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La decomposizione sociale italiana: Roma antica e Roma moderna a confronto
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Medicare? di Giuseppe Parisi
15 aprile 2007 0:00
 
La grande Roma antica, la "grande" Roma moderna. Alcuni lettori hanno sentenziato: non regge il confronto. Tuttavia insistiamo, vi sono delle eccezioni. Pensiamo all'ascesa dell'anelata "democrazia popolare", conquistata dall'antica Roma verso il 500 a.C., proveniva dalla monarchia iniziata da Re Numa e finita da Tarquino, che era un discendente Etrusquo (abile politico, colto mediatore ), ultimo dei sette Re.
Quello che si visualizza della Roma Repubblicana di quell'epoca, e', oggi, un continuo, logorante, silenzioso disfacimento degli Ordinamenti Repubblicani, e la decomposizione mortuaria della sua societa'.
La vita Repubblicana Italiana odierna e' nata da momenti diversi, proveniva dalle sofferenze impresse e scolpite da una guerra mondiale, tanto inutile quanto errata. Ma Mussolini, come ogni "furbastro" Imperatore -ma non troppo-, seppe attingere il potere, soprattutto sull'onda delle necessita' di quel momento storico. Si invento' un mito, quello dell'Italiano Squadrista, oggi incarnato nel fenomeno del bullismo. La figura storica di Ettore Muti ne e' la prova inconfutabile. Ma i miti devono essere nutriti dalla sostanza. La sostanza non c'era, l'Italia oltre a subire la tenacia degli alleati anglo-americani, subiva le umiliazioni di Hitler, vero capo supremo dell'Italia perdente.
Oggi, ci troviamo a 60 anni da quei momenti cosi' difficili per la vita di coloro che ci precedevano.
Nel 1948 nacque la Repubblica Italiana. I primi periodi della sua storia, malgrado discutibili, non sortirono mai evenienze eclatanti. Dopo la grande ascesa del boom economico, vero miracolo non dell'Italia ma del sistema del mercato, negli anni 70 l'economia inizio', dopo una veloce salita, a pianeggiare. Si era creato gia' quello che oggi abbiamo scoperto essere il "falso capitale", ovvero i capitalisti senza portafoglio.
La parte esclusa dal potere esecutivo, una certa sinistra vicino agli ambienti della vecchia U.R.S.S., sembrava avesse un distaccamento culturale armato, sotto forma di anti-Stato. Questo fenomeno alquanto strano, si "santifico'" in negativo con il rapimento prima e l'uccisione poi di Aldo Moro, da parte delle Brigate Rosse. Cosi' sembra, ma rimangono davvero molti dubbi ed ombre.
Il giallo di Moro, per certi versi, si avvicina al giallo di Ettore Muti, gerarca capace e squadrista del Duce. Tutti e due, diametralmente opposti, avevano capacita' peculiari, la riorganizzazione dell'anima per la quale credevano. L'uno il fascismo politico con tutte le sue articolazioni, l'altro, l'identita' Repubblicana Statale, "fondata sul Lavoro".
Chi ha assassinato questi due uomini?
Molto probabilmente coloro i quali detenevano il potere ed avevano motivo di preoccuparsi di perderlo.
La decomposizione Fascista nacque in quel preciso momento, la decomposizione della Societa' Repubblicana, quella "fondata sul Lavoro", ebbe inizio proprio da quel momento. Basta osservare la politica italiana degli anni Ottanta, che porto' poi fino a "mani pulite", per comprendere la realta' dei fatti.
La societa' italiana odierna, impoverita, beffeggiata dai "Grandi Fratelli" e da "vallettopoli", ne e' esempio fondante.
