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Antropologia del Sociale. Il ritorno al passato. Avvertenze per l’uso
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Medicare? di Giuseppe Parisi
29 novembre 2011 12:40
 
“Ogni qualvolta una teoria ti sembra essere l’unica possibile, prendilo come un segno che non hai capito né la teoria né il problema che si intendeva risolvere”. (Karl Popper)

Di certo, se esistono extraterrestri, o omini verdi, come viene più comodo definirli, ci staranno studiando. Senza dubbio hanno compreso maggiormente loro di “noi Terrestri” che non noi medesimi.
Ad esempio, una delle caratteristiche più salienti della “specie umana” (per differenziarla dalle specie animali) e’ la “distonica empatia diretta” quella che arreca emozione negativa, angoscia. Se al vicino, al singolo conoscente, avviene una disgrazia, noi avvertiamo una sottostante angoscia, maggiore rispetto a quanto potremmo avvertire se la disgrazia investisse una intera popolazione.
In altre parole, l’uomo si impietosisce se vede la disgrazia di un singolo, mentre avverte molto meno tale disgrazia se quest'ultima investe migliaia di persone.
Tale circostanza e’ un carattere antropologico e culturale dell’intera umanità, più o meno rappresentata e presente nelle singole culture nazionali.
Noi in Italia, come “società chiusa”, facciamo meglio, ci distinguiamo, riusciamo addirittura a sovvertire la verità trasformandola a nostro piacimento e interesse.
Per tale scopo usiamo molti stratagemmi, in primo luogo la “forza degli stereotipi simbolici linguistici”, di cui siamo maestri, imbottiti sin dalla più tenera età.
Così una volta c’era il “finanziamento pubblico ai partiti”, il popolo Italiano lo bocciò con un referendum, ma fu semplice ripristinarlo, bastò chiamarlo diversamente, “rimborso elettorale. Solo che questi rimborsi, a noi popolo Italiano, costano quasi due miliardi di euro all’anno.
Noi Italiani siamo profondamente e antropologicamente influenzati dagli effetti culturali del simbolismo linguistico.
Gli esempi di stratagemmi potrebbero essere infiniti: pensate agli “uffici distrettuali delle tasse”, uffici governativi tra i più importanti, in quanto riscuotono i nostri poveri soldi, che non torneranno mai in termini di servizi alla cittadinanza. Questi, dovendo fare meno effetto (e meno angoscia), invece di essere chiamati come si dovrebbe, “ministero del Tesoro ufficio delle tasse e dei tributi”, vengono addolciti con il nome di “agenzie delle entrate”, sembrano quasi delle “agenzie di turismo”.
Così se una “legge” deve essere addolcita per meglio farla metabolizzare, sarà sufficiente chiamarla “norma” o anche “leggina”.
Avviene così anche per i nomi che si danno ai “partiti politici” (a me viene perfino da ridere...), pensate un po'... “partito delle libertà”…. . Certo, si fa più chiarezza quando poi si dice meglio la verità, “partito della gnocca”, con il sottofondo musicale di Apicella.
Ricordo che quando qualche anno addietro, un giornalista davvero bizzarro, per sortire un certo “effetto”, si mise alla ricerca dell’introvabile linea “libera” di Silvio Berlusconi, il “Cavaliere Silvio” come Karl Popper, filosofo e antropologo “liberal”. Fu così che dovetti smettere le mie attività quotidiane per almeno quindici minuti, investito da contorcimenti esilaranti, nessuna barzelletta avrebbe potuto sortire maggior effetto.
Certo Karl Popper e Silvio Berlusconi hanno in comune la “lotta al comunismo”.
Il problema e’ che non dobbiamo farci fregare: partono da punti di vista totalmente opposti.
Karl Popper rappresenta le fondamenta della “società aperta”. Cioé l’opposto della “società chiusa”, l’espressione culturale dominante di ogni “nazionalismo”.
Ad esempio, tale e’ quella federale dell’Europa dei popoli alla Umberto Bossi.
