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BANCA D'ITALIA E RISIKO BANCARIO- FUNZIONI E IMPLICAZIONI
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Macromicro economia di Selvaggia Malvezzi
15 febbraio 2006 0:00
 
Nei giorni passati i riflettori sono tornati a puntare su banche e Mario Draghi. Una volta ancora Banca d'Italia e' stata portata al centro del Risiko bancario in atto da qualche anno. Posto che non avrebbe senso parlare di un Banca d'Italia che acquisti o venga acquistata, vediamo un po' che ruolo dovrebbe avere su questa scacchiera internazionale in cui sono trascinati i nostri soldi. Non dimentichiamoci che, se da un lato e' un nostro dovere lavorare per guadagnare e risparmiare in modo da assolvere debiti passati, presenti e futuri; d'altro canto e' un nostro diritto -e perfino Costituzionale- che tale risparmio venga tutelato. Attenzione pero' a non fare confusione, stiamo parlando di risparmio e non di investimenti. Affinche' sia possibile tutelare il risparmio deve esserci un equilibrio macroeconomico del Paese. La macroeconomia non e' altro che l'insieme di tutto cio' che in un Paese genera una richiesta o un avanzo di soldi. Lo so che la mia ex prof di Macroeconomia sta inorridendo ed ha degli attacchi di nervi.. ma mi perdonera', e' lei che mi ha spiegato sempre tutto partendo da esempi eccessivamente semplicistici per arrivare a concetti molto complessi. Perche' ci sia l'equilibrio macroeconomico -o almeno non si sia troppo lontani!- vi sono diversi presupposti ma uno in particolare riguarda la Banca d'Italia. Infatti e' proprio quest'ultima che deve fare si' che vi sia stabilita' ed efficienza del sistema finanziario. poi alla politica, alla immagine del "Made in Italy" ed a tutti gli altri fattori penseranno i rispettivi enti. Banca d'Italia deve quindi presidiare, vigilare e controllare il sistema bancario: direbbe l'ex presidente della repubblica Oscar Luigi Scalfaro che deve essere "Superpartes" . o no?

