I capi di stato e di governo dell'Unione europea ieri hanno adottato la storica decisione di concedere lo status di candidato all'Ucraina, per sostenere il paese nella guerra di aggressione di Vladimir Putin. "Il nostro futuro è insieme", ha detto il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. Il via libera è una vittoria personale per il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, che ha chiesto l'adesione quattro giorni dopo l'inizio dell'invasione il 24 febbraio. "Oggi avete preso una delle decisioni più importanti per l'Ucraina dalla sua indipendenza trent'anni fa", ha detto Zelensky, in un discorso in videoconferenza ai leader dell'Ue: "Questo è il più grande passo verso il rafforzamento dell'Europa". Zelensky ha ringraziato "tutti i leader europei", ma anche "i nostri eroi - tutti quelli che difendono l'indipendenza dell'Ucraina e la libertà dell'Europa con le armi in mano". ..... Ma la storia parte già nel 2014. E i posti a tavola sono due e mezzo: c'è anche lo status di candidato per la Moldavia. Alla Georgia è stato riconosciuta la prospettiva europea.
Lo status di candidato non è l'adesione. Diversi leader dell'Ue hanno voluto sottolineare che serviranno molti sforzi (e molti anni) all'Ucraina prima di entrare effettivamente nell'Ue. Ma con la decisione di ieri i leader hanno cercato di dare corpo al concetto di un'Ue geopolitica, capace di affermare la sua influenza su alleati e avversari. Lo status di candidato "è un segnale molto forte" e un fatto "importante nel contesto della guerra", ha spiegato il presidente francese, Emmanuel Macron. "Dopo il 'no' della Nato" all'ingresso dell'Ucraina "avremmo commesso un errore politico se non avessimo teso la mano a Ucraina e Moldavia". Senza lo status di candidato, "avremmo lasciato un vuoto", ha detto Macron. La decisione “ci rafforza tutti” e “rafforza l'Ucraina, la Moldavia e la Georgia di fronte all'aggressione russa”, ha spiegato la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen.
Il presidente francese non è ancora pienamente convinto che il processo di allargamento sia la strada migliore. "Non dobbiamo vivere tutti nella stessa casa, ma condividiamo la stessa strada", ha detto Macron. Il presidente francese ieri sera ha presentato agli altri leader il suo progetto di Comunità politica europea, che dovrebbe unire l'Ue ai paesi candidati, ma anche al Regno Unito che esattamente sei anni fa ha deciso di andarsene con la Brexit. La sicurezza sul continente uno dei settori indicati da Macron per la sua nuova creatura. Il dibattito durante la cena del Consiglio europeo sulla Comunità politica europea si è incentrato su tre domande. "Perché? Con chi? Per fare cosa?". Non tutti si sono lasciati convincere da Macron.
La festa sull'Ucraina è stata tuttavia rovinata dai Balcani occidentali, il cui processo di adesione è stato trascurato nell'ultimo decennio dall'Ue. Tre leader della regione – l'albanese Edi Rama, il serbo Aleksandar Vu?i? e il macedone del nord Dimitar Kova?evski – lo hanno detto ad alta voce durante il summit Ue-Balcani occidentali che ha preceduto il Consiglio europeo e durante una conferenza stampa congiunta. L'avvio dei negoziati di adesione di Macedonia del nord e Albania è bloccato da un veto della Bulgaria, malgrado il fatto che i due paesi rispettino tutte le condizioni. Alla Bosnia Erzegovina è stato promesso l'ingresso nell'Ue quasi 20 anni fa, ma non ha ancora lo status di candidato. Il Kosovo è l'unico paese dei Balcani a non avere un accordo di liberalizzazione dei visti. Tutti i candidati hanno le loro colpe, ma l'Ue si è quasi dimenticata di loro per opportunismi elettorali nazionali e stanchezza generale.
Il discorso sullo Stato dell'Unione pronunciato da Edi Rama è stato particolarmente deprimente. Il premier albanese ha denunciato “un processo di allargamento corrotto” che permette a un solo paese, la Bulgaria, di prendere in ostaggio gli altri 26 stati membri, oltre i candidati. "E' una vergogna, nel momento in cui nel cortile dell'Europa c'è una guerra", ha detto Rama: "Dicono che Putin sia molto malato. Forse sta bene o è molto malato, ma l'Ue non sta molto meglio". La Russia "sta ricevendo un'assistenza generosa da un paese Nato, la Bulgaria, per destabilizzare un altro paese Nato, la Macedonia". Il premier albanese ha spiegato di essere "dispiaciuto" per gli europei. “Li ho implorati per favore di non lasciare che l'Ue diventasse come la congregazione di sacerdoti che discutevano del sesso degli angeli mentre le mura di Costantinopoli stavano cadendo a pezzi", ha detto Rama.
Il discorso di Rama ha dato una scossa ai leader degli stati membri. Il dibattito sui Balcani occidentali è durato quasi tre ore e mezza. E' stata accentuata la pressione sulla Bulgaria per togliere il veto sulla Macedonia del nord (anche se con una soluzione che non piace per nulla a Kova?evski). La speranza è che lunedì il Parlamento di Sofia sblocchi l'apertura dei negoziati con macedoni e albanesi, malgrado una crisi politica interna che ha portato al voto di sfiducia del premier Kiril Petkov. Le conclusioni del Consiglio europeo sono state modificate per dare più speranze alla Bosnia Erzegovina di ottenere lo status di candidato. Ci potrebbe essere un'accelerazione per liberalizzare i visti per il Kosovo. Nel momento in cui Russia e Cina si sono infilati nel vuoto lasciato dall'Ue nella regione, l'altro banco di prova dell'Europa geopolitica sono i Balcani occidentali.
(David Carretta, Europa Ore 7)
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