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Il mondo al rovescio del 'capitalismo insalubre'. Il problema della ricerca e della informazione
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Medicare? di Giuseppe Parisi
14 settembre 2009 16:46
 
Uno studio ha evidenziato che assumere una compressa di Aspirina al giorno mantiene in buona salute.
E’ una notizia non veritiera, ma e’ un -seppur pallido- esempio di come oggi l’informazione e la conoscenza siano alla base della qualita’ della salute individuale e collettiva, in quanto "modulano" ed educano ai comportamenti che il cittadino applica nel quotidiano.
Oggi la ricerca medica e’ quasi del tutto autogestita dalle multinazionali del farmaco che investono capitali notevoli ed ingenti per "ritrovare" nuove molecole chimiche che diverranno farmaci.
Tale situazione comporta la messa in azione di diversi meccanismi, che hanno alla base un ritorno economico delle somme investite e del capitale e delle risorse umane impiegate.
In parole piu’ povere e decisamente piu’ comprensibili: le medesime multinazionali "si prodigano" nel creare il mercato alla vendita del loro stesso prodotto.
Facciamo un esempio.
Non e’ per caso che diverse multinazionali potendolo economicamente attuare negli ultimi 10 anni abbiano mosso ogni sforzo, ed i loro investimenti su quella che viene chiamata a sproposito " la malattia del secolo", il "diabete" latente o conclamato.
Oggi sul tavolo del medico di famiglia, l’antidiabetico di nuova generazione e’ di primo ordine, quasi che 1 cittadino su 2 abbia necessita’ di aderire alla terapia.
Ma le cose stanno proprio cosi'? Assolutamente no.
Ricordo quando verso la fine degli anni 1980 i medici di famiglia erano sufficientemente meravigliati, a volte spiazzati, da un paziente che teatralmente dibatteva con argomentazioni e conoscenze medico-scientifiche, comportamenti a dir poco teatrali, ai quali i medici di quel tempo non erano abituati.
Si trattava dell’esordio televisivo di una gamma di programmi per grande pubblico, dedicati alla medicina. Seppur utili alla conoscenza, restavano arginati al rapporto medico-paziente.
Pertanto, non sono mai stati utili al miglioramento dello "stile di vita" e delle abitudini generali che sono alla base del mantenimento di una salute collettiva.
Ancora un esempio.
Non ha senso che un qualsiasi luminare, in mezz’ora, in un programma dedicato, spieghi al pubblico da casa che per scongiurare il "diabete e’ necessario "spremere" i muscoli, cioe’ fare una intensa ma regolare attivita’ sportiva.
A seguito della trasmissione del luminare e della lezione del diabete, poi, piu’ tardi, sarebbero seguiti stacchetti pubblicitari con tante gioiose e buone merendine coronate da una delicata musichetta, rendendo permeabile non solo il bambino ma anche l’adulto goloso.
L’educazione sanitaria dovrebbe entrare con urgenza nelle aule scolastiche, una educazione che insegni, con adeguata metodologia, come acquisire comportamenti di vita quotidiana salubri.
Gli argomenti sarebbero tanti: quelli mirati, l’alimentazione, i rischi di tanti sbagliati comportamenti, i veleni quotidiani intorno, saperli individuare, evitare, l’importanza della salvaguardia di beni comuni, l’aria, le acque, il territorio, l’ambiente.
Quindi, sostenere l’educazione e comunque l’informazione dei cittadini a stili di vita individuali e collettivi sostenibili sul piano economico, sociale, ambientale e della salute, attraverso la revisione dei modelli di vita quotidiana, in special modo nei Paesi sviluppati.
Cosi' apparirebbe sempre piu’ come l’industria alimentare vada a braccetto con gli investimenti della ricerca del farmaco.
Sembra incredibile, ma senza dolcetti industrializzati e bevande zuccherate, oltre il 60% di chi adesso inizia ad assumere l’antidiabetico orale ne farebbe a meno perche’ non ne necessiterebbe.
La necessita’ e’ dettata dal sistema consumistico, che si attiene alle regole economiche e di mercato, a discapito delle minime condizioni di salubrita' oggettiva.
Il nostro organismo non e’ stato "progettato" per le regole dei mercati.
Cosi’ il tempo rimette il debito, e ad un tratto necessitiamo di alcuni aggiustamenti chimici.
Questi sono pronti per noi, frutto di un duro lavoro di coloro i quali, per amore nostro, hanno investito il loro denaro ed il loro tempo per aiutarci a superare tali incongruenze.
Cosi' gira il mondo, al rovescio.
Ci sono, inoltre, situazioni parallele.
Ad esempio, l’acquisizione nell’immaginario collettivo che una data sostanza farmacologica sia innocua, o addirittura benefica.
E’ la condizione di quella falsa notizia data in apertura di articolo, l’aspirina.
Era il 1993, quando leggevo in un giornale locale di quelli stile pubblicitario, a New York, l’articolo di un medico che consigliava la regola d’oro: assumere 1 aspirina al giorno, come metodo salubre per tenersi in forma.
