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Uomini teneri - con i propri bambini e con le anziane madri diventate un po' figlie loro
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La pulce nell'orecchio di Annapaola Laldi
18 agosto 2024 11:51
 
Nella località appenninica sui mille metri, dove mi sono rifugiata per sfuggire al clima torrido della pianura, faccio ogni mattina una corroborante camminata fra i quattro e i sei chilometri, a seconda dell'umore e dell'energia del momento. 
Come è comprensibile, faccio alcuni incontri fissi, tra cui quello con un signore che porta sulla spalla un pappagallo verde e rosso di media taglia, che risponde - ma davvero - al nome di Gino.
Altri incontri fissi, tra le nove e le nove e mezzo, e in punti diversi del percorso, sono rappresentati da tre giovani uomini che spingono altrettante carrozzine con bambini o bambine piccole, diciamo da uno a tre anni. Qualche volta la creatura dorme, qualche altra, invece, è sveglia e  interloquisce a suo modo con il giovane, che deve essere il babbo.
In questi giovanotti, vi è sempre uno sguardo di tenerezza verso i loro rampolli, cosa che mi fa molto piacere. 
Stamani mi sono soffermata a osservare uno di questo padri che ogni tanto si fermava per far succhiare un ghiacciolo alla sua piccola. Una bambina intorno all'anno di età, a giudicare dagli incisivi che facevano già bella mostra di sé. 
Ecco, lei gustava con soddisfazione il sapore del ghiacciolo e poi si girava di lato per chiedere una nuova razione di quella delizia; il babbo era pronto ad assecondarla e, nel mentre, le faceva un discorsino.
Molto tenere queste immagini colte dal vivo!

Ma nell'albergo, in cui sono ospite, ho la fortuna di poter osservare altra tenerezza maschile in presa diretta: quella di due uomini di mezza età, che accompagnano in villeggiatura le proprie madri con un atteggiamento di rispettosa protezione, proprio come se queste signore fossero diventate un po' le loro figlie. 
Si tratta di due situazioni diverse.
Una coppia è rappresentata da un uomo ben piazzato, di età, mio giudizio, di non più di cinquant'anni, la cui madre dovrebbe averne un'ottantina o appena poco più.
Conversano tra di loro, a tavola o a passeggio, mangiano con gusto e apprezzano - soprattutto la signora  - il vino bianco. 
Camminano insieme sullo stesso percorso, che faccio anch'io, magari con passo appena più lento del mio.
Una cosa però è certa; per quanto in gamba, la signora ha bisogno di qualcuno al cui fianco, che le dia sicurezza e a cui possa appoggiarsi in caso di bisogno. 
Ha infatti una postura alquanto curva che rischia di sbilanciarla.
Che sia il figlio che si prende cura di lei, e di buon grado, è una cosa che trovo davvero bella, che mi infonde conforto e coraggio.

Nel secondo caso, l'apparenza situa l'uomo, anche lui ben piantato, più vicino ai sessanta e la madre negli ottanta inoltrati.
Non solo: qui la signora resta a lungo in camera, anche all'ora dei pasti, e quando ne scende per venire a tavola, benché molto elegante, si presenta parecchio curva e leggermente sbilenca, bisognosa dunque di un sostegno umano, che trova con sicurezza nel figlio. 
Ma non è tutto. Ella rivela difficoltà a capire e ad esprimersi. Il figlio/babbo le chiede più volte che cosa vuole - la zuppa? Il prosciutto arrosto? La burrata? ...
Sempre con dolcezza, senza mai dare segni di impazienza o di rassegnazione.
Si protende verso di lei per farsi capire e cogliere la risposta, e poi ordina la pietanza. 
La signora non mangia molto; lui non si spinge fino a imboccarla, ma si limita a incoraggiarla e le chiede se è di suo gradimento.
E, caso mai, con entusiasmo accattivante, le dice: "Guarda cosa c'è! La burrata! Che buona!", proprio come lo direbbe a una bambina. E allora la signora comincia a mangiare con gusto. 
Le volte in cui ella non scende in sala da pranzo, il figlio/babbo, dopo aver mangiato, sale in camera con un vassoio con un paio di pietanze e sempre della frutta ... 


 
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