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Governo. Rotazione dei porti dei migranti. La ministra della Difesa, Elisabetta Trenta: l'Europa non c'è. Lettera alla ministra
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Stati uniti d'europa di Primo Mastrantoni
3 settembre 2018 11:18
 
 Ecco il testo.

Gentile Ministra,

ho letto della sua proposta sulla rotazione dei porti di sbarco dei migranti e della Sua delusione per la risposta negativa degli altri Paesi della Ue. L'Europa non c'è, ha dichiarato rammaricata.

Comprendo la Sua delusione, ma l'Europa non è una entità estranea, ne facciamo parte a pieno titolo. Non è altro, siamo anche noi Europa. 
I rapporti tra stati sono regolati da trattati, convenzioni, regolamenti e protocolli di intesa che si sottoscrivono insieme e, insieme, si modificano.

Come certamente Lei sa, le modifiche al regolamento di Dublino, che prevede come Paese ospitante quello di primo arrivo (es. Italia), possono essere approvate solo alla unanimità dei membri del Consiglio europeo. 
Stante la situazione, basta che un solo membro si opponga alle modifiche e le stesse non si potranno fare.

Il regolamento di Dublino, approvato, in primis dal governo Berlusconi, del quale faceva parte la Lega, è stato recentemente confermato e peggiorato dal governo Conte, poiché il protocollo prevede (punto 6) che il ricollocamento dei migranti sbarcati in Italia possa essere effettuato solo con il consenso degli altri Stati. In sostanza, non ci sarà nessun ricollocamento. 

Certamente è a conoscenza dell'incontro tra il vicepremier Matteo Salvini e il premier ungherese Viktor Orban, presso la prefettura di Milano, quindi un incontro governativo, durante il quale è stato ribadito da Orban il suo no alla ricollocazione dei migranti, tant'è che non ne ha accolto nemmeno uno.

E' di difficile comprensione il Suo dispiacere per i risultati della riunione dei ministri della difesa europei, quando il governo del quale fa parte assume posizioni opposte a quelle da Lei auspicate.

A margine, aggiungiamo che il numero di ingressi illegali, rilevati nell'Ue è stato ridotto del 95% dal suo picco nell'ottobre 2015 e che nel nostro Paese, a maggio scorso (governo Gentiloni), gli sbarchi sono diminuiti dell'80%.
L'Europa, Italia compresa, quindi c'è, con una azione certamente non lineare, spesso non condivisibile e a volte condannabile. 

Dunque, l'emergenza sbarchi non c'è, quel che c'è da fare è gestire i 400 mila immigrati degli anni passati e questo è compito del governo del quale Lei fa parte.

Nel frattempo nubi fosche si stagliano all'orizzonte della Libia: il governo di Fayez Al Serraj, riconosciuto internazionalmente e che l'Italia appoggia, è in pericolo per gli attacchi di alcune tribù libiche e per l'azione espansiva del generale Khalifa Haftar, che controlla parte della Cirenaica e vorrebbe espandersi verso la Tripolitania; Haftar non è proprio nostro amico visto che ha chiesto le dimissioni dell'ambasciatore italiano. 
A novembre si dovrebbe tenere la conferenza multilaterale a Sciacca (Sicilia) e a dicembre si dovrebbero svolgere le elezioni in Libia.
Una situazione fuori controllo può riaprire il flusso incontrollato di migranti.

Insomma, prima di farsi distrarre da problemi marginali occorrerebbe affrontare quelli essenziali.

Cogliamo l'occasione per inviarLe gli auguri di buon lavoro.
 
 
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