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Vita di tutti i giorni, in casa e no. Vita da clandestino
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Vita da clandestino di Vincenzo Donvito
4 ottobre 2017 9:11
 
 Quando si vive in casa non solo per andarci a dormire, come e’ per me che ho anche i figlioli, bisogna star dietro a tante cose, e quelle economiche sono tra le piu’ importanti… che risparmiare al centesimo diventa importante. Foss’anche che col quel risparmio poi compro una nuova T-shirt alla figliola o un gelato quando andiamo a fare una passeggiata. E’ per questo che il “fai-da-te” e’ fondamentale. E pensare che ci sono quelli che quando si fulmina una lampadina, chiamano l’elettricista. Poveracci… contento l’elettricista. Ma il “fai-da-te” ha comunque dei limiti, quando la lavatrice non carica piu’ acqua, che faccio? Non sono a questi livelli, bisogna che chiami il tecnico. Ce l’ho fatta: dopo attese a centralini che mi dicevano di pigiare prima un numero e poi un altro, domani arriva. Centocinquanta euro, con fattura o senza? Faccio mente locale. A che mi serve la fattura, gravata di Iva, 33 euro nella fattispecie, non la posso mica scaricare? Si’, certo, il tecnico evade le tasse e ci guadagna di piu’… ed io ci perdo come cittadino che’ lo Stato ha meno soldi per i servizi pubblici… ma dai, 33 euro. E poi, ‘sto Stato, perche’ non fa scaricare questa Iva? Si’, lo so, qualcuno dovra’ pur pagarla alla fine questa imposta, che poi in parte diamo anche all’Unione europea, e i ritorni ci sono… anche se… non e’ che li vedo tanto… Va beh! Ci penso su. Per ora i 33 euro me li tengo io e mi ingrazio anche il tecnico, che’ guadagna di piu’ e magari mi fa anche un po’ di sconto e la prossima volta viene piu’ veloce.
Ora, con questi 33 euro -sai che’- compro un nuovo tappetino antiscivolo per la doccia e per la vasca, che’ quello che c’e’ e’ diventato quasi giallo cronico da bianco che era. Al supermercato costano meno, ma quello piccolo vicino casa ha meno scelta… vado al negozio di casalinghi all’angolo. Eccolo, trovato, e’ quello giusto, e poi lo ha scelto la figliola, cosi’ e’ piu’ contenta quando si fa la doccia. Venticinque euro. Non mi ha dato lo scontrino… ma mi ha fatto lo sconto sul prezzo che era esposto in vetrina. Va bene, dai. Non e’ il massimo di dovere civico. Ma con lo sconto ci compro un “gratta e vinci”… cosi’ i soldi comunque tornano allo Stato, anche se non sono molto convinto che lo Stato debba gestire un gioco d’azzardo come questo e poi usare i soldi delle nostre tasse per combattere la dipendenza da questi giochi. Uh, quanti scrupoli e quanti pensieri ogni volta che ho a che fare con imposte e co. Sai che? Forse e’ meglio che mi rilasso e ogni tanto -spesso- dimentico di essere un contribuente. Che si puo’ vivere cosi’?
 
 
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