testata ADUC
INCLUSIONE – Lettera aperta a Zaynab e a Gianna
Scarica e stampa il PDF
La pulce nell'orecchio di Annapaola Laldi
11 novembre 2022 8:16
 
 Mentre nel Regno Unito, dall’8 ottobre 2016, Londra ha un sindaco di origine pakistana, il cinquantaduenne Sadiq Aman Khan, che è stato confermato nel 2021, e il fatidico numero 10 di Downing Street, dal 25 ottobre scorso, alloggia il nuovo premier britannico, il quarantaduenne  Rishi Sunak, non solo il più giovane dei premier britannici, ma anche il primo di famiglia non europea, essendo indiano e induista,  noi qui nella piccola provincia italiana dobbiamo ancora occuparci di insulti razzisti a cittadini e cittadine italiane, perché la loro pelle non corrisponde alle aspettative di alcuni visi pallidi nostrani.
Il 19 ottobre scorso mi occupai delle lacrime di due splendide atlete italiane, la pallavolista Paola Egonu (classe 1998) e la velocista Zaynab Dosso classe 1999), provocate da insulti razzisti.
In quell’occasione mi soffermai di più su Egonu, e mi ripromisi di riprendere l’episodio in cui era stata coinvolta Dosso, che, secondo me, aveva bisogno di un’attenzione speciale sia per la persona che l’aveva offesa, una mendicante, sia per la reazione non solo passiva, ma addirittura divertita di chi ne era stato spettatore.
E ora, eccomi qui a riprendere l’argomento con una lettera aperta alle due protagoniste, loro malgrado, di questa vicenda. Siccome non tollero l’anonimità dei miei interlocutori, ho deciso di dare un nome alla persona che chiedeva l’elemosina  - la chiamerò Gianna.
E dunque, riprendendo l’intervista a Dosso ,che mi fa da falsariga, ecco la mia lettera.

 
Cara Zaynab e cara Gianna,
 
il vostro incontro casuale la sera del 16 ottobre, nella periferia nord di Roma, dove tu, Zaynab stavi festeggiando, con degli amici, la nuova casa presa insieme con tua sorella, si è trasformato in un triste scontro che ti ha stravolto e spezzato il cuore, facendoti sentire violata, a causa dell’insulto lanciato contro di te da Gianna che ti aveva chiesto l’elemosina.
Tanto più che, come ricordi nell’intervista di Giulia Zonca, non era “la prima cosa brutta che ci capita da quando ci siamo trasferite”. Infatti, durante il trasloco, da un balcone, è stato lanciato un sasso contro di voi, che tu hai interpretato non come tirato per prendervi, ma per spaventarvi, così che hai detto a tua sorella “Sono dei balordi, lasciamo perdere”.
Questo dico anche a Gianna per ricordarle che anche tu conosci la vessazione, l’intimidazione, come di certo la conosce anche lei che sta sulla strada a chiedere l’elemosina e forse non ha neppure un tetto sotto cui rifugiarsi.
 
Sull’insulto leggo due versioni: nel titolo dell’articolo si parla di “sporca negra”, nel corso dell’intervista, tu parli di “Puttana straniera, torna al tuo Paese”. Due insulti molto scontati, specialmente il secondo, perché per offendere una donna c’è solo questo epiteto e nessun altro.
Ma è facile che Gianna te li abbia tirati addosso tutti e due, in stretta sequenza.
E tu, Zaynab, sei rimasta interdetta – ma dove devo andare? “il mio Paese è l’Italia!”. L’Italia, che tu onori con il dono che ti è stato dato, quello di saper correre veloce, facendo sventolare il nostro tricolore ed eseguire il nostro inno nazionale! L’Italia, che per ora non ha per te la gratitudine che ti meriti, non ti riconosce come sua cittadina, anzi, come sua meravigliosa creatura.
 
Non ti sentire, dunque sola, nel chiedere alla politica, come fai alla fine dell’intervista, che dia un segnale forte contro il razzismo. Anche se la strada appare ancora faticosa, non sei sola! Siamo in parecchi che si stringono intorno a te, chiedono, come faccio io, con queste modeste righe, che si superi il razzismo che inquina l’atmosfera del nostro Paese, perché la forza dell’Italia (come di ogni altro Paese) sta nella maturazione del senso dell’inclusione, e quindi della solidarietà reciproca, da parte di ogni cittadino e cittadina, addirittura di ogni persona che semplicemente abita nel nostro Paese.
 