La vigilanza creditizia e finanziaria
In molti -io per prima- si saranno chiesti se e quando o quanto debba intervenire Banca d'Italia nei rapporti tra le varie banche. e se interviene cosa deve difendere? Sicuramente non la tanto dibattuta "italianita'" del sistema. Si utilizzerebbe una istituzione governativa per andare contro l'Unione Europea, altra istituzione governativo di grado superiore in ambito economico. Infatti uno dei tre fondamenti per cui e' stato costituito il mercato comune europeo e l'euro e' proprio la liberta' e la facilita' di scambi economico-finanziari tra gli Stati che compongono questa area geografica.
Secondo l'attuale Legge la vigilanza sull'attivita' bancaria persegue gli obiettivi della sana e prudente gestione degli intermediari perseguendo l'obiettivo della stabilita' complessiva, dell'efficienza e della competitivita' del sistema bancario e dell'osservanza delle disposizioni in materia creditizia (legislazione sia italiana che Europea). Nell'ambito delle Autorita' creditizie, la Banca d'Italia, quale organo di vigilanza, oltre a fare controllo ha anche la facolta' di scrivere leggi: emana regolamenti e assume provvedimenti nei confronti degli intermediari. Vigilanza e legiferazione riguardano l'adeguatezza patrimoniale, il contenimento dei rischi, le partecipazioni detenibili, l'organizzazione aziendale con particolare riguardo al sistema dei controlli interni. Per quanto riguarda la trasparenza e l'operativita' sui mercati invece e' compito di Consob (Comissione Nazionale per le Societa' e la Borsa) . In altre parole la funzione di vigilanza di Banca d'Italia si basa su poteri autorizzativi, regole prudenziali, analisi delle situazioni aziendali, interventi, ispezioni, gestione delle crisi aziendali.
Ora che abbiamo stabilito che puo' e deve intervenire in caso di fusioni e accordi tra banche, rimane da chiarire il concetto di prudenzialita' . un po' come per l'imprenditore il concetto del "buon padre di famiglia".
Aiuta il fatto che la "mission" della Banca d'Italia comprende:
* promozione e tutela della concorrenza nel settore del credito;
* lotta a riciclaggio e usura;
* corretto funzionamento dei mercati monetari e finanziari.
Vorrei sottolineare che tutte queste funzioni di supervisione e intervento vengono espletate nel rispetto di emendamenti e regolamenti della BCE (Banca Centrale Europea) e spesso in sinergia con le altre BCN (Banche Centrali Nazionali), soprattutto nel caso dei mercati monetari e finanziari.
E' facile intuire quali siano gli effetti immediati per i consumatori di "movimenti o accordi" tra banche e istituti finanziari. L'accorpamento di banche, reso necessario per sostenere la concorrenza di grandi istituti americani e nipponici o europei, cambia innanzi tutto le condizioni di solvibilita' della banca: ohibò!!! Chi se ne va in vacanza coi miei soldi?! Forse non e' proprio cosi' grave ma il rischio c'e', soprattutto verso aziende, istituti e altre banche ed in caso di crisi verrebbe messo in grave crisi l'intero sistema finanziario del Paese con conseguenza su quello produttivo ecc. ecc. E poi -sempre per stare nell'ambito del budget familiare- implica che la mia banca molto probabilmente mi cambiera' le condizioni contrattuali . difficilmente in meglio .. ed i cambiamenti vengono comunicati a consuntivo. Certo si puo' retrocedere dal contratto ma anche questo comporta disagi e costi. La speranza e' che grazie alla vigilanza degli istituti predisposti, compreso il CICR (nota 1), le forze di mercato ci facciano convergere verso una offerta piu' internazionale e piu' competitiva. Quando ero piccola ricordo che "i grandi" - da toni e parvenze molto "seriose" - quando venivano a trovare papa' commentavano disperati di "cartello bancario.. proprio come quello dell'OPEC".. Parole grosse ai tempi ma che ora sono molto chiare e mi auguro che troppi accorpamenti non ci riportino ad una situazione simile; in un contesto di non crescita economica, come quella attuale in Italia, sarebbe insostenibile per il Paese.

Curiosita' storica
Storicamente la funzione di vigilanza non apparteneva alla Banca d'Italia, essa apparteneva al Tesoro -come in Francia- poiche' si riteneva che fosse il Governo a dovere rispondere davanti ai cittadini di una violazione di interessi molto corposi qualora una banca entrasse in crisi. In una economia mista (come il caso Italia) in cui molti grandi istituti finanziari sono pubblici -specialmente dagli anni 50 in poi es. IRI- era facile che vi fossero conflitti di interesse. Quando Luigi Einaudi fu ministro del Bilancio e governatore della Banca d'Italia, egli fece attribuire per delega la responsabilita' di vigilanza alla Banca d'Italia. Nel 1993 la Banca d'Italia ha ricevuto in via principale il compito della vigilanza. Poco tempo prima aveva ricevuto il compito dell'antitrust: in nessun Paese quest'ultimo e' associato al compito di vigilanza (almeno non che mi risulti: ma se qualcuno ha le prove del contrario mi scriva! Gli offro la pizza). C'e' chi sostiene (o maligna) che la ragione per cui la Banca d'Italia abbia ricevuto questi compiti in via diretta sia perche' l'allora ministro del Tesoro Guido Carli, che comprendeva bene gli sviluppi della situazione economica europea, sapendo che il Trattato di Maastricht avrebbe sottratto alla banca centrale la sua ragione d'essere (emissione moneta passa alla BCE con l'euro), le volle attribuire un compito che in qualche modo riempisse il vuoto che veniva a crearsi nelle funzioni storiche della Banca d'Italia.

