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IL BUON SENSO E LA CALCOLATRICE
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La pulce nell'orecchio di Annapaola Laldi
1 ottobre 2001 0:00
 
"Caro Lei, la smetta di scialacquare e si metta a risparmiare!"
Questo e', in soldoni, il tenore della risposta che il "Sole 24 ore" del 12 agosto scorso (p.16) ha dato a un lettore che chiedeva consiglio su come far quadrare i conti e rientrare in carreggiata da una situazione debitoria con la banca, nata per aver condotto, fino a quel momento, un tenore di vita superiore a quello consentito, a una famiglia di tre persone, da un reddito mensile di poco superiore ai 5 milioni.
La risposta del quotidiano si articola su due considerazioni, che riporto testualmente:
1. "non c'e' politica di investimenti che possa bilanciare l'abitudine a consumare piu' di quanto si produce";
2. "il risparmio e' il migliore strumento per costruire piccole fortune".
Come, tutto qui? Ma l'avrebbe detto anche mia nonna!
In effetti, la semplicita' della risposta appare disarmante, specie leggendola sul principale quotidiano economico nazionale, dove non ci stupirebbe di trovare una elaborata analisi socio-economica, magari con citazioni di guru della finanza e premi Nobel dell'economia.
E invece no. L'appello e' al piu' puro e semplice buon senso, ed e' questo che, in prima battuta, lascia a bocca aperta.
Ma, davvero, viene da chiedersi, basterebbe una nonna saggia per risolvere almeno alcuni degli intricati problemi della vita post-moderna? Tanto piu' che, all'inizio della risposta data dal quotidiano, pare proprio di vederla questa vecchia -forse e' pure una bisnonna"!- che leva in aria l'indice in tono ammonitore, vagamente intimidatorio, mentre sentenzia: "Anche patrimoni considerevoli sono fatalmente destinati a esaurirsi se le uscite superano le entrate".
Ma perche', allora, a una ottuagenaria che facesse un discorso analogo, ci verrebbe voglia di dare sulla voce, facendole, caso mai, osservare con tono piu' o meno commiseratorio, che le cose non sono cosi' semplici come lei -povero reperto archeologico- crede ancora, mentre, invece, "Il Sole 24 ore" non lo liquidiamo allo stesso modo? Anzi.
Perche' il quotidiano, calcolatrice alla mano, dimostra, senza possibilita' di smentita, la validita' di questa (presunta antica) saggezza.
Infatti, per saldare in un anno il debito di 60 milioni segnalato dal lettore bisognerebbe disporre di piu' di un miliardo investito in titoli di stato. Ma non e' questo il caso.
E allora, appunto, non resta che il risparmio, che, si osserva, e' stato "trascurato in questi ultimi tempi a causa dei miraggi dei facili guadagni di borsa".
Se quella famiglia, ad esempio, riuscisse ad accantonare 170 mila lire al mese, il risparmio annuo sarebbe di 2.040.000 lire. Sembra poco, ma e' -guarda caso- il rendimento di un capitale di 40 milioni investiti in titoli di stato.
Alla fine della dimostrazione, il quotidiano ribadisce l'importanza del semplice buon senso affermando che "per una famiglia di tre persone, prima di ingegnarsi nel ricercare modi di guadagnare, e' piu' semplice rinunciare a un paio di cene al ristorante al mese. Con un po' di allenamento, e un'analisi di quali siano le voci di spesa piu' pesanti del bilancio familiare che 'erodono' maggiormente le entrate, si puo' ottenere di piu' che con qualsiasi investimento fortunato".
Dunque, le nostre sorti economiche stanno davvero nelle nostre mani piu' di quanto siamo abituati a credere?
E come mai, allora, spesso non ci soffermiamo quanto e' giusto, su questo nostro potere, e forse perfino lo snobbiamo?
E' perche' le cifre che possiamo accantonare col risparmio ci appaiono esigue e ci diciamo la fatidica frase: "Mille lire in piu' o in meno, resto quello che sono"?
Ma la risposta del "Sole 24 ore" suggerisce di andare a toccare con mano quale capitale sarebbe necessario possedere per realizzare quella stessa cifra come rendimento. Guardando da questa prospettiva, il giudizio cambia? La somma X vale di piu' ai nostri occhi se e' frutto di rendimento invece che di risparmio? Ma se la valutazione negativa o positiva di UNA STESSA REALTA' e' solo frutto di un meccanismo psicologico, ha senso, continuare a farci guidare da questo meccanismo, anche se esso sembra accettato per buono dalla stragrande maggioranza della gente?
Mi sembrano domande interessanti.
Alle quali un'altra si puo' aggiungere, di portata piu' generale, che suona cosi': quante altre osservazioni di puro buon senso, in ogni settore della vita, vale la pena di rivisitare con attenzione -e magari con l'ausilio degli strumenti piu' moderni- per verificarne la validita' e, caso mai, utilizzarle a nostro vantaggio?
 
 
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