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La passeggiata del deserto
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Medicare? di Giuseppe Parisi
15 ottobre 2006 0:00
 
Ha diritto al suicidio un individuo che puo' attuarlo personalmente, poco importa se non nella pienezza delle facolta' mentali. Viceversa tutto il resto e' perseguibile per legge. Poco importa se l'individuo impossibilitato e' nella pienezza delle facolta' mentali. Un individuo abile decide di togliersi la vita, quindi di suicidarsi: puo' farlo indisturbato e per la legge non e' nemmeno un reato. Se diversamente un individuo e' impossibilitato al suicidio e nelle piene facolta' mentali lo richiede, chi lo aiuta commette un reato.
Il problema e' ritornato ardente come una piaga mai guarita.
Questo perche' l'eutanasia di fatto e' gia' praticata con metodi diversi ma pur sempre umani.
Qualche deputato contrario a questa pratica mi inciterebbe: "che si facciano nomi dei medici e delle strutture, che verra' adita la magistratura.". Siamo abituati allo starnazzare dei polli e non ce ne prendiamo cura. Quello che rimane sul terreno e' tale piaga che non puo' lasciarci indifferenti.
Da un punto di vista giuridico siamo perfino al paradosso: per comprendere a fondo cosa scrivo, bisognerebbe vivere semplicemente qualche giorno da medico dove vorreste, in qualche corsia di ospedale o nello studio del medico di famiglia, burocratizzato piu' che mai al mondo. Anche l'oncologo milanese piu' famoso del mondo, in qualche maniera, lo ha espresso nel suo ultimo libro sul tema della "eutanasia".

La tua vita e dono di Dio! Quindi se dono non ti appartiene. E se non ti appartiene, chi sei tu?
Ma esiste una esasperazione grammaticale frutto degli "architetti delle coscienze altrui" di stampo "vaticanense": a chi appartiene la TUA vita?
Fino agli anni 1960 si rullava la testa dei bambini con l'assurdita' di riferire che la "vita" era di "Dio". Una assurdita' che mostra la volgarita' senza limiti di questi "Lor Signori delle Coscienze altrui": la vita, la tua vita, se non ti appartiene non e' piu' tua, quindi non sei tu il padrone della tua vita e quindi, essendo "dono" di Dio appartiene a Dio.
Quindi, a chi appartiene la tua vita?
Se appartiene a Dio (lo dice il Vaticano) non ti appartiene e tu sei lo schiavo di Dio.
In caso contrario la domanda e' scontata. In italiano, quando si fa una domanda ed esiste la risposta scontata, si incorre in una domanda "retorica". Ma nel "talebanismo" nascosto del nostro Belpaese, dove ogni cosa e' sommersa dai "filtri vaticani", la domanda non e' affatto retorica, a parte che si rischiano fino a 15 anni di galera.
Rimaniamo quindi babbei a recarci in Chiesa ogni domenica a pregare il Buon Dio e la Madonna Vergine (non dimentichiamoci di riferire che e' vergine) altrimenti le nostre anime si macchiano di peccato.
Quindi la tua vita non e' piu tua in quanto dono di Dio.
Se sei cristiano e segui i "comandamenti", rassegnati a farti schiavo dei "misteri della Fede". Dietro tali volgari, stupide e ignoranti regole c'e' anche la voce di chi soffre in silenzio, nell'indifferenza di volgari esseri che si sono appropriati della esistenza altrui. C'e' la mancanza di rispetto, di amore, la mancanza del tutto. Se Dio esistesse davvero, la prima cosa che cancellerebbe sarebbe proprio il Vaticano.
Il primato dell'uomo e' sfrattato dal peso dell'ideologia esercitata attraverso il credo. Se ci fosse un minimo di capacita' se l'uomo avesse un minimo di capacita', almeno la meta' di quella presente negli animali, butterebbe via ogni repressa, stupida, bigotta invasione della propria coscienza, lasciandola libera di comprendere, pensare e agire.
State allegri la Chiesa Cristiana difende la Vostra Vita e se essa e' ridotta a nessuna speranza ed immersa nella sofferenza, e' "cosa buona". Se mio fratello fosse in tali situazioni e lucidamente mi implorasse di non voler piu' vivere, non esiterei un solo attimo, accada cosa accada poi. Nella mia certezza, anche quella della non esistenza di alcun Dio.
Dio non esiste anche perche', se davvero ci fosse, avrei veramente tante paroline da dirgli il giorno che lo dovessi incontrare: meditate, meditate.
 
 
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