La Cina, con oltre 10.000 interventi all'anno, è il secondo Paese per numero di trapianti di organi, ha detto il viceministro della Sanità, Huang Jie-fu (foto), alla Conferenza su donazioni e trapianti che si è tenuta a Madrid. Ma è un successo dubbio dal punto di vista etico, ha dovuto ammettere: il 90% degli organi espiantati da un cadavere (circa 5.000) sono di condannati a morte; inoltre vige la compravendita di organi, è diffuso il turismo dei trapianti e manca una gestione nazionale. L'unica ovazione spontanea il ministro Huang l'ha ottenuta quando ha detto che è in preparazione "la possibile abolizione della pena di morte". In precedenza aveva usato parole dure contro le esecuzioni: "Non sono conformi alle prassi standard internazionali né sono etiche". A
El Pais ha assicurato che "gli espianti si fanno previo consenso del reo o dei suoi famigliari".