Dall'impero russo dello zar Nicola II a quello di Putin I.
E' così? Vediamo.
Il Parlamento europeo ha assegnato il premio Sacharov 2021, per i diritti umani e la libertà di pensiero, ad Alexei Navalny, incarcerato da Putin.
Ieri, la Corte Suprema russa ha ordinato lo scioglimento della più antica ONG per i diritti umani del paese, il Memorial International, fondata nel 1980 proprio da Sacharov, che documentava la repressione politica dell'era sovietica e della violazione dei diritti umani nella Russia odierna. A nulla sono valsi gli appelli dell'Onu e dell'Unione europea.
Negli anni passati il regime putiniano aveva cercato consenso attraverso il controllo dei media, ma ciò non è stato sufficiente e dal controllo mediatico si è passati all'esclusione dei candidati della opposizione alla competizione elettorale, perché avevano partecipato, direttamente o indirettamente, alle attività della associazione di Alexei Navalny. Ovviamente, durante le elezioni del settembre scorso per la Duma - un ramo del Parlamento - non sono stati ammessi osservatori internazionali e i brogli sono stati la naturale conseguenza della mancanza di controlli. Le manifestazioni di protesta sono state violentemente represse, i manifestanti incarcerati o incriminati e i siti web oscurati.
Con la modifica della Costituzione russa sarà possibile a Putin di ricandidarsi fino al 2036. Sarà un nuovo impero russo, con il suo zar: Putin I.
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