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Guido un veicolo. Vita da clandestino
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Vita da clandestino di Vincenzo Donvito
29 settembre 2017 13:23
 
 Se non uso l’auto (il motorino quando non piove) per andare al lavoro e portare i figli a scuola, la vita sarebbe molto piu’ complicata. Certo, sarebbe meglio con un mezzo pubblico: spenderei meno, risparmierei in salute e, probabilmente farei anche prima. Ma il mezzo pubblico e’ un miraggio. Si’, ogni tanto in campagna elettorale i vari candidati li promettono, ma sembra che, tra loro che non mantengono le promesse ed io che sono sfortunato, a me non tocca mai. Certo, potrei trasferirmi in una casa piu’ vicina al lavoro e alla scuola dei ragazzi, ma…. lasciamo perdere, non siamo mica in America dove tutti cambiano tutto quando vogliono, ed e’ tutto facile. Fino a che reggo, vado avanti. Tanto prima o poi andro’ in pensione, e i ragazzi non avranno piu’ bisogno di me. Capisco che nel frattempo do’ il mio contributo all’inquinamento da smog e da traffico, ma che devo fare? Andiamo avanti. Che incubo, pero’. Rispettare il codice della strada e’ impossibile. Altrimenti non campo. E il divieto di fermata… come faccio a far scendere i ragazzi che vanno a scuola, in quella confusione poi, tutti in coda, doppia e tripla fila, coi tubi di scarico che gli vomitano addosso tutto il possibile e immaginabile, e i vigili che sono li’ e -poverini- fanno il possibile, ma se dovessero far rispettare il divieto di fermata, sarebbe il finimondo. Ho provato a parcheggiare non proprio li’ vicino, ma sempre in divieto, non c’erano alternative possibili e praticabili… tanto vale usare la disponibilita’ dei vigili a non multarti proprio li’ davanti. E quasi sempre faccio tardi rispetto all’orario del mio lavoro. E come potrebbe essere altrimenti. E corro, corro… porca miseria, gli autovelox sui viali, che’ non ci vuol nulla a sforare il 50 orari, ma per fortuna sono diventato bravino a rendermi conto quando sono accesi o come evitare che mi facciano una bella fotografia alla targa. In ufficio, per fortuna, c’e’ il parcheggio. Ma poi. Quando, per esempio, porto i ragazzi al cinema, a quella multisala in periferia, coi parcheggi sempre strapieni… meno male ci sono tanti marciapiedi circostanti, dove passano pochi pedoni e i vigili… dice che lo sanno, che si sono messi d’accordo coi gestori del multisala, e non passano mai.
 
 
 
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