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Stati Uniti d'Europa. Consiglio europeo e presidenza tedesca. Discorso integrale di Angela Merkel al Bundestag
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Stati uniti d'europa di Redazione
19 giugno 2020 12:28
 
 Di seguito, il discorso integrale pronunciato al Bundestag dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, alla vigilia del Consiglio europeo e in vista dell'inizio della presidenza tedesca del Consiglio Ue, dal primo luglio prossimo. "Egregio presidente, care colleghe e colleghi, signore e signori: il primo luglio inizia la presidenza tedesca del consiglio Ue, ed e' un compito del quale sono molto felice, cosi' come ne e' felice tutto il governo federale. Perche' l'Europa ha bisogno di noi cosi come noi abbiamo bisogno dell'Europa. Non solo come eredita' storica che ci e' stata regalata, ma come un progetto che ci porta verso il futuro. L'Europa non e' qualcosa che semplicemente possediamo, ma e' qualcosa che dobbiamo possiamo e dobbiamo formare e gestire. Europa e' un ordine aperto e dinamico di pace e liberta', che dobbiamo e possiamo costantemente migliorare. L'Europa era a terra quando e' stata fondata, era distrutta, devastata e litigiosa, dopo la catastrofe della guerra di annientamento e della rottura di civilta' della Shoah, causate dalla tirannia del nazionalsocialismo in Germania. E ai padri e alle madri della fondazione e' riuscito non dimenticare e non negare la profonda diffidenza e le amare esperienze della guerra e della deportazione, ma di adottarle e di trasformarle in un'Europa pacifica e democratica. Crearono allora una comunita' europea dalle macerie di Stati nazionali nemici fra di loro, con l'incondizionata volonta' alla riconciliazione. Partendo da una comunita' economica, i membri si impegnarono ad abolire i controlli alle frontiere e di garantire la liberta' e lo stato di diritto".

"Questo era l'insegnamento della guerra terribile: che in Europa mai piu' la follia nazionalista potesse escludere e disumanizzare singole persone o gruppi di persone, che in Europa la molteplicita' politica, culturale, religiosa non solo dovesse essere rispettata, ma anche protetta. Siamo cresciuti, come Unione europea. L'Unione europea non solo si e' allargata, ma si e' anche approfondita. L'Europa non e' solo diventata piu' grande, ma con ogni vertice, ogni negoziato, ogni conflitto, ogni contrapposizione ha guadagnato in sostanza e - si', anche questo, talvolta pure in modo infinitamente faticoso - nella comprensione reciproca. Questo ci ha anche permesso di superare molte crisi: il rifiuto della Costituzione europea prima della presidenza tedesca del 2007, la crisi finanziaria e la crisi del debito europeo che ci hanno scosso nel 2008 ed infine nel 2015 i grandi movimenti dei profughi. Davvero non e' stato tutto sempre semplice. Ci sono stati amari conflitti, e ci sono state anche ferite. E ci sono stati ogni volta anche equivoci oppure valutazioni sbagliate. Ma non hanno mai portato alla rottura, ma al rifiuto dell'Europa. Per quanto possa sembrare paradossale, a questo non cambia niente neanche un taglio netto come l'uscita della Gran Bretagna dall'Unione europea. Anzi: anche questa decisione, che certamente non abbiamo desiderato, alla fine ha portato che noi 27 Stati membri dell'Unione europea siamo guidati con ancora maggiore forza dalla certezza che solo come comunita' ce la faremo a vivere i nostri valori e interessi europei e di affermarli in tutto il mondo. Questa e' uno straordinario risultato di tutti nell'Unione europea. Forse, signore e signori, l'Europa soffre anche del fatto che noi, che vogliamo l'Europa, troppo di rado diciamo di cosa siamo orgogliosi. Forse l'Europa soffre anche del fatto che per troppo tempo l'abbiamo considerata ovvia, che abbiamo troppe volte permesso agli avversari di parlare dell'Europa, invece di farne, noi che siamo convinti dell'Europa, il cuore della discussione politica".Tutto questo implica ovviamente anche critica o impazienza, di cui l'Europa ha bisogno proprio come la fantasia e la vocazione civile. Per cui lasciatemi dire anche in modo del tutto personale: come tedesca, come qualcuno che ha vissuto i suoi primi 35 anni di vita nella Ddr, l'Europa mi riempie con la sua promessa democratica di liberta' e di uguaglianza in modo immutato, con grande gratitudine e con il dovere di impegnarmi con tutta la forza per questa promessa europea; perche' l'Europa non e' l'Europa che vogliamo se noi l'accettiamo passivamente e in modo comodo.

