A parte gli introversi e alcune specie di presunti assennati, in diversi staranno seguendo i consigli di moderazione nel cibo come parentesi tra Natale e Capodanno. In vista della “
scadenza” dei primi del 2020 sui SALDI, ci siamo chiesti se altrettanta moderazione esiste e viene praticata per gli acquisti.
Ovviamente c’è una oggettività che ha predominanza: le tasche degli acquirenti non sono senza fondo. Ma a questa oggettività c’è da aggiungere la
compulsività individuale e collettiva, nonché
i piani di marketing di chi offre le cosiddette occasioni.
Dopo l’abbuffata di acquisti caratterizzata dall’anglofon(B)ia degli stimoli
(single day, black fryday, black week, black monday, etc) ci stiamo appropinquando ad una presunta nuova abbuffata più italica quanto anacronistica, ipocrita e, sostanzialmente, diseducativa ed assurda: i SALDI!!
Sarebbero quelli che, nella loro ufficialità anche normativa/istituzionale (
sic!),
si tengono due volte l’anno (inizio anno nuovo e inizio estate) per dar modo ai due soggetti coinvolti, negozianti (per dare via gli avanzi delle stagioni di grandi vendite già passate) ed acquirenti, di guadagnare/risparmiare.
Con una sorta di irrispettosa deriva rispetto alla sacralità delle feste, “
dimenticandosi” la Befana (
un tempo con meno anglofon[B]ia fulcro unico dei doni), la prima data dei SALDI è quella del 2 gennaio (Sicilia), seguita dal gruppo delle altre regioni il 4 e il 5 gennaio.
Ci sono due aspetti degli acquisti “d’occasione” che è bene prendere in considerazione: istituzionale ed individuale.
Istituzionale. Sono i SALDI. Normati addirittura da leggi nazionali e regionali che, solo per stabilirle e metterle agli atti e diffonderle, hanno un costo per l’intera comunità, Noi continuiamo a scervellarci per capire perché i nostri legislatori siano ancora così tonti da continuare a farlo… ma forse siamo solo ingenui o cretini o attaccati al binomio dare/avere che dovrebbe caratterizzare ogni livello dell’amministrazione… e qui – dare/avere- ci appare anche nell’ambito del non-sense, dell’assurdo
Individuale. Come sempre,
gli individui/acquirenti, sono molto più intelligenti e più avanti dei loro rappresentanti istituzionali, e non danno credito delle loro indicazioni, acquistando quando vogliono o quando credono di aver trovato l’occasione. Ovviamene ci sono delle
nicchie, tipo qualcuno che scrive ad Aduc per chiedere cosa fare visto che la maglietta comprata il giorno 20 l’ha vista il giorno 21, nello stesso negozio, a metà prezzo… oppure, sempre a metà prezzo, lo stesso giorno nel negozio accanto o nel web un po’ più in là…
ma nicchie in estinzione, per l’appunto.
Su istituzioni e individuo, come una cupola sempre illuminata a festa, c’è il mercato. Che alcuni hanno capito che è lì in modo permanente ed altri
(istituzioni e nicchie di individui) non se ne danno una ragione o fanno finta (istituzioni) di non darsela.
Quel che ci preme rilevare è il
rapporto tra istituzioni ed amministrati, che abbiamo rilevato come
anacronistico, ipocrita e, sostanzialmente, diseducativo ed assurdo: rapporto funzionale solo alla nicchia di amministrati che sembra non si siano accorti di dove vivono.
Quindi istituzioni che non servono a tutti, ma a pochi, molto pochi e in estinzione. Che spreco!!!