Più di 160.000 infrazioni per limiti di velocità, 11.039 per passaggi con il rosso, 524 per uso del telefonino alla guida. Sono i dati - gennaio-giugno 2022 - che il Sindaco di Firenze, Dario Nardella, ha ricordato in una sua intervista ad un quotidiano fiorentino (1), definendoli “terrificanti”. Rimedi, secondo lui: mezzi più sofisticati di controllo (
soprattutto per autovelox), maggiori controlli e più multe.
Provvedimenti che potrebbero anche bastare se alla guida della città ci fosse un poliziotto, un commissario prefettizio, e non un politico eletto dai cittadini.
E’ tutta qui la differenza.
Vi fareste governare da un poliziotto, non un ex-poliziotto (che andrebbe anche bene), ma da uno in carica e che ha come obiettivo il mantenimento dell’ordine pubblico e lo fa con i mezzi esecutivi tipici da poliziotto, e solo marginalmente con la mediazione della decisione politica? Sarebbe un venire meno all’impegno civico che il Sindaco e noi elettori (remissivi, che non diciamo nulla) abbiamo preso.
Occorre quindi la Politica. Non quella a cui spesso ci abituiamo, basata su scambi di poteri e favori indipendentemente dalle capacità dei singoli e delle necessità della città.
Politica: analizzare la situazione, usare al meglio i mezzi che si hanno a disposizione per la repressione (incluse multe e poliziotti), discuterne con la città e coi propri esperti e, per esempio, trovare soluzioni visto che
non sta né in cielo né in terra che una città di meno di 400mila abitanti (Firenze, non un centro urbano messicano dove la legge è quella dei narcos), in sei mesi, commini 160mila multe per violazione dei limiti di velocità.
Nel mondo abbiamo fior fiore di esempi su come coi provvedimenti di polizia non si governa, ma si peggiora la situazione. Forse che New York del poliziotto Rudolph Giuliani ha migliorato la metropoli Usa, forse che la costruzione di più carceri (tipica in Usa e Russia) fa diminuire la delinquenza?
Politica significa prevenzione e non solo repressione.
Nel nostro caso, evitare che i guidatori violino i limiti di velocità, non solo facendo appello al loro senso civico, ma impedendoglielo fisicamente con, per esempio, cunette lungo i percorsi più attraenti per la velocità e indicatori di velocità che facciano capire che, non diminuendola, si becca una multa.
La politica di sicurezza stradale è una sorta di cartina al tornasole, su cui si verifica la disponibilità e capacità del Sindaco di essere il primo cittadino (primus inter pares) e non il primo poliziotto.
1 – La Repubblica
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