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Hard Brexit e futuro flaccido
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Stati uniti d'europa di Redazione
5 febbraio 2019 19:23
 
 Potrebbe essere necessario risolvere l'inevitabile. L’Unione Europea, stanca delle palinodie britanniche, non ha alcuna intenzione di modificare il progetto di accordo al quale è arrivata con Londra dopo due anni di negoziazioni al coltello. Il governo della signora May si è sbagliata con Bruxelles: il Primo ninistro si è lei stessa ricreduta per far salva una fragile maggioranza al Parlamento. Come fidarsi dell'inconstante Albione?
Intanto, contro la volontà dei popoli e dei governi, che ne subiranno le conseguenze, la “hard Brexit” potrebbe imporsi nonostante tutto, come una creatura folle che scappa alle sue creature, in virtù delle divisioni profonde che tranciano l’opinione britannica. Impossibile accordarsi sula meno peggio delle soluzioni, si è scelta la peggiore. Bell’esempio di sovranità in atto. Molti commentatori, attori o responsabili, da una parte e l’altra della Manica, annunciano col cuore una catastrofe. E’ come lanciare il tappo della bottiglia un po' più lontano. Dopo tutto, il popolo britannico ha validamente resistito alle furiose offensive della Luftwaffe, Sopravviverà alla prova della Brexit.
Si possono prevedere molte complicazioni alle frontiere, innumerevoli rompicapi amministrativi, molta confusione in alcuni settori come la pesca, un rincaro dei prodotti al consumo legati al pagamento dei nuovi diritti doganali, un rallentamento economico nato dall’incertezza di mesi, che non si dissiperà così velocemente. Tutto questo è assurdo, ma a lungo termine, la Gran Bretagna si ritroverà faccia a faccia con l’Unione così come con tanti altri Paesi che commerciano con essa. Con questa ironica e amara conseguenza prima di tutto: per scappare ai vincoli nati dalle regole europee, essa dovrà sottomettersi, in posizione di forza minore, a quelli della mondializzazione liberale.
Gli ultraliberali trionferanno: principali promotori della rottura senza discussione, essi hanno il progetto di trasformare il loro Paese in una sorta di vasta Singapore, attirando, grazie all’effetto del dumping sociale e di una flessibilità generalizzata, capitali e multinazionali. Dovendo proteggere le classi popolari- abituale giustificazione dei sovranisti – la Brexit li sottometterà ad una concorrenza più rude e le priverà delle protezioni sociali in vigore. Vasto inganno del nazionalismo, che gioca la sovranità contro la sicurezza popolare che esso stesso reclama. In mezzo, la Gran Bretagna potrebbe perdere, forse, meno di quanto si pensi. Cosa guadagnerà? Niente.

(articolo di Laurent Joffrin, pubblicato sul quotidiano Libération del 05/02/2019)
 
 
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