A differenza della Roma Repubblicana antica, quella moderna risulta decisamente peggiore e piu' complessa. I suoi ordinamenti, malgrado figlie del "diritto romano", hanno trovato un ulteriore allargamento del potere. Esso si e' diluito in una enormita' di sottopoteri, si' che nessuno potrebbe avere la possibilita' di accentrarne tali. Il lavoro Parlamentare e' qualcosa che non si capisce bene: non ha caso molti giornalisti -liberi- riferiscono di "parlamentari pianisti", cioe' un giorno vado io, l'altro tu ed io voto comunque anche per te e domani tu voti per me. L'Esecutivo, oltre alla sporadica se non unica evenienza calcistica catanese, dovrebbe pensare alla meno sporadica attivita' calcistica Parlamentare: come pescivendoli al mercato, fra urla, schiamazzi, insulti pesanti e volgarita' assortite; per non parlare delle risse, fra striscioni, sberle, pugni e calci... trovare una differenza con le curve dello stadio di calcio e' sempre piu' faticoso. A parte pochi capaci politici, come quello che ci ha appena lasciati Beniamino Andreatta e qualche altro, la maggioranza politica fa sbiancare in termini di incapacita', cafonaggine e rozzezza culturale.
Un vero declino intellettuale, e lo vedremo.
Ai tempi dell'antica Roma Repubblicana, c'erano personaggi notevoli, Cicerone, Catone e Caio Giulio Cesare. La lotta politica tra questi fu intensa. Cicerone era autenticamente quello che oggi e' la destra. Catone era un Nazional-Repubblicano, con un "blend" di qualche socialismo e molto Liberal . Ebbe la fortuna storica di essere considerato Uomo Giusto (anche Dante Alighieri nella Divina Commedia lo descrive cosi').
Potrebbe essere -con qualche fatica- considerato alla stregua di Marco Pannella, ma non mi dispiacerebbe metterci anche il bravo Tonino Di Pietro.
Qualche critico storico riferisce di Catone come un "conservatore" attaccato ai poteri dello Stato, complice della decomposizione Repubblicana Romana.
Questa critica molto tagliente, in effetti, funziona anche per Marco Pannella.
Caio Giulio Cesare era piu' furbo di questi. Aveva compreso che per far politica bisognava "stare" dalla parte degli oppressi, ma solo fingendo, per poi "svincolarsi" al momento giusto e attingere il potere.
Se c'e' un politico italiano che in buona parte incarna Caio Giulio Cesare, e' Bettino Craxi. Oratori grandiosi, sapevano trovare le parole giuste al momento giusto. Sapevano che in politica piu' ti fai grande dicendo bugie, piu' conquisti la gente. Erano capaci di dissimulare ogni momento difficile e fare grande anche le stupidita'. "Cesare-Bettino" avevano la montagna di soldi che li sosteneva nelle loro ascese politiche. Il piu' anziano prendeva il nome di Crasso, quello piu' giovane Berlusconi. L'uno aveva la concessionaria di Stato (!) per lo sfruttamento delle miniere, ma era anche un banchiere /strozzino, l'altro. e chi lo sa? Sappiamo che e' stato Editore di giornali e testate giornalistiche televisive, nonche' il medesimo proprietario. Il resto lo sapremo. Tra 300 anni, chi vivra' vedra'.
A queste figure, se ne aggiungeva una quarta, si chiamava Catilina. Era un personaggio particolare, pertanto molti libri di storia lo colorano in modi diversi. Era espressamente un personaggio che oggi incarna Rifondazione Comunista. Le sue idee politiche erano ben inseguite da coloro i quali ne beneficiavano, i piu' bisognosi. Voleva togliere totalmente le tasse e creare una "retta" una per i diseredati, i poveri. Non lo sappiamo con certezza, ma probabilmente voleva restituire la Concessione dello sfruttamento delle propieta' dello Stato a tutti i cittadini, non come era in quel momento ad una oligarchia ben rappresentata. Catilina, visto in questa dimensione, e' davvero l'attuale Presidente Fausto Bertinotti. E noi asseriamo, molto meglio di Bertinotti: lo vedremo.
