
Tutti in coda per tentare la fortuna, o per cercare una scarica di adrenalina prima di capire se hai scelto alla cieca un oggetto prezioso oppure una fregatura, oppure ancora qualcosa che proprio non ti serviva. Ma il successo della messa in vendita di acquisti on line non recapitati e non reclamati, ancora chiusi nelle anonime confezioni di spedizione, ha richiamato folla al centro commerciale I Gigli, come è accaduto un po’ in tutte le città in cui l’iniziativa è stata organizzata. I pacchi costano 20 euro al chilo, quello che c’è porti a casa.
Può andare bene, può andare male. Però, sai che brivido mentre scarti l’involucro sognando un telefono che magari in realtà è un caricabatterie per trapano, o al contrario pensavi a un quaderno e «vinci» una borsetta griffata. D’altra parte, le ansie che offre la quotidianità sono purtroppo dettate da preoccupazioni che in palio possono solo mettere qualche seccatura. Quindi meglio andare — si fa per dire — sul sicuro. Perché di sicuro alla Festa di San Pacco da Capalle non c’è niente, però perché non tentare? Un po’ come accade con i gratta-e-vinci che si comprano in tabaccheria.
Tuttavia non può non fare impressione vedere persone in attesa in fila per comprare qualcosa, quale che sia: tempo in cambio di una sperata fortuna. Ma via la carta e la plastica, di facce scure ne restano poche. È un gioco, un po’ come quello dei pacchi in televisione. Al massimo un pizzico di delusione che guarisce subito. Poco importa se si è partecipato a qualcosa che è consumo per il consumo. E anche se dentro c’è qualcosa che non avresti mai pensato o, peggio ancora è proprio brutta, c’è sempre il riciclo. Magari una riffa tra amici, come «La tombola dei troiai» dei Delitti del Bar Lume . Si estrae a sorte e a chi tocca tocca. Come ogni gioco piace ed ha il sapore di una sfida anche a se stessi: c’è chi spende anche cento o duecento euro e, vista la posta, maneggia e soppesa il pacco per tentare di capire se ok il prezzo è giusto e c’è chi, più animista, punta un involucro che inspiegabilmente lo attrae. Insomma, è una tendenza che probabilmente offre occasioni di riflessione per psicologi e sociologi sul richiamo di un nuovo consumismo. Ma che potrebbe incuriosire, se volessero, pure gli stessi partecipanti alla caccia all’affare. Chi mai avrà ordinato online una grattugia, un orologio, un profumo, un set di pinze per stendere i panni.
Soprattutto, adesso che è tuo che te ne fai, se non esibire un trofeo o una sconfitta. Ma è difficile ci sia qualcuno che tenti di immaginare il viaggio di questo pacco perduto che potrebbe raccontare una storia: perché non è arrivato a destinazione? E perché non è stato reclamato da chi lo aveva magari già pagato e non se lo è visto recapitare? Forse era un regalo per il partner che lo ha lasciato il giorno dopo l’ordine, o lo aveva richiesto senza pensarci troppo e poi altrettanto superficialmente se ne è dimenticato. Alla fine «pescando» un collo a casaccio, se si vuole, si entra in possesso anche di un pezzetto immaginario della vita di un’altra persona sconosciuta. Ma l’unica realtà, al momento, è la fila di ieri e quella che ci sarà fino al 9 marzo di chi ha più fiducia nello stellone della buona sorte che nei prezzi ribassati dei saldi, dove però vedi cosa compri. Del resto se quasi 40 anni fa si cantava «La vita è tutta un quiz» oggi è difficile dire che non sia un pacco.
(pubblicato su Corriere fiorentino - Corriere della Sera del 04/03/2025)
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