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Stati Uniti d’Europa. Due mondi a confronto: Salvini e Veil
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Stati uniti d'europa di Vincenzo Donvito
1 luglio 2018 14:52
 
 Oggi ci sono stati due mondi a confronto nell’Europa. La deposizione del corpo di Simone Veil al Panthéon di Parigi e la manifestazione di Matteo Salvini, neo-ministro dell’Interno, a Pontida, nel nord della penisola italiana.
Entrambi i personaggi, in questi giorni, sono al centro dell’informazione a livello europeo.
Simone Veil, giusto un anno fa moriva, ed oggi i francesi hanno deciso, dopo che è stata esposta insieme al marito Antoine il 29 e 30 giugno al Memorial della Shoah, di farla diventare la quinta donna presente nel Panthéon. Artefice della legge sul diritto di aborto in Francia (quando in Italia chi abortiva commetteva un reato contro la stirpe), è stata anche la prima presidente del Parlamento Europeo. E come ascoltavo nella cronaca della cerimonia alla tv France24, mentre il corteo con i feretri entrava nel Panthéon al suono dell’inno alla gioia di Ludwig Van Beethoven, colei che, anche grazie al n.78651 tatuato sul braccio perché rinchiusa da ebrea nel campo di concentramento di Auschwitz, “ha consentito ai giovani che sono qui a ricordarla, di vivere in una Europa senza guerre”.
Matteo Salvini, neo-ministro dell’Interno, non ha bisogno di tante presentazioni, visto che è anche onnipresente sui media italiani e, in queste ultime settimane, anche su quelli europei. A quanto ogni lettore già sa, aggiungiamo quanto ha detto oggi a Pontida, tra un gazebo del Veneto e uno del Molise, rispetto all’argomento che lo ha fatto diventare molto noto: i porti italiani resteranno aperti o chiusi solo per decisione del ministero dell’Interno. Ed ora sono chiusi, anche se il presidente del Parlamento, il pentastellato Roberto Fico, sostiene che dovrebbero essere aperti.
Due mondi che oggi, domenica 1 luglio, sono a confronto mediatico e che, a nostro avviso, dovrebbero e potrebbero servire per meglio ascoltare, meglio riflettere, meglio valutare dove e come stiamo vivendo.
Da una parte chi ha fatto dello straniero e del diverso il vessillo della sua cultura e della sua politica. Dall’altra chi reputa che straniero e diverso debbano essere messi fuori delle mura del proprio castello. Una impostazione, anche filosofica ed economica, che nel 2018 sta riprendendo (se mai si fosse sopita…) vigore per delineare, definire e incastonare le politiche degli Stati, delle Nazioni e dei Territori, per chi -ovviamente – crede che siano ancora queste entità a dover essere punto di riferimento per la nostra felicità.
 
 
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