Molti colorano Catilina come spregiudicato, capace di uccidere. Dimenticano che a quei tempi il significato di morte era molto vago. La dimensione esistente tra la vita e la morte era molto sottile e priva di contenuti. Anche la sofferenza umana, nel sacrificio della tortura, non aveva le medesime valenze che susciterebbe oggi. Cristo fu messo in croce dai romani. Ma essi prima di Cristo, di "poveri Cristi" ne avevano messi in croce a milioni. Basti pensare che in quel periodo ci fu un tentativo di sommossa tra gli schiavi e le bande di diseredati che si univano. Un po' come accade oggi, nei momenti di tensione sociale spuntano personaggi strani, con forte aspirazioni politiche. Quella sommossa decisa e forte, passo' alla storia. Gli schiavi erano centinaia di migliaia e tutti decisi a vendere carissima la pelle, un po' come i Talebani oggi, senza alcun timore di morire. Fu il ricchissimo Crasso, con le stellette di Generale, a guidare numerose Legioni contro un maggiore numero di schiavi combattenti guidati da Spartaco. La guerra fu estenuante con gravi perdite da parte dei romani, ma decimarono gli altri. Come se non bastasse, decisero di accerchiare il nemico per prenderlo vivo, volendo offrire loro una lezione esemplare. Fu cosi' che tutta la via Appia fu costellata di croci, con gli schiavi appesi agonizzanti. Ci vollero diversi giorni prima che questi "poveri Cristi" fossero tirati via dalla croce, a conferma della resistenza e della forza fisica che coronava gli uomini di quel tempo. Oggi, anche un Talebano non resisterebbe piu' di 12-15 ore, se in buone condizioni fisiche. Era una mossa necessaria -dal dire dei rappresentanti delle istituzioni di quel tempo- gli schiavi minacciavano l'integrita' dello Stato Repubblicano.
Catilina, quindi?
Da estremista, con voci cosi' populiste, trovo' larghi consensi tra quella parte del popolo che soffriva economicamente.
Il foro Italico -oggi visibile nelle sue rovine dall'altura del Campidoglio Capitolino- era la City di Roma, sede delle attivita' politiche e degli scambi bancari. Questi si riunivano maggiormente nel sistema del prestito, dedito facilmente all'usura. Non esistendo regole democratiche moderne, lo strozzinaggio anche violento era il sistema . Ecco che Catilina, intelligentemente ma anche furbamente, inseguiva il consenso sulla deprecabile esistenza umana. Un pochino come Bertinotti, quando si "incapricciava" con la storia delle 35 ore di lavoro per gli operai.
Ma in politica per vincere la campagna elettorale bisogna avere un gran budget economico.
Cicerone aveva il vantaggio di essere gia' console, e la sua fetta elettorale era consolidata. Caio Giulio Cesare/Bettino Craxi, avevano rispettivamente Crasso e Berlusconi. Cosi' Catilina per tre volte di seguito arrivo' -usando una terminologia moderna- come il primo degli esclusi. Dietro si muovevano -come oggi- brogli elettorali, accordi dell'ultimo minuto. Ad esempio, lo stesso Cicerone, che molti amano, si prestava ai facili brogli, mentre Giulio Cesare preferiva di nascosto far convergere voti verso un alto personaggio che concorreva a fianco di Catilina. Questo perche' considerava Catilina un pericoloso estremista sognatore, capace di "trasportare" le grandi masse di diseredati alla guerra civile.
Catilina tento' ben tre successive elezioni, fin quando -stanco- escogito' un colpo di Stato -la Congiura di Catilina -, un Golpe subito scoperto e smascherato. Catilina aveva promesso di azzerare i debiti della gente con le banche, ma voleva prendere con altri mezzi il potere per farlo. Non avendo elementi per far cadere l'esecutivo, come fece Fausto Bertinotti con l'ex esecutivo di Romano Prodi, penso' di far meglio. Fu cosi' che nacquero le parole di Cicerone in una delle sue orazioni piu' celebri passate alla storia, amore e dilemma di tanti liceali moderni: "Quo usque tandem abutere, Catilina, patientia nostra? Quam diu etiam furor iste tuus nos eludet? Quem ad finem sese effrenata iactabit audacia?". ("fino a quando Catilina abuserai della nostra pazienza? Fino a quando questo tuo furore si prendera' gioco di noi? Fino a quando si manifestera' la tua audacia sfrenata?" ).