Vediamo ora alcune delle altre funzioni, ovviamente non tutte!
* Banca d'Italia e' inoltre la "banca delle banche" nonche' la banca dello Stato, ovvero svolge la funzione di tesoreria dello Stato: in altre parole banche e Governo hanno un conto corrente presso di lei e Banca d'Italia esegue le operazioni di incasso e pagamento disposte dalle amministrazioni dello Stato e degli istituti finanziari. Lo stesso per le banche: anche loro hanno un conto corrente presso di lei dove mantengono le riserve monetarie minime, obbligatorie in base ad un regolamento della BCE. * Abbiamo gia' visto che la Banca d'Italia partecipa alle attivita' dei principali organismi finanziari internazionali e che svolge attivita' di analisi e di informazione sullo stato dell'economia. Ha inoltre molte altre funzioni . e mi auguro che ce le faccia scoprire ed apprezzare nel migliore dei modi il nostro nuovo Governatore, Mario Draghi.
Governatore, appunto . questa carica cosi' altisonante ed anche dal suono un po' "vintage" (forse per questo e' tornato in voga?), che cosa ci dobbiamo aspettare e quali sono i suoi ardui compiti?
Lo "Statuto della Banca di Italia 2002" stabilisce le regole di amministrazione e gestione dell'istituto. L'articolo 25 e' quello che definisce il ruolo e le responsabilita' del Governatore. Nonostante i poteri dell'Istituto risiedano in tre organi -Assemblea generale dei partecipanti; Consiglio Comitato superiore; Direttorio, costituito dal governatore, dal direttore generale e da due vice direttori generali- si evince che una volta eletto dal Consiglio superiore, il Governatore abbia la facolta' di decidere e di deliberare in autonomia sulla maggior parte delle questioni ordinarie e straordinarie. E' lui in sostanza che decide sugli interessi attivi e passivi applicati a noi utenti dato dispone le variazioni alla ragione normale dello sconto e alla misura dell'interesse sulle anticipazioni in conto corrente e a scadenza fissa presso la Banca d'Italia. Questo non e' che il costo del danaro che Banca d'Italia applica alle altre banche e che, di riflesso, costituira' la base di partenza per il calcolo delle condizioni che ciascun gruppo bancario applichera' a noi. Ha poi la rappresentanza dell'Istituto di fronte a terzi e quindi in perfetta solitudine decide e firma. Gli unici obblighi sono comunicare le decisioni al Consiglio e su certe cose pubblicare le decisioni sulla Gazzetta Ufficiale.
Rimane sempre il fatto che il Consiglio, cosi' come nomina il governare, puo' anche revocare tale nomina. Tuttavia la procedura per la revoca (che finora non mi risulta sia mai stata applicata) e' particolarmente complessa, prevedendo una convocazione straordinaria del Consiglio da parte del membro piu' anziano e una delibera a maggioranza di due terzi (10 su 13 con l'esclusione del voto del governatore): difficile dunque che possa attuarsi senza un consenso politico molto ampio. Da sottolineare inoltre, come ha gia' fatto in passato l'Aduc, e' che il consiglio e' proprio costituito da rappresentati dei maggiori gruppi bancari italiani, ovvero proprio il "target" da controllare. Pur essendo un istituto di diritto pubblico, istituito per decreto legge (nasce su iniziativa di Giovanni Giolitti nel 1893 ma diviene istituto di diritto pubblico soltanto con la riforma del settore creditizio nel 1936) e' controllato da gruppi bancari privati. Se non altro la Federal Riserve degli Usa e' dichiaratamente privata, nata e costituita da famiglie americane.
Certo che quando il governatore decide e delibera in modo che le conseguenze non minaccino poltrone ed interessi (i.e. caso Paribas - BNL in cui anche Luigi Abete rimane al suo posto), nessuno ha nulla da eccepire..


NOTE
(1) Il Decreto legislativo 1 settembre 1993, n. 385 - Testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia - definisce quali Autorita' creditizie il Comitato interministeriale per il credito e il risparmio (CICR), il Ministro dell'economia e delle finanze e la Banca d'Italia.
 
 
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