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Un gatto che imita i comportamenti umani. Sorprendente scoperta
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Vita da cani di Redazione
9 agosto 2023 0:01
 
 Abbiamo sempre attribuito ai gatti una certa indipendenza di spirito, lontana dal desiderio di imitare gli umani. Ma cosa succede se quella convinzione è stata scossa da un singolo felino? Scopri o riscopri la storia di Ebisu per la Giornata internazionale del gatto, 8 agosto, un gatto che sfuma i confini tra il mondo animale e il comportamento umano.

C'erano le scimmie, naturalmente. Ma anche orche, elefanti, delfini, gazze e cani. Dobbiamo ora aggiungere i gatti a questo breve elenco. Quello degli animali che sono in grado di imitare il comportamento umano. È quanto si apprende da uno studio condotto da etologi della Eötvös Loránd University (Ungheria). Una sorpresa, perché i ricercatori non credevano che i gatti avessero le capacità cognitive necessarie per l'imitazione intenzionale.
Per ottenere questo risultato i ricercatori hanno applicato un metodo educativo già collaudato nei cani, il metodo “fai come faccio io”, inteso come “Fais comme moi”. Come funziona? In una prima fase, all'animale deve essere insegnato a compiere un'azione sotto il comando "Fai come me". Quindi, l'operazione viene ripetuta. Fino a mostrare un'azione completamente nuova accompagnandola con lo stesso ordine "Fai come me".

Capacità cognitive da confermare
Il "copycat" - inglese per "imitatore" - ricercatori - un gatto di 11 anni di nome Ebisu - ha così risposto - nell'81% dei casi - a 18 comandi di imitazione per azioni che non aveva mai fatto prima. Questi includono: aprire un cassetto, allungare una zampa o toccare un giocattolo.
Secondo la persona che le vuole bene, la gola di Ebisu ha giocato un ruolo importante nel successo dell'apprendistato. Ma per i ricercatori questo esperimento dimostra che il gatto – questo comunque – è in grado di avvicinare le parti del proprio corpo a quelle di un'altra creatura. E che possa quindi capire come il suo corpo possa agire in modo simile. Altri ricercatori mettono in guardia dal saltare alle conclusioni. Lo studio oggi riguarda solo su un singolo gatto.

(Nathalie Mayer su Futura-Sciences del 08/08/2023)
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