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L'economia e la salute non si amano. Il povero relativo ed il povero assoluto
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Medicare? di Giuseppe Parisi
15 aprile 2008 0:00
 
Negli Stati Uniti d'America, alcune iniziative giudiziarie hanno visto impegnati comuni cittadini ed associazioni in "class action" avverso alcune multinazionali produttrici di sigarette di tabacco.
Le associazioni e i cittadini hanno vinto la loro azione giudiziaria, avendo il meglio sulla richiesta di risarcimento, motivata innanzitutto dalla dannosita' biologica del fumo di tabacco, e quindi delle sigarette prodotte dalle stesse multinazionali.
Sfugge tuttavia a noi, comuni mortali, come non sia il caso di adire ulteriori "class action" avverso multinazionali che producono tutto quello che e' molto nocivo alla salute dell'uomo.
Quante multinazionali di produzione alimentare?
Che ne diremmo della Coca-Cola, ad esempio?
Questa famosa bibita, preso come esempio solo perche' tra le piu' vecchie e famose nel mondo, ma non per questo piu' pericolosa di tante altre che costellano le abitudini alimentarie e di dieta (1) dei bambini, dei giovani e sovente dei meno giovani, e' velenosa.
Se pensiamo che per mantenere un naturale range di equilibrio di apporto di zuccheri all'organismo ( il cervello piu' di ogni altro organo) la soglia -in eta' di crescita– non deve superare i 35 gr. al giorno, l'equivalente di meno di nove cucchiaini di caffe' giornalieri (nella globalita' degli alimenti ingeriti) , e' piu' semplice comprendere cosa comporti bere le meraviglie di bevande che qui, per tecnicismo, chiameremo"soft drinks".
Il soft drink piu' famoso al mondo, come tanti altri, si serve ben ghiacciato. Il freddo inganna le papille sulla lingua, quelle specializzate al riconoscimento del tasso di zuccheri presenti.
I medesimi soft-drinks, assunti caldi, mostrano il loro reale contenuto zuccherino. Tali dosi ponderali di zucchero, vanno ad alterare il meccanismo biologico della regolazione glicemica.
Lo zucchero non bruciato, si accumula sotto forma di grasso.
Il danno piu' insidioso, rimane quello sui raffinati meccanismi di regolazione metabolica e glicemica, spostando il rapporto di equilibrio e condannando il bambino non solo ad un aumento certo di peso, ma ad una "intolleranza glicemica" che e' l'anticamera del Diabete Mellito.
Quando leggiamo sulle cronache degli allarmi delle varie associazioni di medici diabetologi, italiani e non, ci chiediamo perche', nel prendere qualche iniziativa intelligente, non si pensi a vietare quanto meno la pubblicita'  almeno nelle ore di fascia oraria di ascolto dei bambini.
E' accertato che l'assunzione regolare dei soft drinks, cagiona alterazioni che comportano il soprappeso, l'obesita' ed l'intolleranza glicemica prima e il diabete mellito dopo.
I soft drinks, fanno fare soldini a coloro i quali li producono, e costano al sistema sanitario centinaia di milioni di euro all'anno, ma il trend e' in aumento.
Se abbiamo bandito la publicita' delle sigarette, non comprendiamo perche' non si includano pericolosi agenti come quelli citati.
Se si tratta di corteggiare -come di fatto e'– le multinazionali che sono mielose con i nostri politici il resto lo comprendiamo da noi.
Non ci si possono evitare tante malattie se non si inizia dalla prevenzione, informazione,  formazione.
Si tratta di evasione mentale, o di complicita' delle nostre istituzioni politiche?
 Noi rimaniamo convinti sulla bonta' della seconda ipotesi.
Qualche tempo addietro, l'on. Livia Turco, ministro della Salute, aveva ipotizzato il divieto di vendita di alcolici e super-alcolici, prima del raggiungimento della maggior eta'.
Prevenzione, informazione alle famiglie, formazione medica al gruppo docente scolastico, formazione nelle mense, organizzate con equilibrati prodotti biologici e dietetici. Perche' non inserire nelle scuole almeno un'ora settimanale di educazione alimentare e educazione sessuale?
