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Vita da cani. I fatti di Priolo Gargallo e le conseguenze giudiziali
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Vita da cani di Angela Furlan
18 maggio 2020 15:13
 
  Il 7 maggio scorso a Priolo Gargallo, un comune in provincia di Siracusa, è accaduto un terribile fatto di cronaca nera ai danni di un cane, che mi ha talmente inorridita da scriverne per poterne seguire gli sviluppi e contribuire a mantenere alta l’attenzione mediatica: episodi simili non si devono ripetere più.

Si tratta di un cane legato al parafango di un’auto e trascinato per chilometri abbandonandolo, in fin di vita, ai margini della strada. L’animale agonizzante veniva immediatamente soccorso da alcuni passanti che lo conducevano presso una vicina clinica veterinaria.. Il medico riscontrava lesioni ed abrasioni tali da provocarne un arresto respiratorio durante la visita per cui, suo malgrado, si vedeva costretto a porre fine alle sofferenze praticandogli l’eutanasia.

La foto dell’auto che trascina il cane ha fatto rapidamente il giro del web ed è finita anche sulle pagine online dei principali quotidiani nazionali. E’ un’immagine che fa paura per quanta brutalità e crudeltà esprime: una scena che non vorremmo vedere nemmeno in un film!

Scrivo questa storia perché la ritengo un dovere civico mio e di tutti coloro che amano e rispettano gli animali – ed ormai siamo i più – ed intendo usarla per garantire e raccontare lo svolgimento di un equo processo nei confronti del presunto responsabile. E, laddove se ne ravvisasse la necessità, riportare all’attenzione dei nostri legislatori le criticità della normativa vigente affinché possano intervenire.

Per maggiori informazioni sulla vicenda ho contattato due delle più attive e note associazioni animaliste presenti sul nostro territorio: LAV e APE ed entrambe hanno dichiarato di volersi costituire parte civile in sede processuale.
In particolare, Rinaldo Sidoli, portavoce di Alleanza Popolare Ecologista (APE), ha richiamato l’esecutivo a tenere fede a quanto previsto espressamente nell’ultima parte del punto 22 del programma di Governo che sancisce proprio la necessità di “rafforzare la normativa per tutelare gli animali, contrastando ogni forma di violenza e di maltrattamento nei loro confronti”. Secondo Sidoli, questo ennesimo episodio di maltrattamento/uccisione è la prova inconfutabile della necessità di inasprire le pene per chi maltratta ed uccide gli animali, e suggerisce di riprendere il DDL S. 1078 a firma del senatore Gianluca Perilli (M5s) oppure di sbloccare il PDL n. 847 dell’on. Patrizia Prestipino (Pd).
Grazie anche all’ufficio legale della LAV si sta cominciando ad incardinare il processo.

Premesso che al momento siamo nella fase delle indagini preliminari, credo sia utile far presente che l’ufficio legale di Lav, già lo scorso12 maggio, ha anticipato al Procuratore della Repubblica di Siracusa una nota per la richiesta di indagini celeri e comunque in tempi ragionevoli per la tenuta di un equo processo. E’, invece, di questi primissimi giorni della settimana, la notizia dell’imminente deposito della denuncia presso la Procura della Repubblica di Siracusa da parte della stessa Lav. Denuncia dove, oltre a contestare il reato di uccisione di animali ex art. 544 bis del c.p. nonché il reato di maltrattamento degli stessi con l’aggravante della morte ex art. 544 ter, comma III, c.p., si suggerisce l’espletamento di indagini accessorie quali, ad esempio, l’acquisizione della documentazione medico-veterinaria e, qualora possibile, l’effettuazione dell’autopsia sul corpo del cane. In questo caso, in particolare, Lav si richiama al protocollo d’intesa tra l’Arma dei Carabinieri e la Lav siglato nel 2017, grazie al quale la stessa associazione, per una maggiore tutela degli animali, può segnalare ai Comandi dell’Arma situazioni che necessitano di intervento e/o approfondimento. Sinergia che mai, come nel terribile fatto di Priolo, è auspicabile.
 
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