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La Rete vi fara' liberi, noi non lo vogliamo... Tecnologie e futuro dell'umanita'. Auspicio per il 2010
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Medicare? di Giuseppe Parisi
4 gennaio 2010 10:01
 
Esiste un rapporto diretto tra la memoria di un popolo e il livello di democrazia. Memoria come elemento centrale, struttura non costante. Studiosi di epigenetica affermano che il DNA e' investito dal vissuto, incamerandone dati, odiernamente non sensibili e registrabili, e tali sono tramandati tra generazioni; ad esempio spiegherebbe gli assetti comportamentali e temperamentali degli individui, oltremodo accenderebbe anche l'ipotesi di una memoria collettiva di gruppi sempre piu' grandi ed estesi quali l'identita' nazionale, come linea predominante di comportamenti di un popolo rispetto ad altri.
Contro tali ipotesi, alcuni studiosi di neuroscienze e delle psicoscienze asseriscono che la memoria umana non e' lineare. In altre parole non esiste una "memoria storica", i ricordi sono rimaneggiati ogni volta che li rievochiamo, che l'organismo da se' edifica nuove sinapsi che si dotano di "processi" cognitivi alternativi, il passato acquisisce nuovi significati alla luce di cio' che e' il nostro presente.

Inoltre i pensieri rievocabili dalla memoria raggiungono una percentuale molto bassa, la maggior entita' di questi e' andata perduta e difficilmente ripristinabile -almeno al momento delle conoscenze scientifiche attuali- pur se esistono eccezioni, come certe memorie "conflittuali" rievocate anche sotto l'effetto di stupefacenti minori.
Cosi', nei processi di memorizzazione il cervello umano e animale memorizza informazioni con meccanismi associativi. Ad esempio l'odore del profumo della donna che amiamo, il rumore sinistro avvenuto durante un qualsiasi trauma. Questi ultimi sembrano essere tanto profondi quanto "registrati" chimicamente, e determinate molecole chimiche farmacologiche, somministrate a ridosso del trauma, riescono a rimuoverli.
La memoria e' impressa nella struttura tessutale del sistema nervoso. Ricerche scientifiche su cellule del sistema nervoso isolate in vitro, hanno mostrato una capacita' di memorizzazione delle informazioni.
Nella specie umana le informazioni sono riorganizzate insieme al turnover fisiologico dei neuroni umani, il risultato sara' che un concetto verbale non evoca i medesimi significati tra persone di generazioni differenti, ma anche all'interno della medesima vita di un soggetto.
Ad esempio, la parola "razzismo" alcuni decenni fa muoveva emozioni e pensiero non simili a quelli delle nuove generazioni.
E' sufficiente il passaggio di una singola generazione per modificare, invertire il carico dei significati associati a un singolo pensiero.
Pensiamo al significato di "patria", oggi trasformato in "Dio, Patria, Famiglia”, estremamente differente dal significato dei tempi di Ugo Foscolo, versione radicata che ha consentito la composizione di una delle poesie piu' famose al mondo "A Zacinto", versione di "Patria" piu' laica e liberale di quella odierna.
Pochi decenni fa il termine "olocausto" muoveva timore e angosce, indignazione e rabbia, oggi alcuni non sanno cosa sia.
Certe tecnologie, come la televisione, hanno peggiorato la natura umana. Per propria peculiarita',la televisione gioca un ruolo di cancellazione e rimaneggiamento di ogni informazione: la velocita' di sintesi delle notizie non permette una razionale riorganizzazione, lasciandola all'istante emotivo che e' rimosso in quello successivo.
Tutto cio' crea un vuoto irrazionale, una schiavitu' del pensiero e dell'azione umana. Crea una marginalizzazione, stagnazione di sentimenti profondi impossibilitati a emergere in superficie, condizionamenti della mente umana che nell'era della non-TV non erano presenti. Pertanto, le TV assumono un ruolo cruciale nella stagnazione delle idee e del pensiero umano. Meccanismo sufficiente a comprendere le responsabilita' di coloro i quali hanno possibilita' di controllarne i contenuti.

