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Stati Uniti d'Europa. L'inflazione
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Stati uniti d'europa di Primo Mastrantoni
17 maggio 2019 9:38
 
 Alla parola "inflazione" viene in mente la Repubblica di Weimar (Germania - 1919-1933), costituita dopo la Prima guerra mondiale e la caduta dell'Impero tedesco.
 
Dal 1919 al 1923, l'inflazione crebbe in modo abnorme: si pensi che per comprare un francobollo occorrevano 5 miliardi di marchi e per un chilo di pane ci voleva un altrettanto chilo di marchi. Furono 4 anni terribili.

L'inflazione è l'aumento dei prezzi dei beni e servizi che provoca  una diminuzione del potere di acquisto di una moneta.

Un elemento di stabilità e di diminuzione dell'inflazione, nonostante la crescita del nostro debito pubblico, è stato l'euro, avversato da Lega e M5S.
Fuori dall'euro, dicevano, Di Maio e Salvini, per ritornare alla lira, posizione per la quale hanno fatto incetta di voti alle elezioni politiche. Linee di pensiero che tuttora permangono.

Già, ma che cosa succederebbe con il ritorno dell'Italia alla lira, che ha un debito elevato, un rating dei titoli pubblici a due passi dalla spazzatura, una crescita asfittica, una forte svalutazione e gli investitori in fuga? L'inflazione.
Non saremmo nelle condizioni della Repubblica di Weimar, ma l'intero Paese si impoverirebbe pesantemente.

E' l'euro che garantisce una inflazione moderata in una Europa che pur rappresentando solo il 7% della popolazione mondiale, produce il 25% della ricchezza mondiale e spende il 50% delle sue risorse nel welfare, cioè in sanità, assistenza e pensioni.

E' un unicum mondiale.
Da ricordare alle prossime elezioni europee.
 
 
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