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TOLLERANZA ZERO? PER CHI? PER COSA? UN PENSIERO CHE VIENE DA LONTANO
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La pulce nell'orecchio di Annapaola Laldi
1 agosto 2002 0:00
 



CHUANG TZU e' vissuto in Cina nel IV secolo prima della nostra era.
Il primo grande storico cinese, Szu-ma Ch'ien (145-86 a.e.v.), ne scrisse una breve biografia, in cui dice che, insensibile agli onori e alla pubblicita', indago' ogni cosa della vita, rivolgendo tuttavia la sua attenzione alla dottrina di Lao Tzu, l'autore del "Tao te king". Lo storico riferisce anche che Chuang Tzu scrisse un libro di piu' di centomila parole.
Fra queste centomila parole e oltre, ne propongo qualcuna che mi sembra fornire materia per una riflessione di attualita'. Proviene dal settimo capitolo del libro XXV dell'opera del saggio cinese e la traduco dal testo tedesco che differisce in qualche sfumatura da quello italiano delle edizioni "TEA" ("Chuang-TZU", a cura di Fausto Tomassini, Tea, Milano 1989); differenza, comunque, che a mio parere aggiunge qualcosa, non la toglie. "Si dice giustamente: non rubare! Si dice giustamente: non uccidere! Ma dal momento che furono introdotte la gloria e l'infamia, gli uomini cominciarono a vedere cio' che mancava loro; dal momento in cui furono accumulati beni e denaro, la gente vide cose sulle quali si mise a contendere. Se si introducono cose che addolorano la gente, se si accumulano beni su cui la gente contende -mettere la gente in una posizione difficile in modo che non trovi piu' un attimo di pace, e poi pretendere che segua i precetti, non e' volere l'impossibile?
I saggi dell'antichita' ascrivevano ogni guadagno al popolo e ogni perdita a se stessi; ascrivevano ogni cosa buona al popolo e ogni cosa storta a se stessi. Percio', quando qualcosa andava male, si ritraevano in se stessi e cercavano l'errore dentro di se'. Oggi non fanno cosi'. Dissimulano le cose che vogliono e chiamano stupidi quelli che non le indovinano, ingrandiscono le difficolta' e incolpano quelli che non ardiscono affrontarle. Aggravano le responsabilita' e puniscono quelli che non ne sopportano il peso, allontanano la meta e mettono a morte quelli che non vi arrivano. Quando hanno esaurito le cognizioni e le forze, cominciano a imbrogliare. Quando ogni giorno i capi imbrogliano, come puo' il popolo scegliere di non imbrogliare? Dove le forze non bastano, bisogna truffare, dove il sapere non basta, bisogna mentire, dove la ricchezza non basta, bisogna rubare. Chi si deve biasimare per la pratica del brigantaggio e della ruberia?"




 
 
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