Ma questi politici cosa fanno, dormono? Si', dormono sonni interessati.
Eppure, sono passati 2400 anni da quando Ippocrate insegnava: " fa che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo".
E nelle universita' di medicina: il futuro medico ingozzato fino all'inverosimile di   farmacologia clinica, l'esame di alimentazione e nutrizione rimane facoltativo ….
 Non ci vengano a dire che l'uomo e' piu' intelligente dei nostri amati cani….
Nelle societa' pre-industriali, e comunque in quelle rurali, l'individuo in sovrappeso ed oltre, era considerato in grande salute, assegnandoli uno "status symbol" di persona ricca, facoltosa, importante, un VIP dal grasso traboccante.                   
Nelle societa' rurali, la poverta' relativa (2) della gente, faceva si' che venisse consumato quello che la coltivazione della terra permetteva, cereali, legumi, verdure, frutta, a dispetto dei pancioni dell'epoca, grandi consumatori di tutto, soprattutto di insaccati e selvaggina, considerata a quel tempo "cibo dei ricchi". L'obesita' non esisteva, se non tra i nobili ed il clero, e malattie come il Diabete e la Gotta erano quasi del tutto inesistenti al di fuori della societa' nobiliare e clericale.
Oggi, per le societa' post-industriali, e' "status symbol" potersi permettere verdure frutta, cereali e legumi biologici, cioe' prodotti con gli stessi metodi di un tempo.
I tempi cambiano. Impossibile sembra interrompere l'incantesimo: multinazionale-pubblicita'-consumo.
Il cittadino e' solo un numero che deve consumare e consumare e ancora consumare.
Prevenzione e tutela dei consumi e dei consumatori, a parte qualche associazione che si auto-finanzia, come noi di Aduc, il resto e' desolato deserto.
Nel lasciarvi, voglio ricordare una esperienza personale del lontano 1986, a Forli'. Il mio amico Giuseppe, chiamato Pino, volendosi sposare, desiderava acquistare una casa. Come me, conosceva   da tempo il problema del microclima delle nostre abitazioni, l'impatto del cemento, del ferro, la presenza di pericolosi vortici magnetici, l'interferenza dei circuiti elettrici, ed essendo un naturista aveva deciso di optare per una abitazione in puro legno. L'iniziativa mi sembro' ardua, solo per il suo costo, che alla fine si rilevo' vincente. Dovette chiedere la concessione della licenza al comune di Forli', che la emise. Nel 1987 la casa era pronta, 170 metri tutti in un piano, fresca fresca di estate, tiepida di inverno, senza rumori al suo interno, un'altra musica suonava tra le stanze. Molti  incuriositi andarono a vederla e volevano fare altrettanto. Il Comune blocco' le licenze, nessuno pote' avere in seguito, pur volendole, tali abitazioni in legno, ma solamente quelle di cemento, che valgono meno di un quarto di quello che costano.
La casa, il suo ambiente, il suo microclima , non e' uno degli elementi primari per il mantenimento della nostra salute?
E le nostre citta'? Dove sono gli spazi verdi per far correre i nostri bambini, condannati alla sedentarieta', spazi inghiottiti dal proficuo cemento?
Si', ma l'economia, l'edilizia con il suo giro di affari non puo' tramontare.
Della salute nostra e dei nostri figli, chi se ne frega?
 
Note
(1) Dieta:dal latino diaita, greco dìaita "modo di vivere". Il modo di condurci , come viviamo, dove abitiamo, cosa respiriamo, come dormiamo, come ci nutriamo, quanto ci muoviamo, la nostra sessualita' ….ecc.ecc.
(2)  La poverta' si chiama relativa quando il soggetto puo' reperire i suoi bisogni da se medesimo. Ad esempio, puo' avere acqua in abbondanza per la presenza di una sorgente, o grano per ottenere la pasta ed il pane, e di seguito frutta e verdure. La poverta' diventa assoluta, quando il soggetto e' impossibilitato nel gestire ed auto-reperire i suoi bisogni, mancando inoltre di un adeguato reddito economico e salariale che gli permetta di reperire i bisogni medesimi.
 
 
 
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