L'Europa crescera' e si sviluppera' solo se noi indirizziamo su di lei tutta la nostra forza, se sviluppiamo l'ambizione per quello che l'Europa potra' ancora diventare. Accogliamo questa responsabilita' in un momento in cui l'Unione europea sta dinnanzi alla piu' grande sfida della sua storia. Ecco perche' per il governo federale questa presidenza tedesca dell'Ue in mezzo alla pandemia e' una sfida cosi' grande. Perche' da una parte dobbiamo avere la meglio sulle conseguenze della crisi, ma allo stesso tempo dobbiamo rendere l'Europa piu' resistente e maggiormente capace di creare futuro. La crisi che stiamo vivendo e' diversa da tutto quello che abbiamo vissuto sin dalla fondazione dell'Europa. La pandemia del coronavirus ci colpisce tutti, senza colpe e impreparati, in Germania, in Europa e in tutto il mondo. Solo in Europa e' costata la vita a oltre 100 mila persone. Poche settimane di stallo dell'economia sono bastate a mettere in pericolo molto di quello che abbiamo costruito negli anni. Diritti di liberta' ovvi delle cittadine e dei cittadini sono stati provvisoriamente ristretti. Questo e' stato un prezzo molto alto, che ha pesato molto a tutti coloro che erano coinvolti in queste decisioni, anche a me. Le voci critiche verso le restrizioni dei diritti fondamentali erano importanti. Una societa' democratica non sarebbe tale se in essa nessuno reagisce quando vengono toccati diritti democratici fondamentali. Ma ci sono state e ci sono particolari circostanze, per le quali non solo ritengo che queste misure siano state giuste ma anzi irrinunciabili, e alcune, come il rispetto della distanza minima di un metro e mezzo oppure l'indossare negli spazi pubblici una protezione per bocca e naso, le considero ancora irrinunciabili".

"Perche', care colleghe e colleghi, il virus ancora non e' andato via. E' presente finche' non ci sara' un vaccino o un farmaco; in effetti lo vediamo ogni giorno. Ma dobbiamo anche ammettere: la pandemia ha dimostrato quanto sia ancora fragile il progetto europeo. I primi riflessi sono stati piuttosto nazionali e non decisamente europei. Erano, per quanto buone ragioni ci siano pure state, soprattutto irragionevoli. Perche' una pandemia globale richiede un'azione comune e internazionale nonche' un sostegno reciproco. Sono contenta che la Commissione europea sotto la sua presidente Ursula von der Leyen abbia agito in modo cosi' rapido e prudente, incitandoci ogni volta a intese comuni. La pandemia ha anche reso chiara la dipendenza dell'Europa dai Paesi terzi nella produzione di farmaci o di equipaggiamenti protettivi. Le mancanze nell'approvvigionamento, stoccaggio e distribuzione di apparecchiature mediche si sono rese evidenti. E, si', anche le differenze delle situazioni economiche e di bilancio dei vari Paesi membri dell'Ue si sono rese piu' acute tramite la pandemia. A cio' si aggiunge che la pandemia ha si' colpito tutti, ma non tutti allo stesso modo. Le conseguenze mediche ed economiche della crisi approfondiscono le diseguaglianze nella comunita' europea. La pandemia ci mostra che la nostra Europa e' vulnerabile. E per questo dico con la massima convinzione: la coesione e la solidarieta' in Europa non sono mai state cosi' importanti come oggi. Nessun Paese puo' sostenere questa crisi isolato o da solo. La crisi viene superata solo se noi agiamo uno insieme all'altro e uno per l'altro. Il nostro comune obiettivo ora deve essere quello di far fronte alla crisi in modo comunitario, durevole e con lo sguardo rivolto al futuro: e proprio questo sara' il 'Leitmotiv' della nostra presidenza di consiglio Ue. Sono convinta che dinnanzi alla pandemia l'impegno per l'Unione europea non solo si impone, ma che l'appassionato impegno per un'Europa solidale dimostrera' di essere anche economicamente piu' sostenibile di qualsiasi altra cosa. E ovviamente un'Europa forte ha bisogno di una Germania forte".

