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Passaggio in Oriente. I re ed i premier alla Paperon de Paperoni.
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Medicare? di Giuseppe Parisi
1 ottobre 2006 0:00
 
Nel 1997 il quotidiano Bangkok Post in un articolo a tutto campo intitolava: "La Fiat sbarca in Thailandia". Sono passati quasi dieci anni ma della Fiat nemmeno l'ombra.
Molti hanno interposto la terribile crisi economica che questo Paese di oltre 60 milioni di anime ha vissuto, ma forse pochi non riferiscono che la Fiat nei decenni scorsi non ha mai pensato ad altro che alle risorse offerte dalla preziosa cassa integrativa sociale. Sbarcare in Oriente avrebbe significato "lottare" con i colossi giapponesi e coreani. Questo non sarebbe certamente uno scherzo ma forse ci sta pensando con la nuova Fiat a "basso costo" adatta ai mercati emergenti. Se non ci ripensano, forse il Bangkok Post ritornera' a scrivere...
Tuttavia gli orientali amano poco le utilitarie, la "Mira" della Toyota non ha avuto successo.
Si riescono a vendere perfino le Skoda della Repubblica Ceca, con quella struttura che assomiglia piu' ai carri armati che alle automobili.
Tuttavia l'Oriente ha molte anime e chiaramente non e' uguale.
La punta estrema del "sol nascente" e' ricca in quanto ha risorse economiche e spende nella ricerca tecnologica, ma rimane isolata nel rapporto con gli altri Paesi, maggiormente con la Cina e il circondario dell'estremo sudest asiatico.
Giappone e Corea del Sud soffrono la spinta propulsiva politica ed economica della Cina che emerge e si impone da ogni parte. Poco importa se il Giappone -ancor meno la Corea del Sud- esportano alta tecnologia e la Cina esporta coppie e falsi perfetti. L'importante e imporsi nei mercati internazionali e questo la Cina lo sa fare bene.
Un altro Paese che insegue il boom economico e' il Vietnam. Si sta lentamente lasciando alle spalle le brutture degli anni comunisti del dopoguerra, e con una rinnovata classe politica sta dando adito a ingenti investimenti e capitali dall'estero. La sicurezza economica e dei sistemi bancari e' massima, equiparabile a quella di Singapore, il Paese chiamato la "Svizzera" dell'Oriente.
Il Laos soffre enormemente di carenza di basilari infrastrutture, ma anche di un regime comunista insidioso quanto silenzioso che annulla le basilari liberta'.
Ancor di piu' in Birmania, dove oggi sta divenendo sempre piu' difficile recarsi ed avere visti di soggiorno turistico, e dove le frontiere con i Paesi confinanti sono estremamente controllate.
La Thailandia gode di una situazione del tutto privilegiata, soprattutto grazie ai rapporti politici amichevoli e stretti con gli Stati Uniti d'America. Questi rapporti "vivi" presero anima durante la campagna americana della guerra del Vietnam, in quanto la Thailandia fu una importante base di appoggio logistico in quella sbagliata occasione. Famosa e' la citta' di Pattaya, interamente eretta dagli americani in un territorio tra i piu' belli del sudest asiatico: il golfo del Siam.
Questo Paese vive essenzialmente di Turismo.
Figura carismatica indiscussa e il Re Thailandese, ma anch'esso cittadino americano in quanto nato a Boston. Su sessanta milioni di persone che vivono quasi con meno di 2OO euro al mese, il 10% e' ricchissimo e quasi sempre di origini indiane e cinesi. Questi ultimi occupano anche posti di rilevanza pubblica e politica.
Il Bangkok Post solo un mese fa aveva intitolato un articolo sul primo ministro Taksin, uomo potentissimo in Thailandia: "Taksin riferisce che c'e' un uomo, una figura carismatica che non e' un politico, che trama contro di lui". La notizia fece molto scalpore tra gli addetti ai lavori, non certo tra i thailandesi, considerando che lo stesso Bangkok Post e' in lingua inglese e buona parte della popolazione Thai e' analfabeta.
Solo il Re poteva essere questa figura carismatica non politica.
In Thailandia una offesa verbale al Re e' punibile dai 10 ai 3o anni di carcere (molto diverso dall'immaginario delle nostre patrie galere).
Negli ambienti politici si penso' in un primo tempo alla incriminazione e messa fuori gioco di Taksin da arte dell'opposizione.
Taksin, di origini cinesi, e' stato l'uomo piu' ricco della Thailandia; equiparabile al nostro Silvio Berlusconi, anche per l'estrema popolarita' che godeva da parte della gente della strada. Intelligentemente aveva fatto approvare alcune Leggi "popolari", ma in definitiva da anni si era macchiato di pesanti crimini molti di tipo economico. L'ultimo, la quasi totale lottizzazione del nuovo aeroporto di Bangkok che presto sara' operativo a soli 50 km da Pattaya.
Il Re e' da sempre stato in Thailandia una figura indiscussa. Anche se lontano dagli ambienti politici, era da sempre stato una figura mediatrice tra una "politica per il thailandese" e il politico. Si era fatto sentire quando la politica aveva usato le maniere forti contro la popolazione del Sud Thailandese di religione islamica e dai forti sapori secessionisti, e quando diversi anni fa ci fu una vera e propria "Tiennamen" con una mattanza di oltre 1OOO oppositori, quasi tutti universitari a Bangkok.
Tutti i beni immobili di Taksin verranno confiscati e lui stesso verra' processato per le sue malefatte, e se verra' riconosciuto colpevole (come non potrebbe esserlo.) sara' chiesta (e non negata) l'estradizione alla Gran Bretagna, dove ora si e' rifugiato.
Gli Usa, con il segretario di Stato Rice, non ha condannato il golpe, ma ha chiesto "subito nuove elezioni". L'Europa, invece, ha condannato il golpe.
L'Europa farebbe bene a guardare meglio anche i Paesi limitrofi, come ad esempio la Cambogia, ove solo quindici giorni fa il leader radicale Marco Pannella da Phnom Penh denunciava il forte inasprimento del regime, con nuove leggi che toglierebbero l'immunita' parlamentare (la Cambogia e' un regime comunista appoggiato e silenziosamente sostenuto dagli stessi Stati Uniti d'America).
Umberto Eco riferisce che in Italia ci sono Golpe latenti...

"Solo Napoleone ha fatto piu' di me, ma io sono molto piu' grande di lui", ha detto una volta Silvio Berlusconi. Il magnate dei media oggi compie settant'anni e ha trasformato il suo compleanno in una grandiosa celebrazione mediatica. Il semiologo Umberto Eco definisce "colpi di stato latenti" le eccentriche gesta dell'ex premier italiano, che compie gli anni mentre infuria la polemica con Romano Prodi, comparso ieri alla camera per riferire sul caso Telecom Italia.

dal quotidiano Clarín, Argentina
 
 
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