Non è solo
il nuovo nome del portafoglio del commissario all'immigrazione Margarítis Schinás, incaricato di "proteggere il nostro stile di vita europeo", una formula che si riferisce sostanzialmente alla gestione della migrazione, che sta creando non pochi problemi al neonato team di commissari che ci governerà per la prossima legislatura (si dice che siano le concessioni del presidente Barbara von der Leyen ai suoi alleati sovranisti di alcuni Paesi dell'est, ad essere alla fonte di queste "anomalie").
Sia al palazzo Berlaymont, sede della Commissione europea, sia alla sede del Parlamento, ognuno ha la propria battuta sui nomi dei portafogli affidati dal presidente. È divertente vedere che il lettone (PPE) Valdis Dombrovskis, più attento all'ortodossia di bilancio che alle questioni sociali, si trova responsabile di
"l'economia al servizio del popolo"; ci chiediamo come la croata (PPE) Dubravka Suica, a cui è stata affidata la
"democrazia e demografia", sposerà i due concetti; Infine, il portafoglio
"Vicinato e allargamento" affidato all'ungherese (PPE) Laszlo Trocsanyi, il cui Paese è accusato di violazione dello stato di diritto, è ironico. L'ex ministro della giustizia Viktor Orban potrebbe anche essere uno dei candidati commissari sfidati dagli eurodeputati nelle prossime udienze.