Affinche' questo rimanga cosi' il governo si impegnera' con tutta la forza, nella misura in cui combattiamo in maniera decisa contro le conseguenze della pandemia, e grazie a voi, grazie alla rapida e decisa azione del Bundestag, abbiamo potuto varare dei pacchetti di sostegno che gia' adesso mostrano alcuni effetti. E non ci siamo limitati a questo ma abbiamo presentato un pacchetto congiunturale per il futuro dell'entita' di 130 miliardi di euro del quale si discute in questi giorni nel Parlamento. Ma al tempo stesso non dovremmo dimenticare che le nostre misure nazionali avranno successo solo se anche gli altri Stati membri dell'Ue sono forti e se la nostra azione nazionale sara' accompagnato dall'azione europea. Per dirla ancora una volta con grande chiarezza: la pandemia ed il crollo economico ad essa collegato sono la piu' grande sfida nella storia d'Europa. Come l'Europa affrontera' queste crisi in confronto ad altre regioni del mondo decidera' del benessere delle cittadine e dei cittadini europei, cosi' come del ruolo dell'Europa nel mondo. Ma il compito e' addirittura ancora piu' grande: perche' in effetti e' doppio. Perche' viviamo in un tempo in cui, del tutto indipendentemente dalla pandemia, il nostro modo di vivere e di gestire l'economia attraversa profondi cambiamenti, mosso da due diversi sviluppi: il cambiamento climatico, che dobbiamo affrontare con un modo di vita a basso tenore di carbonio e, nel futuro, in modo neutrale in termini di Co2, e la digitalizzazione, che cambia in maniera fondamentale il nostro modo di lavorare e di vivere insieme, e questo con una velocita' rapidissima. Da questo consegue che la risposta alle conseguenze economiche e sociali della pandemia non puo', appunto, essere un ritorno ad un lavoro e ad un'economia convenzionali, ma deve rafforzare e velocizzare la trasformazione verso un nuovo modo di lavorare e di fare economia. Da questo dipende se dopo la pandemia avremo imprese creative, competitive e posti di lavoro sicuri in modo duraturo. E sappiamo che altri nel mondo non si stanno riposando, ma stanno agendo in modo molto deciso e molto robusto".

"In questo spirito a meta' maggio ho proposto insieme al presidente francese Emmanuel Macron un fondo forte di 500 miliardi di euro per la ripresa economica dell'Europa. Questo deve rafforzare nei suoi primi anni il nuovo quadro finanziario dell'Ue e soprattutto deve sostenere con investimenti le regioni d'Europa colpite con piu' forza dalla pandemia e la loro capacita' di affrontare il futuro. Saluto con grande favore che la Commissione europea abbia presentato insieme alla proposta per il prossimo quadro finanziario a medio termine anche il proprio piano per la ripresa economica, nel quale si ritrovano anche numerosi aspetti dell'iniziativa franco-tedesca. Gli attuali numeri in effetti dimostrano il drammatico calo dell'attivita' e della forza economiche in Europa, ed e' per questo che adesso dobbiamo agire in maniera decisa e rapida. E' per questo che mi impegnero' affinche' al prossimo Consiglio europeo si arrivi possibilmente presto ad un'intesa sia per il quadro finanziario pluriennale che per un fondo di ripresa. La situazione di partenza e' tutt'altro che semplice. Ma io spero che tutti gli Stati membri adesso agiscano nello spirito del compromesso, dinnanzi a questa situazione del tutto inedita. La cosa migliore sarebbe se riuscissimo a trovare un accordo prima della pausa estiva. Cosi' tratteremmo durante la nostra presidenza del consiglio con il parlamento europeo e i parlamenti nazionali avrebbero il tempo per la ratifica delle decisioni sulle proprie risorse entro la fine dell'anno. A quel punto sia il quadro finanziario pluriennale che il piano per la ripresa dell'Europa - che in effetti sono legati l'uno all'altro - realizzeranno i propri effetti per il bene dell'Europa all'inizio del 2021. Il Consiglio europeo di domani, che si terra' come videoconferenza, per ora e' pensato solo come primo scambio, e poi si saranno consultazioni intensive tramite il presidente del Consiglio Ue".