Catilina/Bertinotti era stato scoperto, il golpe non era piu' a sorpresa. Tuttavia i suoi uomini non erano la "feccia " della societa' romana, come li chiamava lo spregiante Cicerone. Lo dimostrarono e combatterono con audacia da leoni, fino alla morte.
Oggi di tutto cio' non rimane piu' nulla, di nulla. Per evitare "colpi di Stato" ovvero uscite repentine con le crisi di Governo, i Catilina vengono promossi a Presidente della Camera dei Deputati.
Catilina, seduto in questa lussuosa e vellutata poltrona, si dimentica del suo passato, nella piu' ignobile delle dis-onesta' intellettuali. "Buffone, assassino, guerrafondaio", "Dalla non violenza alla base di Vicenza" e ancora: "Seminate i cadaveri, importate i papaveri. La vostra pace e' in Afghanistan". Cosi' studenti, giovani. Poco piu che ragazzini, illusi che un politico eletto in Parlamento sia solo un dipendente del cittadino. Come direbbe Beppe Grillo. Cosi' l'ingenuo serbatoio della Sinistra si rivolgeva qualche giorno indietro a Fausto Bertinotti, intervenuto a un convegno di Comunione e Liberazione all'universita' la Sapienza di Roma. Ma il Catilina di tanti secoli prima brillava a confronto del Catilina moderno. Dimenticando di essere Presidente della Camera, ha ostentato la sua natura nella piu' consona delle arretratezze verbali e, nella cafonaggine da osteria o da bar sport: "Buffone sei tu se dici cosi'. Chiedetemi scusa e non chiamatemi assassino". Ma un Presidente della Camera, non dovrebbe essere super-partes? Anche Piero Fassino "I fischi e gli urli non hanno mai reso piu' credibile un'opinione. Tanto meno quando coprono il vuoto di idee e di proposte" . Roba da pazzi -aggiungiamo noi-: proprio il Fassino! Lui che della terminologia di "vuoti di idee e di proposte" e' docente universitario, potendo scrivere i migliori testi al mondo!
Siamo ormai alla putrefazione sociale.
Certo a Fausto Bertinotti tutto questo brucia. Non gli avanziamo l'ipotesi che e' un assassino -non ne sarebbe capace in mancanza di coraggio, altro che Catilina!- ma che si sia servito dei voti degli ingenui elettori, di averli presi per il c. . Bertinotti sapeva bene che, una volta Presidente della Camera, non avrebbe potuto che far cosi'. In onore alla giustizia e alla liberta' . bla.bla.bla. La indecente supponenza di questa corrotta e super-corrotta classe politica sta nel costituire il potere, nella modalita' malsana piu' sprezzante e parassitaria. Hanno imparato a succhiare ed auto-alimentarsi, restando "in vita" -i voti- ma senza una reale approvazione di un elettorato . Quest'ultimo, ricattato, e' costretto a rassegnarsi alla alternativa che non esiste. Questi politicanti dalla politica insipiente, blaterante e indifferente, in quanto non ascoltano mai la "voce dal basso", si affannano nei contorsionismi verbali, nel sorridere facendosi belli, nel promettere senza dare, scrollandosi di dosso le fuliggini e gli scheletri che gli si muovono accanto, pur di non rivedere il potere riconsegnato nelle mani di un individuo che incarna la sintesi di tutto quello che, di una Res Pubblica, e' distruttivo.
Roma Repubblicana antica, si decompose fino a scomparire, noi ci arriveremo per tempo. Ma se abbiamo i politici che ci meritiamo, anche i politici hanno i sudditi che si meritano. La decomposizione della societa' italiana e dell'intero Paese e' tutta qui.
 
 
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