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Passaggio ad Oriente 3: lire, dollaro ed euro
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Medicare? di Giuseppe Parisi
15 marzo 2006 0:00
 
Quando i Paesi mediorientali venderanno i loro prodotti petroliferi, in Euro e non in Dollari?
Toto', Peppino e le.malafemmine


Negli anni '80 viaggiare all'estero poteva risultare frustrante.
Era il 1985, negli Emirati Arabi.
Come ogni viaggiatore, anche io mi recai in uno dei tanti lussuosi uffici di cambio per acquisire valuta locale. Eravamo in fila, io ero il secondo davanti a due inglesi, ed indietro ad un tedesco. Cambiarono i Marchi del tedesco. Poi arrivo' il mio turno. Sfilai tre banconote di 100.000 lire, che interposi tra me e l'uomo dell'ufficio cambi, che sostava al di la del vetro. La persona aveva una voce molto calma, vestiva elegantemente con abito e cravatta. Alla vista delle lire, sempre distintamente, forse nel tentativo di sminuire una mia sicura delusione, mi disse, che, purtroppo, non cambiavano lire. Non aggiunsi nulla, sembrava avessi preso la scossa. Mettendomi da parte, per lasciare spazio ai turisti dietro me, mi chiedevo come mai?
Attesi un paio di minuti, seminascosto. Poi mi feci forza, e ritornai al cambio.
Mi premeva chiedere perche' mai rifiutavano l'operazione di cambio. L'uomo, sempre distintamente, rispose: "Noi dell'ufficio, abbiamo tale disposizione". Non aggiunse altro.
Mi sentivo ridicolo, con in mano banconote 3 banconote di 100 mila lire, sembravano piu' carta igienica che altro.
Mi vergognavo, si', avevo vergogna, mentre nel frattempo, nuovi turisti avevano raggiunto l'elegante ufficio di cambio. Alcuni di essi con Marchi, molti con Dollari, altri con sterline: senza esitazione venivano cambiati in valuta locale.
Ero vergognato e perplesso. Fermo in un angolo del lussuoso ufficio, mi guardavo intorno. Tutto potevo immaginare, tranne che quelle robuste banconote di casa, li', non erano nemmeno tenute in considerazione.
Valevano una fava.
Alla vergogna si aggiungevano problemi logistici.
Le banconote valide che avevo con me, dollari, garantivano la copertura di qualche giorno.
Avevo compreso che, per uscire dalla situazione, dovevo di nuovo acquistare dollari.
Usd ed ancora Usd.
Ritornai all'ufficio cambio. Al di la' del vetro sempre lui, l'uomo di prima. Con un sorriso sornione disse "In cosa posso esserle di aiuto?". Mi sembro' gia' sapesse cosa dovevo chiedere. Le mie sembianze non erano peregrine. "Devo acquistare Dollari Usa". "Con quale moneta li acquista?". Trattenevo il fiato, il dover dire "lire" significava appartenere al figlio del Dio minore.
Si', era proprio cosi', le lire erano figlie di un Dio minore dei sistemi monetari mondiali. Avevano attraversato buona parte degli anni '70, con saccheggi al valore sui mercati Internazionali. Le svalutazioni e gli scivoloni di questa moneta, servivano. A chi? A coloro i quali effettuavano investimenti, fossero investitori italiani o esteri. Servivano ai capitalisti senza capitale, per esportare il loro prodotto nei mercati internazionali, prodotti resi piu' competitivi. Non si trattava, solo, di investimenti, erano colpi di mano, di politiche tra le piu' insane mai esistite, da terzo mondo, del quale le operazioni fruttavano chissa' che cosa in termini di vantaggi economici e non solo. Nel frattempo l'italiano, felice e contento, pagava il conto, addebitandolo alle generazioni successive. Felicemente si recava in ufficio, prima passando dal bar per il consueto mattutino caffe', non si accorgeva di nulla. Felice e contento della sua busta paga, il salario. Che se ne fregava? La pizzeria il sabato sera, meglio Raffaella Carra' con Canzonissima? Il giovedi', era d'obbligo, Rischiatutto di Mike Buongiorno. La domenica a messa. Eravamo tutti felici. La gente sorrideva, era allegra. Tutti avevano vantaggi. Dal bracciante agricolo, che con solo 51 giorni di finto lavoro nei campi prendeva un intero anno di stipendi e contributi a fini pensionistici, al politico che aveva almeno 2 portaborse, uffici di lusso e macchine blu. Tutti eravamo allegri. Che tempi da favola!
Ero ritornato di nuovo all'ufficio del cambio. "Guardi, io non ho altro che le lire, e cosa potrei avere se io sono italiano?" Sembrava che gli italiani, nel contesto internazionale, avessero l'aria del Pollo.
Sembrava?
La medesima cosa mi capito' nel 1992, quando ritornai negli Emirati Arabi. Questa seconda volta fu diverso. appeso fuori c'era un cartello: non si cambiano lire. Ma, questa volta. con me solo dollari.
E' stata una strada maestra il convertire le monete nazionali Europee, con la moneta unica europea. Nel contesto internazionale abbiamo guadagnato qualche considerazione, almeno dal punto di vista monetario. Non v'e' dubbio che la mancanza di una politica Europea, allineata e comune, oltremodo di una lingua unica, rende l'euro ancora instabile e non molto credibile sui cambi internazionali. Anche le recenti vicende, prima con l'ex governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio, che avevano visto bloccare l'OPA verso la Banca Nazionale del Lavoro, e le recentissime dispute di Enel in Francia, la dicono lunga. L'integrazione politica, e possibilmente una lingua comunitaria, adesso sono basilari ed ampiamente auspicabili. In mancanza, il futuro europeo rischia di essere incerto. Non vedono di buon occhio, e addirittura temono tale integrazione, Cina ed Usa. Remano controcorrente. Da parte loro, il sabotaggio di una integrazione economica e politica dell'Europa, e' sottile, silenzioso lavoro giornaliero. Una possibilita' devastante, tremenda che si possa ritornare alla vecchia, povera, poverissima lira, non e' poi cosi remota.
L'Italia come l'Argentina? E' tutt'altro che fantasia. Basti pensare come certe linee politiche italiane "lavorino" in sordina in questa direzione, accanto ai nemici dell'Europa politica.
Viviamo in un contesto storico non piu' legato ai blocchi sociali ed economici di qualche decennio fa, blocchi da guerra fredda. Abbiamo necessita' di una politica nuova, fresca. Tuttavia, ogni cosa continua a muoversi sul vecchio.
Con soldi pubblici, ed aerei di Stato, si vanno ad effettuare interventi al congresso Usa. Per cosa? Discorsi inutili, quanto goffi e maccheronici, che, oltremodo, ci hanno ricordato un film tanto famoso, tanto caro: Toto' e Peppino, a Milano quando parlavano al vigile.
L'Europa e gli Euro, sono il futuro. Il futuro del nostro prossimo. Non gli Stati Uniti d'America. Gli Stati Uniti d'Europa rimangono l'unico futuro e la sicurezza sociale ed economica dei nostri figli.
Diffidate da chi disprezza gli Euro. A cominciare da una strumentalizzazione mediatica, speculatrice, mistificatrice. Informazione, ritagliata per le nostre brave donne, brave massaie, che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese.

nota
in allegato il discorso del presidente Silvio Berlusconi al Congresso Usa.
 
 
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