Decisioni ci potranno pero' essere solo ad un incontro fisico del Consiglio europeo. Il piano per la ripresa d'Europa e' riferito esplicitamente alla pandemia, e' orientato ad uno scopo e limitato temporalmente. Alla Commissione europea viene eccezionalmente dato il potere di porre sul mercato titoli in nome dell'Unione europea e di utilizzarli per aiuti legati alla crisi. Sin dall'inizio ci siamo impegnati che questo accada su una base di diritto certa, che richiede l'unanimita' del Consiglio e che rispetta i diritti di bilancio dei parlamenti nazionali. Saluto per questo con favore la proposta della Commissione europea di ancorare questa misura eccezionale e la sua limitazione temporale nelle decisioni sulle risorse proprie che poi devono essere ratificata da tutti gli Stati membri. Questo fondo rappresenta un urgente imperativo di quest'ora, volto a rendere possibile una ripresa economica duratura di tutte le regioni e di tutti gli ambiti economici in Europa. Solo cosi' potremo assicurare nel lungo periodo convergenza, competitivita' e coesione in Europa. Non dobbiamo permettere che la pandemia possa condurre ad un progressivo divergere delle prospettive economiche dei Paesi membri dell'Ue e che cosi' indebolisca il mercato interno comune, che e' un elemento centrale dell'Europa. E lavoreremo con decisione contro il pericolo che una profonda spaccatura si allunghi attraverso l'Europa. Non dobbiamo essere ingenui: le forze antidemocratiche, i movimenti radicali, autoritari, aspettano le crisi economiche solo per abusarne politicamente qualcuno qui sembra sentirsi chiamato in causa. Aspettano soltanto di alimentare paure sociali e di diffondere insicurezze. Impegnarsi per uno sviluppo sostenibile in tutte le regioni d'Europa rappresenta anche uno strumento politico contro populisti e forze radicali".

"Signore e signori, le aspettative verso la presidenza tedesca dell'Ue sono alte: di questo dobbiamo essere consapevoli. Per questo abbiamo precisato le nostre priorita' nella pandemia, ma allo stesso tempo abbiamo uno sguardo fermo anche sulle altre grandi sfide del nostro tempo. Voglio in questo punto nominare tre ambiti. Primo. La difesa del clima e con essa il passaggio ad un'economia climaticamente neutrale. Dato che il cambiamento climatico ed anche il progresso digitale cambiano profondamente ed in modo radicale il nostro modo di fare economia, di lavorare e di vivere, abbiamo, sulla base delle decisioni sul clima dell'anno scorso, puntato in modo chiaro sia nel nostro pacchetto nazionale rivolto al futuro che nel fondo di ricostruzione sulla promozione di una crescita verde e sul progresso digitale. La strategia presentata dalla Commissione europea per un 'green deal' offre una linea di condotta centrale proprio per la ripresa dell'economia europea e anche una grande opportunita', soprattutto per le imprese europee dotate di grande forza innovativa. Con lo sguardo rivolto alla capacita' dell'Europa di formare il futuro e al futuro delle prossime generazioni continueremo a condurre consultazioni per una legge europea per la difesa del clima, con lo scopo di raggiungere una posizione comune degli Stati membri. Il nostro obiettivo, per il quale abbiamo gia' molto lottato, e' di fissare in termini di diritto la neutralita' climatica dell'Europa entro il 2050 e di adattare di conseguenza anche gli obiettivi per il 2030. Secondo. Vogliamo portare avanti la digitalizzazione dell'economia e della societa'. Per assicurare anche in futuro il successo economico dell'Europa e con esso la sua capacita' d'azione, l'Europa deve acquisire una propria sovranita' sia tecnologicamente che dal punto di vista digitale. Perche' la pandemia ha mostrato con grande chiarezza in quale stato di dipendenza si trovi l'Europa in campo digitale, sia per quello che riguarda la tecnologia, sia per quello che riguarda i servizi".

Ma sovranita' digitale non significa che noi in Europa dobbiamo essere capaci di fare qualunque cosa. Pero' dobbiamo essere in grado di decidere da soli dove e' necessaria una indipendenza europea e come la vogliamo realizzare. Questo riguarda per esempio la realizzazione di una infrastruttura di dati europea sicura e affidabile; ma riguarda anche la costruzione delle capacita' in tecnologie critiche come per esempio l'intelligenza artificiale oppure il computing quantistico. In questo vogliamo utilizzare la nostra presidenza Ue, per andare ancora avanti. Terzo. Le conseguenze drammatiche a livello mondiale della pandemia richiedono che l'Europa si accolli maggiori responsabilita' globali, e questo in un tempo nel quale il clima politico non solo in Europa, ma anche in tutto il mondo, e' diventato piu' ruvido. I conflitti antidemocratici, autoritari e pieni di disprezzo per il prossimo stanno aumentando. Vogliono negare quello per cui l'Europa combatte. Vogliono svuotare lo stato di diritto e la divisione dei poteri. Vogliono mettere in discussione la dignita' dell'uomo, mettere in questione i diritti umani e i diritti civili. Vogliono mettere fine ai confronti con la storia, alla cultura della memoria. E vogliono anche prenderci quello di cui abbiamo bisogno in modo esistenziale in ogni tempo: la capacita' di distinguere la verita' dalla menzogna, l'informazione dalla disinformazione, il sapere dall'ignoranza. A questo ci dobbiamo contrapporre con decisione: non solo qui da noi, non solo in Europa. L'Europa e le sue promesse di pace, liberta' e uguaglianza sono preziose. Non possiamo rimanere indifferenti, se queste vengono danneggiate dall'interno e dall'esterno. Ogni generazione ha il compito di realizzare tutto cio' in modo nuovo, e questo non e' un peso storico, ma un regalo democratico".

