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Ma io, chi sono? Ovvero: una domanda... e basta
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La pulce nell'orecchio di Annapaola Laldi
1 aprile 2005 0:00
 
Vi sono cose -tante, in verita'- che parlano da sole con grande potenza, senza bisogno di molte parole di commento. La poesia che propongo qui e' una di queste, e la offro a chi non la conosce come un dono prezioso.

"Ma io, chi sono davvero?" -quando questo interrogativo comincia a risuonare nella coscienza di una persona, le cose cambiano necessariamente. Magari devo constatare che io, che mi credevo tutta d'un pezzo, in realta' sono a pezzi.. E come posso maneggiarli, questi pezzi, che appaiono cosi' differenti tra loro, tanto da sembrare appartenere a realta' diverse?

Nella drammatica situazione di prigioniero per la sua resistenza attiva, politica e religiosa, al regime nazista, il trentottenne pastore luterano Dietrich Bonhoeffer tocca con mano questo aspetto della condizione umana e lo rivela con una onesta' che e' in grado di continuare a far luce nelle coscienze al di la' del tempo (la poesia e' del giugno 1944), e anche, a me pare, della conclusione a cui arriva lui, che e' quella di un sincero credente cristiano.

"Chi sono io? Porre domande cosi' da soli e' a scherno mio", dice il penultimo verso; ovvero, in altri termini: se questa domanda, "chi sono io?", me la faccio in modo isolato, e' una presa in giro -che e' come dire la necessita' di inscrivere tale interrogativo in un orizzonte piu' ampio, che Bonhoeffer chiama "Dio", e che qualcun altro potrebbe identificare con una immensita' istintivamente avvertita, ma non necessariamente fornita di un nome.

Dietrich Bonhoeffer (4.2.1906-9.4.1945)

Chi sono?

Chi sono? Spesso mi dice questo o quello
che dalla cella in cui son tenuto
esco disteso, lieto e risoluto
com'esce un signor dal suo castello.

Chi sono? Spesso mi dicono
che parlo a chi mi sorveglia
con liberta', affabilita' e chiarezza
come spettasse a me di comandare.

Chi sono? Anche mi dicono
che sopporto i giorni infelici
imperturbabile, sorridente e fiero
come chi e' avvezzo alla vittoria.

Sono io veramente cio' che gli altri dicono di me?
O sono soltanto cio' che io stesso conosco di me?
Inquieto, pieno di nostalgia, malato come uccello in gabbia,
bramoso di aria come mi strangolassero alla gola,
affamato di colori, di fiori, di voci d'uccelli,
assetato di parole buone, di umana compagnia,
tremante di collera davanti all'arbitrio e all'offesa piu' meschina,
agitato per l'attesa di grandi cose,
preoccupato e impotente per gli amici infinitamente lontani,
stanco e vuoto nel pregare, nel pensare, nel creare,
spossato e pronto a prendere congedo da ogni cosa?

Chi sono? Questo sono o sono quello?
Sono oggi uno, domani un altro?
Sono io l'un l'altro insieme? Davanti agli uomini un simulatore
e davanti a me uno spregevole, querulo vigliacco?
O cio' che ancora io sono somiglia all'esercito sconfitto
Che si ritrae in disordine davanti alla vittoria gia' conquistata?

Chi sono? Porre domande cosi' da soli e' a scherno mio.
Chiunque io sia, tu mi conosci, tuo io sono, o Dio!



NOTE
Il titolo della poesia in tedesco e' Wer bin ich? (clicca qui)
La traduzione italiana qui proposta, con il gentile permesso della casa editrice, e' quella di Alberto Gallas e si trova in DIETRICH BONHOEFFER, Resistenza e resa, Queriniana, Brescia 2002 (pp. 479-480). La casa editrice Queriniana (clicca qui) sta ultimando la pubblicazione della traduzione delle opere di D. Bonhoeffer secondo l'edizione critica tedesca.
Un'altra traduzione della poesia si trova in un agile ed elegante volumetto, scritto da una delle nipoti del pastore luterano e corredato di numerose fotografie: RENATHE BETHGE, Dietrich Bonhoeffer. Un profilo, Claudiana, Torino2004 (clicca qui). Chi sono io e' anche il titolo di un altro volume della stessa collana che riporta la poesia con chiose tratte da altri scritti di Bonhoeffer.

Per le seguenti note biografiche mi sono avvalsa di: FULVIO FERRARIO, Dietrich Bonhoeffer, Claudiana, Torino 1999, un piccolo libro eccezionale anche nel prezzo (solo ¤ 2,58!). I numeri delle pagine si riferiscono a questo libro.