Ma oggi e' in atto un processo inverso, attraverso il personal computer e la Rete. Per proprie caratteristiche questi strumenti danno possibilita' di mettere in comunicazione la gente, eguagliando Rete alla piazza, componendo il pensiero e l'azione, facendo emergere le necessita' umane che sono inconsce e mediate da madre natura: l'interazione con i propri simili.
A differenza della televisione, che costringeva la singola persona alla passivita' di assorbimento inconscio di qualsiasi contenuto, la Rete permette un'interazione viva e, soprattutto, qualcosa di molto piu' importante, la memorizzazione dei contenuti rappresentabili sotto forma di memoria viva e associata alle emozioni.
In altre parole, i computer del futuro saranno sempre piu' evoluti e intelligenti, tanto da poter "imitare" le funzioni del cervello umano, potranno conservare "la memoria" e le emozioni associate, nonche' trasmetterla ai posteri.
Non e' difficile comprendere quanto potra' cambiare il mondo del domani, le generazioni che verranno saranno quelle che avranno una memoria puntuale e oggettiva della propria vita, una memoria che sara' situata al di fuori del loro cervello pur essendo interrogabile, incrociabile, confrontabile. Non c'e' alcuna ombra di dubbio che la possibilita' di confrontare, interrogare, sono gli elementi che per loro caratteristiche fanno evolvere il pensiero umano in uno "stadio superiore", tipico dei grandi pensatori dopo un'intera vita di meditazione. Questo stadio di grande saggezza internautizzata, sara' a disposizione di un bambino di soli sei anni! Oggi l'unico mezzo per tramandare pensiero ed emozioni sono i libri, che lasciano un sufficiente spazio d'immaginazione personalizzabile e non obiettiva, finalizzata alla somma di errori fino al risultato opposto. Ad esempio un avvenimento raccontato di bocca in bocca diventa, dopo alcuni passaggi, una storia in sostanza opposta all'originale; e' quello che e' avvenuto per la Bibbia e la storia del Cristo.
Il digitale e la creazione di computer intelligenti cancellera' il margine di errore, tramandando nel tempo e nella storia l'oggettivita' dei singoli avvenimenti.
Il computer, secondo menti brillanti oggi in vita quali il premio Nobel Rita Levi Montalcini, saranno intelligenze artificiali, cervelli espansi a nostra disposizione. Il neurone biologico imparera' a dialogare con i cervelli espansi artificiali? E' una risposta che presto, conosceremo.
Quello che al momento ci chiediamo e' perche' su tante possibilita' per l'umanita' del futuro, i politici oggi al potere sembrano quasi preoccuparsene... con i continui tentativi di mettere "sotto controllo" lo sviluppo successivo della banda larga e delle Reti, oltremodo del futuro dei social network. Quello che ci lascia piu' rammaricati per questa miopia interessata e' il potenziamento delle politiche della TV. E' come dire: la Rete vi fara' liberi, noi non lo vogliamo.

Caro Presidente del Consiglio dei ministri,
se e' vero -come lo e'- che lei ha il grande desiderio di restare nella memoria della storia del mondo e di questo Paese, ci ascolti e lasci perdere il Nucleare, superato e pericoloso anche per i suoi figli; per il Ponte sullo stretto di Messina, invece, si potra' spendere molto meno. Operi perche' questo Paese divenga il piu' informatizzato al mondo, la banda larga e il wireless in ogni angolo anche il piu' lontano e remoto, e l'alfabetizzazione -al momento povera e frammentata- diventi conoscenza di secondo livello. Doni in ogni piazza, ogni locale la connessione Internet, si possa essere ovunque con il proprio computer, al mare, nei parchi seduti comodamente nelle panchine. Faccia che un bambino a dieci anni abbia consolidate conoscenze informatiche, e che abbia un fluente inglese da poter seguire un film in lingua originale senza difficolta'. L'Italia per magia cambiera'. Conoscenza, diritto, legalita' si muoveranno come un venticello fresco che avvolgera' ognuno e ciascuno di noi, ogni mafia antica e moderna si sciogliera', compresa la politica e ogni amministrazione a essa connivente. Lei Presidente passera' alla storia come l'uomo che ha garantito la pace, la conoscenza, il diritto, la legalita', la liberta', la democrazia, di questo Paese e nel mondo.
Si fidi di noi, e' l'auspicio piu' sincero per questo nuovo anno 2010.
 
 
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