"Il mondo ha bisogno proprio in questo tempo la forte voce dell'Europa, per la protezione della dignita' umana, della democrazia e della liberta'; perche' anche molte crisi umanitarie si stanno aggravando, ma finiscono evidentemente sullo sfondo a causa delle vicende attuali. Pertanto terremo conto durante la nostra presidenza anche delle necessita', delle richieste e dei bisogni dei nostri partner nel mondo. Cosi' anche l'Africa sara' una delle priorita' nella politica estera della presidenza tedesca dell'Ue. Gia' adesso si profila come gli Stati dell'Africa soffrano in modo particolarmente forte le conseguenze economiche e sociali della pandemia da coronavirus. Allo stesso tempo proprio gli Stati d'Africa hanno molta esperienza nella lotta delle pandemie, come mostrano in modo impressionante i successi del Ruanda, dell'Uganda o del Ghana nella lotta contro il virus Ebola. Nel vertice dell'Unione europea con l'Unione africana il prossimo ottobre si trattera' anche di trovare risposte comuni alla crisi, su come gli effetti della pandemia possano essere alleggeriti. Ma si trattera' anche di vedere l'Africa come continente del futuro e di formare ulteriormente le nostre relazioni come partenariato. Anche le relazioni dell'Europa con la Cina saranno ancora al centro della nostra presidenza. La decisione di rinviare l'incontro Ue-Cina pianificato per il 14 settembre a Lipsia a causa della pandemia non e' stato facile per noi. Con il presidente del Consiglio Ue Charles Michel e il presidente cinese Xi Jinping sono d'accordo che recupereremo questo incontro. Perche' proprio di fronte ad un partner strategico come la Cina e' importante che l'Europa parli con una voce, quella di tutti i 27 Stati membri. Solo cosi' potremo impegnarci in maniera convincente per i nostri valori e interessi europei".

"Io sono favorevole ad un dialogo aperto, nel quale possiamo continuare a collaborare con la Cina in temi cosi' importanti come il varo di un accordo sugli investimenti, come i progressi nella difesa del clima, oppure come il nostro comune ruolo in Africa, ma anche nelle questioni dello stato di diritto e dei diritti umani, e non ultimi del futuro di Hong Kong, dove siamo mossi dalla preoccupazione che il principio cosi' importante di 'un Paese, due sistemi' possa essere svuotato sempre di piu'. Questo dialogo lo proseguiremo anche nella presidenza tedesca del Consiglio e sperabilmente lo raggiungeremo come Ue in quanto a risultati nella difesa del clima, del libero commercio e del multilateralismo. Signor Presidente, care colleghe e cari colleghi, la pandemia da coronavirus ha completamento messo sottosopra la nostra vita sociale, economica e politica. Viviamo nella pandemia. Ma cosi' come l'Europa ha superato le ultime crisi, confido che anche questa crisi la supereremo insieme, chiedendoci per tempo quali insegnamenti possiamo trarne per l'Europa e come la Germania vi possa contribuire. La conferenza proposta dalla presidente della Commissione von der Leyen sul futuro dell'Europa potrebbe essere in questo senso un formato adatto. Se in questo quadro ci concentreremo su pochi temi, potremmo arrivare in tempo prevedibile a risultati concreti e tangibili, tra cui come sviluppare ancora il sistema di Schengen, modernizzare il diritto di competizione, per adattarlo alle sfide della digitalizzazione e della globalizzazione, e sviluppare una prevenzione alle pandemie in tutta Europa oppure creare un Consiglio di sicurezza europeo nelle questioni di politica estera. Tutto questo e' di grande importanza, ma decisivo e su tutto sovrastante e' che in Europa ci faremo forti con coraggio, l'uno per l'altro, e che percorreremo insieme nuove vie. "Rendere l'Europa di nuovo forte, insieme": proprio questo e' il motto della presidenza tedesca. Per questo la Germania, per questo il governo federale, per questo io mi impegnero' con tutta la forza e la passione nella nostra presidenza tedesca del Consiglio Ue. Io vi prego: fate che realizziamo tutto questo insieme. Vi chiedo il vostro sostegno per intraprendere questa strada. E sono convinta: varra' davvero la pena impegnarsi per l'Europa".
 (Agi)

 
 
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