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L'ingresso nel lavoro dei giovani e il sistema previdenziale al collasso. Lo scontro generazionale
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Osservatorio legale di Claudia Moretti
28 ottobre 2010 9:32
 
Racconto la storia di A. una ragazza di 34 anni, libera professionista, interprete. A e' una mia amica e quanto vi racconto e' reale e rappresenta un caso emblematico di cosa significhi avere trent'anni oggi ed entrare a far parte del mondo delle partite iva.
A trent'anni oggi si eredita, si sa, una situazione difficile. I debiti che ci lasciano le generazioni che ci hanno precedute, le baby-pensioni ancora in corso di erogazione, ammortizzatori sociali pari a zero, il sistema previdenziale al collasso, le difficili prospettive per il futuro, l'invecchiamento della popolazione e le nascite in calo.
A. e' cresciuta a Milano e lavora da anni con i disabili come interprete della loro lingua. Si e' trasferita a Firenze subito dopo gli studi ed ha lavorato effettuando prestazioni occasionali, e lavoretti di ogni tipo, in attesa di un buon avviamento come libera professionista.
Nel frattempo, con un esiguo aiuto della famiglia, ha comprato un monolocale sul quale corrisponde un mutuo mensile che paga da sola. Lo scorso anno A., matura la decisione di aprire la partita iva perche' la sua professione ormai, dopo non pochi sacrifici, e' svolta con regolarita'. E infatti, si presenta –e pure soddisfatta!- dalla commercialista con ben 20.000 euro di fatturato lordi per l'anno 2008, sui quali ovviamente A. ha gia' corrisposto quasi la totalita' dell'Irpef, tramite ritenute d'acconto. Dunque, a conti fatti, con 16.000 euro effettivi.
E qui l'amara sorpresa. La commercialista le da' la ferale notizia di benvenuto nel mondo dei “grandi” (o meglio, dei “vecchi”). A. dovra' corrispondere entro e non oltre la fine del 2009, ben 8.500,00 euro di Inps Gestione separata (26% del fatturato), di cui la meta' in conto previdenza 2009, l'altra meta' in acconto previdenza 2010!
Perche'? Chiede in lacrime A.? Perche' lo Stato, quando entri nella professione, anziche' agevolare il tuo ingresso, ti chiede uno sforzo in piu', un anticipo per gli anni a venire.
A. ha dovuto fare un mutuo per corrispondere questi denari nei tempi previsti, che l'Inps le ha concesso di rateizzare per qualche mese, pagando oltre 1000,00 euro al mese per tutti i restanti mesi del 2009. Infatti dei 16.000 euro con i quali ha vissuto lo scorso anno, una buona parte e' stata spesa per vivere, un'altra e' partita per il mutuo del monolocale in cui vive. Non ne restavano piu'.
Questo il benvenuto dello Stato alle giovani generazioni.
Lascio ad ognuno riflessioni e amari commenti.
 
 
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