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Il danno da ingiusta detenzione. Dal caso Tortora e Sabani ai casi di cronaca attuale
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Il penalista di Sara Astorino
14 settembre 2018 10:55
 
In questo articolo parleremo del danno da ingiusta detenzione e di tutti i profili connessi a tale danno, incluso quello riguardante tutte le persone che sono rimaste coinvolte nella vicenda giudiziaria.
Per comprendere bene la problematica e in che modo coinvolge anche soggetti terzi occorre fare riferimento a casi concreti muovendosi dal passato all’oggi.
Uno dei casi storici riferiti alla predetta tipologia è il Caso Tortora che ha contribuito all’analisi del problema e allo sviluppo del rimedio.
Enzo Claudio Marcello Tortora è stato un famosissimo conduttore televisivo, autore conduttore radiofonico, attore, giornalista e politico italiano.
Nel pieno della propria carriera venne accusato dal Magistrato Giorgio Fontana di aver commesso gravi reati da cui, solo moltissimo tempo dopo, venne assolto poiché completamente estraneo.
Tortora venne, infatti, accusato ingiustamente di associazione cammoristica e traffico di droga.
Per tali accuse venne dapprima recluso per sette mesi e successivamente condannato, in primo grado, a scontare dieci anni di carcere.
Solo dopo tre anni, nel secondo grado di giudizio, venne assolto.
In tutto il periodo l’Italia letteralmente si divise tra innocentisti e colpevolisti e la vita di Tortora fu completamente sconvolta e distrutta.
Il risarcimento del danno da ingiusta detenzione all’epoca non esisteva poiché fu introdotto solo col DPR n. 447 del 1988 che poi è stato modificato dalla Legge n. 476/1999 e regolato dagli artt. 314 e 315 cpp. 
La pretesa risarcitoria si fonda sul danno procurato dalla privazione della libertà che si sia rilevata ingiusta, anche se disposta dall’Autorità.
La detenzione ingiusta, quindi, si configura sia quando venga provata l’innocenza dell’imputato a seguito di una sentenza di assoluzione per non aver commesso il fatto, perché il fatto non costituisce reato o perché il fatto non è previsto dalla Legge come reato, sia quando intervenga un provvedimento di archiviazione o sia pronunciata sentenza di non luogo a procedere.
Tale richiesta può essere avanzata dal soggetto che ha subito l’ingiusta detenzione e, in caso di decesso, saranno legittimati anche il coniuge, i discendenti, i fratelli, le sorelle e gli affini o chi sia legato da un vincolo di adozione.
Successivamente all’approvazione del DPR sopracitato in Italia si è avuto un ulteriore caso di ingiusta detenzione ovvero il Caso Sabani.
Gigi Sabani era uno degli artisti più amati della televisione italiana tra gli anni 80 e 90.
Nel 1996 Gigi Sabani fu accusato di induzione alla prostituzione e per tale ragione dovette scontare 13 giorni agli arresti domiciliari.
Solo nel 1998 fu prosciolto, ma la vicenda comportò l’allontanamento dell’artista dalla televisione italiana e anche dopo il proscioglimento ebbe notevoli difficoltà a rientrare in televisione a causa del profondo turbamento causato dall’esperienza vissuta.
Il conduttore ed imitatore avviò un procedimento contro il Ministero del Tesoro al fine di ottenere il risarcimento.
Risarcimento che fu quantificato in 24 milioni di lire per i giorni che lo stesso scontò ai domiciliari.
Anche oggi, sebbene non si possa parlare di danno da ingiusta detenzione, possiamo osservare diversi casi di accuse rivolte ad artisti e politici che compromettono pesantemente la carriera degli stessi anche in assenza di una sentenza di condanna.
Possiamo, altresì, osservare come chiunque manifesti la propria opinione e la maggior parte delle volte in modo assai violento e senza alcuna prova concreta.
In questi casi coloro i quali diffondono notizie false o accusa senza averne le prove può, ed in realtà dovrebbe, essere responsabile delle proprie azioni.
Il falso accusatore, infatti, può essere denunciato per diffamazione ed anche per calunnia e tutti coloro i quali esprimono opinioni attaccando e svilendo l’accusato rischiano di essere a loro volta accusati di ingiuria e diffamazione.
Sicuramente la libertà di opinione e il diritto di esprimere il proprio pensiero deve essere tutelata ma questo non comporta che si possa indiscriminatamente scrivere di tutto se non si ha la piena consapevolezza e conoscenza di ciò che si dice e degli effetti devastanti sulla vita altrui.
 
 
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