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Europa, nuova stagione
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Stati uniti d'europa di Redazione
15 maggio 2020 17:10
 
È la crisi nella crisi o, come nelle buone serie, l'intrigo nell'intrigo, la storia nella storia. Sullo sfondo del dramma sanitario e della recessione economica, l'Unione europea si sta avvicinando a una nuova ora di verità. Deve andare avanti o indietro e, nel processo, ridefinirsi.

Atto 1 - Lenta a reagire alla crisi sanitaria (che è, in ogni caso, responsabilità degli Stati), l'Unione si confronta quindi, inaspettatamente, con la Corte costituzionale tedesca, che accusa la BCE di andare troppo in là nel finanziamento dei bilanci nazionali e rivendica una forma di supremazia sul diritto europeo. Immediatamente, gli antieuropei, sempre sfumati, hanno annunciato la morte dell'euro, la rottura dell'Unione, l'inutilità della Commissione, ecc. "Cliffhanger" insostenibile ...

Atto II - Caramba, ancora mancato! L'Unione, con il suo innato senso di confusione, riesce ancora a reagire, a definire misure di emergenza, quindi a iniziare a elaborare un piano di massiccia ripresa economica. E soprattutto, Angela Merkel, durante un’interrogazione al Bundestag, sostiene la tesi opposta del primo atto annunciando che desidera un piano di risanamento efficace, che aiuti i Paesi in difficoltà e un passo avanti nell'"integrazione", anche citando a proposito - horresco referens - Jacques Delors, per il quale non potrebbe esserci unione monetaria senza unione politica.

Atto III - È in atto, complesso da comprendere e opaco per gran parte dell'opinione pubblica, secondo la tradizione ben consolidata a Bruxelles. Riguarda due problemi: quale sarà la portata e i termini del piano di risanamento? Cosa c'è dietro la dichiarazione di Angela Merkel, che sembra unirsi alle aspirazioni francesi formulate da Emmanuel Macron, che fa di tutto nel chiedere più azioni comuni:
- Che su questi due punti la montagna di Bruxelles dà alla luce un topo di comunità, e l'Europa sarà regredita verso un semplice coordinamento delle nazioni, con rischi molto gravi per l'euro;
- che al contrario stiamo assistendo a decisioni importanti e che saranno migliorate, non verso il "federalismo" (che supporterebbe un governo comune responsabile nei confronti del Parlamento), ma verso questa "federazione di nazioni" di cui parlava lo stesso Jacques Delors.

Versione pessimistica: gli interessi dei Paesi rigorosi (al nord) sono incompatibili con quelli dei più indebitati (al sud).

Versione ottimista: l'interesse ben comprensibile dai Paesi del nord (e non la loro semplice benevolenza europea) consiste nel salvare la situazione per le nazioni più fragili, altrimenti anche la loro economia ne risentirebbe.

Come nelle serie, ci stiamo avvicinando alla fine della stagione. Eviteremo quindi, in questo articolo, di "rivelare" la fine stessa…

(articolo di Laurent Joffrin, pubblicato sul quotidiano Libération del 15/05/2020)
 
 
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