Ma ora desidero richiamare la tua attenzione sul fatto che tu ritieni senza motivo l’aggressione verbale di Gianna. Alla sua richiesta di elemosina, infatti tu confessi “Siamo state gentili, non avevamo monete e basta …”. E in questa risposta ti segnalo la presenza di un pregiudizio da parte tua. Infatti, chi lo dice che a una persona, che ci chiede aiuto, si debbano dare solo delle monete, e non, per esempio, e per una volta, una banconota? Magari quella più piccola, da soli 5 euro.
Perché, se così fosse successo, tutto sarebbe cambiato, e tu e Gianna sareste diventate amiche.
Vedi, Zaynab, dire a una persona costretta a mendicare che non abbiamo monete, non è segno di gentilezza. Se tu provi a metterti nei suoi panni, lo capisci. Quell’elemosina, per piccola che sia, per una persona come Gianna, fa una differenza  importante – significa mettere qualcosa sotto i denti, quel giorno, oppure continuare un digiuno forzato … E si può capire come la delusione per un aiuto sperato e mancato porti a una reazione forte, pari alla forza della delusione.
 
Ma con tutto ciò, cara Gianna, la tua violenza verbale, per quanto comprensibile, non si giustifica.
Perché, vedi, tu hai dato sfogo non solo alla delusione per la mancata elemosina da parte di un gruppo di giovani donne, da cui avevi pensato di sentirti capita, ma hai riversato su Zaynab l’amarezza, la sofferenza per tutte le umiliazioni subite in tutto questo tempo (quanto lungo?) che sei sulla strada - tutto questo tempo, in cui nessuno, probabilmente, ti ha mai chiesto come ti chiami o quanti anni hai o qual è la tua storia, in cui molti, troppi ti hanno guardato dall’alto in basso con disprezzo o noia, perché ai loro occhi sei solo una persona “importuna”, giacché ricordi loro, con la tua sola presenza, che il benessere può venir meno in quattro e quattr’otto …
Solo che hai sbagliato bersaglio. Te la sei rifatta con una giovane donna che, nonostante ti sia sembrata felice, ha sofferto e sta soffrendo per tanti pregiudizi legati al colore della sua pelle, che la rende “straniera” in questo Paese. E su questo hai sparato le tue contumelie, di cui tu sai benissimo quanto male fanno …
Perché, vedi, a te deve essere sembrato di aver compiuto un’impresa e di esserti fatta bella agli occhi degli astanti, comodamente seduti ai tavolini di un caffè; gente che è rimasta zitta e che, anzi, sfotteva pure o cercava di minimizzare.
Ma ti domando: Gianna, qualcuno di questi benpensanti, dopo, ti ha dimostrato un minimo di solidarietà, ti ha offerto quella pasta, quel caffè o quella bibita, che si stava concedendo per sé? Penso proprio di no.
Perché per loro questo scontro fra te e Zaynab è stata solo una divertente sceneggiata fuori programma, una sorta di “disvalore aggiunto” in quel pomeriggio di un ottobre ancora afoso.
Perché, ai loro occhi pieni di alterigia, tu e Zaynab siete solo due paria, due miserabili, due persone, a cui loro non riconoscono dignità alcuna.
Tu non l’hai capito sul momento, ma spero che tu lo abbia capito riflettendoci in queste quattro settimane. E spero che anche Zaynab abbia capito dove ha sbagliato con te.
 
E questo per dire a tutte e due quanto sarà bello se e quando, incontrandovi di nuovo per strada, vi scambierete un saluto amichevole e un sorriso, e magari vi fermerete in quello stesso caffè a fare colazione insieme per dimostrare che vi siete scoperte sorelle e che da ora in poi l’emarginazione, che ancora alcuni vi fanno sentire, non vi pesa più, perché potete sostenervi a vicenda. Perché ciascuna riconosce e onora la dignità dell’altra.
Questo vi auguro, sorelle mie, o, forse, meglio che dica – figliole mie, magari anche nipotine mie.
Vostra
Annapaola

Nella stessa rubrica: 
  1. 21/9/2022
  2. 28/9/2022
  3. 11/10/2022 
  4. 19/10/2022
  5. 29/10/2022

 
CHI PAGA ADUC
l’associazione non percepisce ed è contraria ai finanziamenti pubblici (anche il 5 per mille)
La sua forza economica sono iscrizioni e contributi donati da chi la ritiene utile

DONA ORA
 
 
LA PULCE NELL'ORECCHIO IN EVIDENZA
 
AVVERTENZE. Quotidiano dell'Aduc registrato al Tribunale di Firenze n. 5761/10.
Direttore Domenico Murrone
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS