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Gli alimenti ultraprocessati fanno male anche ai cani
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Vita da cani di Redazione
2 marzo 2023 8:46
 
I cani dovrebbero mangiare fin da quando sono cuccioli alimenti non processati, costituiti da singoli ingredienti e da scarti del cibo che preparano i loro proprietari come avanzi di carne, interiora e ossa (non cotte), pesce, uova, verdure, cereali e anche frutti di bosco. Questo perché la maggior parte dei cibi pronti per cani, come i croccantini a base di carboidrati e i bastoncini per l’igiene orale (realizzati spesso con sottoprodotti di origine animale trattati), sono ultraprocessati, che sono nocivi anche per la loro salute, come per quella di chi li tiene in casa, soprattutto per l’apparato gastrointestinale. Lo suggerisce uno studio pubblicato su Scientific Reports che, oltre a rappresentare una delle prime ricerche sul tema, è anche una conferma indiretta di quanto è già noto per gli esseri umani. 

Per giungere a questa conclusione, i ricercatori dell’Università di Helsinki, in Finlandia, hanno utilizzato un questionario chiamato DogRisk messo a punto nel 2009, che mette insieme le abitudini alimentari e le patologie gastroenteriche tipiche dei cani come l’enteropatia cronica, un’infiammazione dell’intestino che colpisce molti di essi. Nel questionario i proprietari hanno indicato nel dettaglio l’alimentazione dei cuccioli trai i due e i sei mesi, oppure quella dei cani adolescenti tra i sei e i 18 mesi.

In questo caso, sono state raccolte le risposte relative alla dieta di circa 4.600 cuccioli e di poco meno di 4mila cani adolescenti. L’enteropatia cronica si è poi manifestata in circa mille individui dal gruppo dei cuccioli, pari al 21,7% del totale, e in circa 700 cani dal gruppo degli adolescenti, pari al 17,8% del totale. Confrontando il tipo di alimentazione, è subito emerso come, rispetto ai cani nutriti fin da piccoli con crocchette ultraprocessate, quelli che da cuccioli e da adolescenti avevano ricevuto cibo preparato in casa con ingredienti semplici o avanzi (compresi verdure, patate e pesce cotto) avevano un’incidenza nettamente più bassa di enteropatia cronica. In particolare, i cani che da cuccioli avevano ricevuto cibo non processato o avanzi avevano un’incidenza inferiore di circa il 22% rispetto alla media, a fronte di un aumento di circa il 29% tra i cani nutriti con crocchette ultraprocessate.

Per quanto riguarda gli adolescenti, poi, è emersa un’ulteriore indicazione della validità di abitudini oggi meno diffuse di un tempo, a causa della presenza di cibo industriale, che invece sarebbero da riscoprire. I cani alimentati con cibo non processato tra i sei e i 18 mesi mostravano una riduzione del rischio di circa il 12%, mentre quelli nutriti con gli avanzi di casa avevano un rischio di enteropatia inferiore del 24%, probabilmente perché avevano avuto una dieta ancora più equilibrata e varia rispetto a quella composta, per esempio, da sola carne. Anche per questa fascia di età, i cani nutriti con ultraprocessati mostravano un aumento del rischio del 14,6%.

Gli autori sono andati oltre ai questi risultati, cercando di individuare i cibi migliori per la prevenzione delle enteropatie. Per i cuccioli, la presenza di cartilagini e ossa un paio di volte alla settimana si è tradotta in un effetto preventivo molto evidente, del 33%, così come quella di frutti di bosco anche solo un paio di volte all’anno (-28,7%); al contrario, i cuccioli alimentati anche con bastoncini con pelli trattate chimicamente (con la motivazione di stimolare e pulire i denti e le gengive) mostravano un raddoppio del rischio (+117%).

Naturalmente, visto l’obiettivo di diminuire la produzione di carne nel mondo, il messaggio non vuole essere quello di destinare al proprio cane la carne che normalmente viene venduta per gli esseri umani, perché questo aggraverebbe ulteriormente la già enorme impronta carbonio associata alla produzione di carne per gli animali domestici (in Italia più di 60 milioni). Piuttosto, vuole ricordare ai proprietari che il cane dovrebbe mangiare fino da quando è cucciolo alimenti sani, semplici, vari e – quando adatti – provenienti dalla cucina di casa. In questo modo si tutela la salute del cane adulto, si risparmia, si contribuisce a ridurre le emissioni associate alla carne e a ridurre lo spreco alimentare.

(Agnese Codigliola su Alimentando.info del 15/02/2023)

 
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