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Inaugurazione Parlamento europeo. I Ventinove e il british aplomb
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Stati uniti d'europa di Vincenzo Donvito
3 luglio 2019 7:52
 
  Ieri 2 luglio, durante l’inaugurazione del nuovo Parlamento europeo, 29 deputati del Brexit party britannico, durante l’esecuzione dell’inno alla gioia, prima sono rimasti seduti e poi si sono alzati dando le spalle alla presidenza.
Un gesto di contestazione civile in un ambito che non avrebbe potuto essere altrimenti. Bene. Bravi. Ogni manifestazione di idee è ben accetta. Però è bene ricordare che nessuno ha obbligato i 29 europarlamentari di Nigel Farage ad essere presenti all’inaugurazione. Così come nessuno li ha obbligati a presentarsi alle elezioni. E ancora: nessuno li ha obbligati ad accettare l’incarico e a fare tutte le pratiche per l’ammissione e il ritiro dello stipendio. Se poi pensiamo al contesto in cui la loro elezione e nomina è avvenuto, la vicenda è ancora più paradossale. Come paradossale è che la Gran Bretagna abbia tenuto la consultazione elettorale per scegliere chi inviare a Strasburgo per rappresentare il Regno. Ma se quest’ultimo passaggio ha una sua ineccepibilità burocratica, non si può dire altrettanto per questi europarlamentari “brexiters”: le loro manifestazioni anti Ue non servono a nulla – per gli europei, per i britannici e per loro stessi: tutti sono già convinti ed hanno deciso come finisce -, manca solo l’accordo sul percorso, visto che stiamo sono tutti aspettando che i governanti del Regno trovino un accordo per farsi meno male uscendo dall’Unione; e se fino ad oggi questo non è accaduto – e qui, ovviamente siamo di parte – non è certo per responsabilità dell’Unione, ma dei negoziatori brexiters che pensavano di uscire dall’Ue conservando tutti i vantaggi che gli Stati hanno in qualità di membri.

Immaginiamo questi Ventinove la sera dopo l’inaugurazione, mentre cenano in qualche bistrot di Strasburgo, a spese dei contribuenti di un’entità che loro non riconoscono. Mentre si raccontano le emozioni vissute in quel momento delle spalle girate, gli sguardi di altri eurodeputati, i commenti sulle riprese mediatiche del loro gesto. Tutto inutile. La mediatizzazione delle iniziative è importante, serve a comunicare il proprio messaggio… ma nella fattispecie non hanno da comunicare proprio nulla perché tutto ciò che doveva essere detto lo hanno già detto, magari anche con le fakenews grazie alle quali hanno gabbato gli elettori britannici per vincere il referendum che ha dato la Brexit vincente… ma ormai il gioco è fatto.

Noi – europei ed europeisti - siamo estimatori degli esseri umani, inclusi i britannici sudditi della Regina, e speriamo di continuare ad avere con loro (brexiters inclusi) buoni rapporti, anche economici. E proprio per questo siamo rimasti basiti per tanta sfrontatezza. Mi sa che questa volta il tipico e fiero aplomb che viene attributo ai britannici nei vari contesti sia andato a ramengo. E’ questo il nuovo Regno Unito? Fate come volete ma – con altrettanto fiero aplomb che non ha niente da invidiare a quello vostro “storico” - non possiamo che dirvi: fatelo coi vostri soldi e nelle vostre istituzioni. Va bene che lo facciate anche nei bristot dei Paesi dell’Unione (sarete sempre graditi come esseri viventi e come britannici), ma arrivateci a spese vostre e spendete i vostri soldi, non i nostri.
 
 
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