DIETRICH BONHOEFFER era nato a Breslavia il 4 febbraio 1906. Dotato di una mentalita' aperta, diciottenne, nel 1924, colse a Roma "la serieta' spirituale del cattolicesimo" (p. 14), e fu sensibile all'ideale monastico con cui venne a contatto nella chiesa anglicana, durante i suoi viaggi in Inghilterra. Oltre che in Italia e in Inghilterra, fu in Spagna (visse un anno a Barcelona) e anche negli Stati Uniti. Pur potendo allontanarsi dalla Germania e aiutare comunque l'opposizione al regime nazista, che mostro' fin da subito il suo volto violento, resto' nella sua patria per partecipare direttamente alla resistenza morale e religiosa al regime attuata, col seminario di predicazione di Finkenwalde, dalla Chiesa confessante che si opponeva alla titubanza che la Chiesa luterana ufficiale mostrava verso il nazismo, dalla quale titubanza pote' nascere, prima, il gruppo filonazista dei "cristiano-tedeschi", e poi la "Chiesa del Reich", perfettamente allineata al regime (del resto, anche la Chiesa cattolica ebbe premura di firmare -20 luglio 1933- un Concordato con la Germania hitleriana). La reazione repressiva del nazismo fu pressoche' immediata, e fin dal 1935 il seminario di Finkenwalde fu osteggiato e quindi chiuso nel 1937. Bonhoeffer, che nel frattempo era stato anche privato dell'autorizzazione ad insegnare all'universita', continuo' a lavorare clandestinamente alla formazione dei pastori della chiesa confessante e a predicare, finche' gli venne proibita anche quest'ultima attivita' nel 1940 (nel 1941 gli verra' proibito anche di pubblicare). Nel frattempo, a guerra iniziata, grazie alle parentele acquisite con i matrimoni delle sorelle, Bonhoeffer era entrato in contatto con alcuni alti ufficiali, tra cui l'ammiraglio Canaris, e funzionari che miravano in primo luogo a convincere lo stato maggiore dell'esercito ad attuare un colpo di stato per porre fine alla guerra e alla dittatura. Bonhoeffer, grazie alle sue conoscenze all'estero, specialmente in Inghilterra, si impegno' a svolgere una attivita' di collegamento che lo porto' piu' volte in Svizzera (anche per recare al sicuro un gruppo di Ebrei) e in Norvegia -invano, perche' inglesi e americani pensavano che le notizie di una resistenza interna al nazismo fossero un trucco del regime, e lasciarono perdere.
Il 5 aprile 1943, Bonhoeffer fu arrestato insieme ad altre persone anche della sua famiglia e per due anni restera' detenuto, senza processo, prima a Berlino e infine nel lager di Buchenwald. Il fallimento dell'attentato a Hitler del 20 luglio 1944 segno' la fine di ogni speranza.
L'assassinio di Bonhoeffer per impiccagione nel lager di Flossenbuerg, all'alba del lunedi' 9 aprile 1945, ha il sapore amaro e crudele, da un lato, della mera vendetta di un uomo -Hitler-, ormai condannato, che vuole portare tutto e tutti nella rovina che lo sta travolgendo, e dall'altro, dell'ironia della sorte. Prelevato il 3 aprile dal lager di Buchenwald, troppo esposto all'imminente invasione degli alleati, Bonhoeffer fu trasferito in Baviera, insieme con altri prigionieri, di cui Hitler personalmente decreto' la morte il 5 aprile. Un ufficiale delle SS parti' da Berlino per mettere in scena una farsa di processo che si svolse in poche ore la domenica 8 aprile e durante il quale ci si accorse che Bonhoeffer era stato "lasciato" in un'altra localita'. Ritrovato e trasportato a Flossenbuerg quella sera stessa, la mattina dopo fu impiccato con gli altri compagni di sventura.
Non si puo' concludere questa nota biografica, senza segnalare l'alto tributo di vite offerto dalla famiglia Bonhoeffer alla resistenza al regime nazista. Oltre a Dietrich, in quell'aprile del 1945, furono uccisi il fratello Klaus, e i cognati Ruediger Schleicher e Hans von Dohnanyi. Li aveva preceduti, l'8 agosto 1944, lo zio materno, generale Paul von Hase.

ULTERIORE BIBLIOGRAFIA SCELTA
Le numerose opere di Bonhoeffer sono conosciute da tempo anche in Italia. Per la loro brevita' e, tutto sommato, facilita' di approccio, si segnalano: Pregare i salmi con Cristo, Venga il tuo regno, e poi Fedelta' al mondo, La vita comune, tutti pubblicati dalla Queriniana di Brescia. L'opera piu' famosa e' Resistenza e resa (lettere e altri scritti dal carcere), che e' pubblicato sia dalla Queriniana, gia' citata, sia dalle Edizioni Paoline (1988). Un altro epistolario e' Lettere alla fidanzata -Cella 92 (1943-1945), anch'esso pubblicato dalla Queriniana.
Dietrich Bonhoeffer ha avuto un appassionato biografo in Eberhard Bethge, l'amico fraterno di tre anni piu' giovane di lui, conosciuto nei primi tempi di Finkenwalde, col quale si imparento' (Bethge ne sposo' una nipote) e rimase in contatto epistolare sino alla fine. Di EBERHARD BETHGE e' la monumentale biografia di un migliaio di pagine: Dietrich Bonhoeffer: teologo cristiano contemporaneo, Queriniana, Brescia 1975 e 2004, e anche il piu' maneggevole Amicizia e resistenza, Claudiana, Torino 1995.
 
 
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