattava del preside d’Italia. Con tutto quello che ne consegue”.
Non c'è altro da aggiungere.

 
Il discorso integrale del Presidente della Repubblica si può leggere qui.
 
Il testo integrale della lettera della preside Annalisa Savino si può leggere qui ,
 
 
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