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Call center selvaggio: il Senato legittima il massacro telefonico di tutti gli italiani
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Macromicro economia di Domenico Murrone
15 febbraio 2009 0:00
 
E' crisi occupazionale e, nella foga di salvare posti di lavoro, il Parlamento potrebbe regalare una sorpresina a tutti gli italiani. Un fine nobile quello di tutelare l'occupazione con incentivi di vario genere: contributi a fondo perduto alle aziende, diminuzione degli oneri previdenziali per i lavoratori, ecc. Spesso tali aiuti si rivelano inutili, si pensi ai milioni di euro che lo Stato italiano ha regalato ad aziende senza futuro o furbe che, incassati i soldi, hanno comunque proceduto a licenziamenti di massa.
 
Ora ci troviamo in una crisi speciale, mai vista. Nessuno sa con esattezza qual e' la via giusta per stimolare la ripresa. Alcuni dicono: interventi a pioggia; altri: interventi mirati solo verso aziende meritevoli, sane e con prospettive.
Comunque la si pensi, e' difficile accettare provvedimenti di questa natura:
- per evitare il licenziamento degli operai, gli speculatori edilizi (non di piccoli abusi, ma quelli che hanno costruito interi quartieri senza licenze) possono continuare a cementificare per altre 40 settimane;
- per evitare la chiusura delle aziende vitivinicole toscane, e' permesso a chi abitualmente guida in stato di ebrezza di bere vino italiano e Chianti in particolare;
- per evitare la crisi delle istituzioni finanziarie e' permesso a banche e Poste di continuare a vendere prodotti finanziari ipercomplessi a pensionati non amanti del rischio.
 
Sono esempi esagerati? Purtroppo no.
Il Senato della Repubblica ha approvato, all'interno del cosiddetto decreto milleproroghe, il seguente emendamento:
"I dati personali presenti nelle banche dati costituite sulla base di elenchi telefonici pubblici formati prima del 1º agosto 2005 sono lecitamente utilizzabili per fini promozionali sino al 31 dicembre 2009, anche in deroga agli articoli 13 e 23 del codice in materia di protezione dei dati personali, di cui al decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, dai soli titolari del trattamento che hanno provveduto a costituire dette banche dati prima del 1º agosto 2005."
Tradotto vuol dire: le aziende di call center che hanno usato indebitamente dal 2005 ad oggi gli elenchi telefonici con dati acquisiti senza il consenso dei diretti interessati, possono continuare a farlo fino a fine 2009.
In questi anni, non solo hanno chiamato ripetutamente persone che non avevano dato il consenso, ma, come testimoniano le migliaia di denunce e relazioni (dal Garante della privacy, all'Antitrust, all'Agcom), hanno anche travisato la volonta' dei consumatori, attivando contratti senza alcun consenso.
 
Ora il provvedimento deve passare dalla Camera dei deputati per l'approvazione definitiva. Se non venisse modificato, il Parlamento:
- delegittimerebbe il Garante della Privacy, che con suoi provvedimenti aveva vietato l'uso di banche dati in cui sono inseriti i nomi di italiani che non hanno fornito il loro consenso.
- legittimerebbe il comportamento illecito di societa' poco serie che, senza scrupolo alcuno, in questi anni hanno permesso l'attivazione di linee Adsl anche ad anziani che non hanno mai toccato una tastiera di computer.
 
E' con questi metodi che si salvano i posti di lavoro? Il provvedimento e' passato al Senato con voto bipartisan. I futuri martellati da call center selvaggio sanno, cosi', chi ringraziare.
 
 
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