Ma le “società chiuse”, identificate per prima già nell’antica Grecia, sono soprattutto quelle dove gli “interessi” politici ed economici dei pochi prendono il posto degli interessi di tutti gli altri, e aprono la strada ai “totalitarismi”.
Questo concetto vale nell’economia e nella finanza.
Bisogna decisamente diffidare da chi fa il “veggente”.
E’ un falso “profeta” che ha degli interessi che “portano acqua al proprio mulino”.
Esprimiamo qui, alcuni esempi rapidi: le religioni e le agenzie di rating.
Sempre di più ci accorgiamo che le religioni, oltre ad essere “mangiasoldi”, hanno lo scopo di influenzare, convincere, chiudere la razionalità, chiudere quindi come ogni società “chiusa”; il rischio e’ l’imbarbarimento, il “totalitarismo” civile e culturale.
In economia, le agenzie di rating, come ad esempio Moodys, che toglie le triple A”, come se stesse togliendo il valore antropologico culturale e civile di una nazione.
Ambedue sono falsi profeti.
Operano e “giocano” nell’ambiente a loro favorevole, quello di una “società chiusa”, dove e’ possibile imporre quei “modelli culturali” a noi impressi in una “memoria profonda”
Che per tale diventa “memoria antropologica”.
Siamo pertanto incapaci di “cogliere l’essenza razionale in altre parole, “osserviamo” il mondo circostante con gli occhi della nostra “cultura antropologica”.
Tutto quello che facciamo, pensiamo, e’ il risultato della nostra cultura antropologica.
Essa deve rimanere ferma al suo posto, «incollata» al suo territorio. Non vi è più possibilità di spostamenti, migrazioni e cambiamenti, né -tanto meno- per contaminazioni e ibridazioni culturali.
Ad esempio, la famiglia di immigrati marocchini che avverte l’Italia “insopportabile e troppo cattolica”, quindi qualcosa di estraneo, al tal punto che in un'aula di giustizia e nelle scuole c’e’ il “crocefisso” sulle pareti... il padre famiglia decide di sgozzare la figlia, rea di avere il fidanzato di religione “cristiana”. Si finge di capire che il padre marocchino sta “difendendo” il valore del “nazionalismo culturale”, incapace di vedere oltre, anche perché privato in Italia di una neutrale laicità.
Questo modello di nazionalismo impone la presenza di una società del tutto chiusa che certamente e’ anti-europea.
Quando Silvio Berlusconi riferisce a “reti unificate” che “l’euro non ha convinto nessuno”, sta operando dentro un “terreno nazionalistico, “nutre” il ritorno al passato. Dimentica di dire tuttavia qualche altra verità: a non convincere affatto e’ proprio lui.
In altre parole, si sta tentando, poco per volta, per tentativi, il ritorno ad un certo fondamentalismo sociale e culturale, versione post-moderna di un più subdolo “pensiero-razziale a sfondo totalitario”, che non e’ lungi dal poter rientrare e ritornare.
Noi ricordiamo alcune strane politiche di questi ultimi anni, le “ronde armate di bastoni”, il voler sparare alle carrette sui mari, o quel modo di fare “norme speciali ad personam” dove la legge, che é uguale per tutti... ma tutti non sono uguali davanti alla legge.
I valori di questa cultura sono quelli che sono stati e continuano ad essere di George W. Bush , di Vladimir Putin, di Assad in Siria oggi, di Adolf Hitler e Stalin ieri, e di tanti altri che qui non citiamo.
Non esiste alcuna teoria esatta e la più pericolosa rimane quella di considerare la propria visione culturale e antropologica come quella giusta e la migliore.
Tale mentalità comporta una verità invisibile: non abbiamo compreso ancora bene, né potremo conoscere o risolvere i problemi.
Questo vale in ogni ambito, a cominciare da quello economico e finanziario.
Attenzione quindi a chi tenta un comodo ritorno al passato, e’ un falso profeta con propri interessi ben celati.
 
 
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