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Insalata di Milanetta in salsa cinese
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Medicare? di Giuseppe Parisi
1 maggio 2007 0:00
 
Una pattuglia della Polizia municipale si accosta lentamente. Esce un agente, contesta qualcosa, poi tenta di spingere dentro la macchina una donna cinese. Non siamo nella comunista Cina. Non siamo nemmeno nella patria del KGB, a Mosca. Siamo nel luogo immaginario del capitalismo pulsante, della citta' supermoderna che non dorme mai, in quell'angolo di cultura rappresentativa del "non plus ultra italiano", che non si spegne mai, che si rinnova giornalmente: Milano. Ma, e' proprio cosi'?
L'ho visitata poco, saranno state quindici volte. Quel luogo considerato cuore dell'economia italiana, mostra ogni suo ridicolo perdente passo con il futuro. E coloro che vantano il passato esasperandolo fino all'inverosimile, hanno in conto una non considerazione del presente, che si fa piccolo, insignificante, vuoto.
Questa e' Milano, grande di fuliggini e scheletri nel passato, e vuota nel presente.
Il passato fatto di quell'economia finta, chiamata di Stato perche' pagata da tutti i cittadini, da tutti noi. E' cosi' stata l'economia della Pirelli e, dopo ancora, l'economia della Telecom, e dopo ancora tanti e tanti "ancora", piatti grassi, gonfiati con i sacrifici di tutti gli italiani.
Milano e' questa, una struttura irrealistica da immagine realistica. L'irrealismo di capitale europea ed il realismo di paesello di provincia. Un'anima che pulsa su un corpo che non esiste.
Questa e' Milano, fredda, vuota, provinciale.
Non ci si puo' permettere che questo grigiore colpisca altre identita' culturali, come quella cinese. Non possiamo permettere che questa capitale del nulla, diventi la capitale del razzismo xenofobico. Non possiamo permettere che sindaci come quelli di Milano, dalla politica piu' arretrata, rozza e disforme, facciano atti chirurgici contro la globalizzazione culturale e di mercato.
La forza di un Paese e' tutta qui: l'integrazione culturale. E noi siamo debolissimi.
Il rispetto delle leggi possiamo avanzarlo quando noi medesimi siamo certi di poterlo fare.
Chi in Italia e' certo di non essere fuorilegge? Se il medesimo sistema di leggi e' stato concepito per far essere il cittadino autentico fuorilegge? Per ricattarlo, come nei piu' concisi regimi illiberali.
Cosa pretendiamo dai cinesi? Che vivano in Italia, oppressi e segregati come vivevano a casa loro? Dovremmo ringraziarli, troviamo buona merce a prezzi ottimi. E dato che a Milano, con il seguito dei capitalisti fantasma senza un soldo, ci hanno arricchito rubandoci, noi dei cinesi ne siamo contenti perche' ce ne gioviamo.
Le TOD's? Ve le vendo io, a 33 euro. Sono decisamente uguali, esattissime. Tranne che nel prezzo. Non permettiamo che le Tod's se le compri soltanto la signora Sindaco di Milano, la banda jazz che li l'ha collocata, il Tronchetto della Telecom, i Cusani e tutto l'altro seguito della casa circondariale che ha rubato, ingannato, svenduto l'onore, la fiducia, i soldi della brava, onesta, lavoratrice gente come noi.
Milano, non farci piu' piangere. Per favore.
 
 
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