Lo stile e’ a ancora diffuso, soprattutto negli States. L’aderenza alle terapie "fai da te" e’ molto alta, per diversi fattori: la facilita’ e l’ampia gamma di prodotti cosiddetti da banco che in questo Paese sono notevolmente diffusi, ed il tipico accesso sanitario, che il Presidente Barack Obama sta cercando di aggiustare e che continua ad escludere una larga fetta di popolazione ad un controllo medico sobrio.
In Italia, seppur con percorsi diversi, stiamo giungendo all’anomalia americana.
In casa nostra il problema e’ la cattiva, quando non criminogena, gestione delle risorse economiche alla sanita’, che creano differenze nelle offerte sanitarie, a volte notevoli, da regione a regione.
Pertanto, piuttosto che rendere una sanita’ similmente plasmata su tutto il territorio nazionale, si amplificano ancora una volta "i viaggi della speranza", rendendo l’Italia con accessi alla salute di serie "A" e " B".
Piu’ grave, nel nostro Bel Paese, e’ l’assenza della vigilanza e della responsabilita’ politica alla salute collettiva.
In una societa’ matura ed avanzata, gli allarmi sanitari dovrebbero essere gestiti in contesti globali.
Tuttavia, percorriamo la strada al rovescio.
Quando, come nell’attuale Governo Berlusconi, un ministero basilare per la vita dei cittadini, quello della Sanita’ e della salute, si unisce in una specie di insalata russa con altri ministeri -come "lavoro"- significa che della nostra salute al Governo Berlusconi interessa men che nulla.
Quali progetti globali, quale sorveglianza coatta, quale la pianificazione di strumenti di protezione, dove e quali sono?
E’ urgente sensibilizzare i cittadini tutti, iniziando dalle aule delle scuole, nei riguardi dei propri diritti per un ambiente salubre, non disgiunti dai doveri per la salvaguardia dell'ambiente naturale, bene comune e patrimonio dell'umanita'.
Ma se la salute pubblica intacca gli interessi oligarchici, vengono palesemente dimenticate le misure di protezione, infangate e nascoste le prove.
Il sangue di buona parte della popolazione di Gela e' "pieno di veleno". Una ricerca del Cnr dimostra che nel 20% del campione di 262 persone sono state trovate tracce di arsenico, rame, piombo, rame, cadmio e mercurio. Persone normali, come casalinghe, ...
Questa notizia purtroppo, a differenza di quella sopra, e’ reale.
Chi si sta occupando dello sconvolgente impatto sanitario sulla popolazione?
Di esempi di tale portata, in Italia, nell’arco di decenni, ne troviamo a decine.
Manca una adeguata e metodologica informazione al servizio della salute, che si occupi e si preoccupi, sin dalle scuole, di informare, educare.
Uno dei problemi maggiori lo svolge una informazione televisiva e della carta stampata che, a parte rare eccezioni, e’ in mano ad editori senza scrupoli, che si guardano bene dall’informare realmente, dal realizzare una concreta informazione che risulti avere finalita’ educative.
Ed il problema e’ tutt’altro che Italiano.
Negli Stati Uniti d’America, l’attuale Presidente Obama, conscio di tutto quanto esposto sopra, si trova isolato davanti ad un forte Congresso degli Stati uniti d’America che si occupa sostanzialmente di non intaccare gli interessi delle oligarchie finanziarie ed economiche.
Ma la battaglia puo’ essere vinta solo con una "liberalizzazione" dell’informazione sostanziale.
E l’aspirina?
In America si trova venduta accanto ai pop-corn, e una notevole fetta di popolazione la assume giornalmente, insieme a vari cocktail di altre sostanze, ovviamente sempre di produzioni industriali.
I cosiddetti "poveri", comprano l’aspirina a 4-5 dollari e ne hanno per 1 anno e mezzo, le confezioni superano i 400 pezzi.
Coloro i quali hanno una buona assicurazione sanitaria, saranno informati sui nuovi sviluppi delle conoscenze sanitarie, che mettono sotto accusa l’aspirina assunta con metodologia "fai da te"... gli altri, ne subiranno le conseguenze.
Riteniamo, tuttavia, che il problema centrale sia nel lasciare la ricerca in mano alle multinazionali del farmaco.
La ricerca deve essere priorita’, e con essa anche ingenti investimenti economici in mano pubblica e nelle Universita’, luogo che non a caso e’ stato dal nostro attuale Governo ancor piu’ impoverito e privato di centralita’ della conoscenza scientifica.
Se non verranno attuati urgentemente, a livello Internazionale, tutti gli sforzi in direzione unitaria della ricerca verso le nuove e vecchie (perche’ dimenticate ma presenti) malattie, oltremodo investimenti verso l’informazione e l’educazione sanitaria, la battaglia contro la buona salute sara’ persa, per sempre schiava e monopolio degli interessi delle oligarchie capitalistiche e finanziarie.
E’ arrivato il momento di voltare pagina, sull’onda lunga di quanto ha da insegnarci questa tremenda crisi economica internazionale.
Non cogliere tale importante momento storico potrebbe risultarci ancora piu’ pericoloso, se non catastrofico. Catastrofi non solo economiche, bensi' sanitarie ed ambientali, in quanto economia, salute ed ambiente sono co-fattori inscindibili.
 
Approfondimenti:
- Notizia sullo studio di una fondazione indipendente britannica (BHF) sul rischio della assunzione "fai da te" di aspirina
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