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OTTO PER MILLE DELLO STATO 2004. OVVERO: ALLA FIERA DELL'IPOCRISIA (E FORSE DELL'ILLEGALITA')
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La pulce nell'orecchio di Annapaola Laldi
15 aprile 2005 0:00
 
Sinceramente pensavo che la presente puntata della “Pulce nell’orecchio” fosse un semplice aggiornamento dei dati dell’OTTO PER MILLE (OPM) a diretta gestione statale. Insomma, una passeggiatina tranquilla, riposante, come si conviene al mese di aprile in cui, si dice, “e' dolce dormire”.
Ma, come si suol dire, avevo fatto i conti senza l’oste, vestito, questa volta, dei panni di tutti coloro, al governo e in parlamento, che hanno promosso e votato la Legge 24.12.2003 n. 350, meglio nota come “Finanziaria 2004”. Infatti, nelle pieghe di questa legge, e precisamente al comma 69 dell'articolo 2, si legge: “L’autorizzazione di spesa di cui all’articolo 47, secondo comma, della legge 20 maggio 1985, n. 222, relativamente alla quota destinata allo Stato dell’otto per mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) e' ridotta di 80 milioni di euro annui a decorrere dal 2004”.
In presenza di questa novita' ritengo necessario tornare a vedere come funziona il meccanismo dell'OPM, per mettere in condizioni chi si accosta per la prima volta in modo serio a questo argomento di dare una propria valutazione (etica, politica, o di altro genere) sulla riduzione dell'OPM avvenuta nel 2004 e che continuera' almeno per il 2005 e il 2006.
Per evitare, nel contempo, ripetizioni che possono essere noiose per chi questo argomento gia' lo conosce bene, e quindi riesce a cogliere al volo la portata della decisione della "Finanziaria 2004", daro' il seguente ordine alla materia:
1. cifre dell'OPM dello Stato
a) relative al 2004 (cifre assolute e percentuali);
b) confronto tra le percentuali di assegnazione dal 1998 al 2004;
2. spiegazione della formazione OPM;
3. valutazioni personali.

1. LE CIFRE DELL'OPM DELLO STATO
a) Gestione del 2004

L'OPM a diretta gestione statale e' ripartito, secondo il DPR 76/1998, con un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM), che deve essere emanato entro il 30 novembre di ogni anno. Il DPCM relativo al 2004 porta la data del 23 novembre 2004 (ed e' stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 20 del 26 gennaio 2005, supplemento ordinario n. 8).
Esso si limita ad amministrare la cifra di € 20.517.592,00, che e' quanto resta dell'OPM dello Stato, dopo la decurtazione di 80 milioni di euro stabilita, come abbiamo visto sopra, dalla "Finanziaria 2004".
Dunque, la cifra intera dell'OPM assegnato allo Stato dovrebbe essere stata di € 100.517.592,00. Il che significa che solo il 20,41% dell'assegnazione OPM 2004 ha raggiunto i suoi legittimi destinatari secondo il meccanismo legale previsto dalla legge 222/1985, che, lo si ricorda, e' una legge che scaturisce da un accordo di diritto internazionale, vale a dire il Concordato tra la Repubblica italiana e la Santa Sede. Il 79,59% di quella cifra, invece, e' stato sviato verso altri obiettivi (a quel che ho capito, verso il cosiddetto "pacchetto sicurezza", legato al miglioramento del trattamento economico di Forze armate e Polizia).

Dal DPCM 23.11.2004 ( clicca qui) si ricavano i seguenti dati:
Domande pervenute: n. 1.632, valide n. 800, finanziate n. 76.
FAME NEL MONDO:
interventi n. 5 per complessivi euro 910.941,85 (4,44%).
CALAMITA' NATURALI:
interventi n. 8 per complessivi euro 5.073.661,12 (24,73%).
ASSISTENZA RIFUGIATI:
interventi n. 3 per complessivi euro 648.000,00 (3,16%).
CONSERVAZIONE BENI CULTURALI:
a) a favore di proprieta' religiose cattoliche (parrocchie, conventi, diocesi, ecc.): interventi n. 41 per complessivi euro 9.610.989,03 (46,84%);
b) a favore di opere civili: interventi n.19 per complessivi euro 4.274.000,00 (20,83%).
(N.B. Per la conservazione dei beni culturali, gli interventi complessivi sono stati 60 per una spesa globale di euro 13.884.989,03 -67,67% di tutto l'OPM 2004 ripartito con DPCM).
(Non mi pare inutile mettere di nuovo in rilievo lo squilibrio sempre massiccio fra i soldi spesi ancora per opere legate alla confessione e alla chiesa cattolica (quasi la meta' di
tutta la cifra) e quelli destinati a opere civili. Continuo a ripetere che e' anche di pessimo gusto che lo Stato faccia cio', dato che chi lo sceglie, lo preferisce deliberatamente alle confessioni religiose, e un minimo di intelligenza politica dovrebbe tenerne conto).

b) confronto tra le percentuali di assegnazione dal 1998 al 2004
(le percentuali sono calcolate sul totale dello stanziamento OPM statale gestito con DPCM e sono desunte dalle TABELLE OPM degli stessi anni) (clicca qui ):
CONSERVAZIONE BENI CULTURALI:
Anno 1998: Opere civili: 48,65%; beni cattolici: 24,50%;
Anno 1999: beni cattolici: 46,35%; opere civili: 42,76%
Anno 2000: opere civili: 33,20%; beni cattolici: 29,03%; beni ebraici: 0,11%;
Anno 2001: opere civili: 43,92%; beni cattolici: 32,43%; beni ebraici: 0,60%;
beni valdesi: 1,20%;
Anno 2002: Opere civili: 36,91%; beni cattolici: 33,36%; beni ebraici: 0,29%;
Anno 2003: Beni cattolici: 36,46%; opere civili: 26,72%;
Anno 2004: Beni cattolici: 46,84%; opere civili: 20,83.
FAME NEL MONDO:
Anno 1998: 11,68
Anno 1999: 0,44%
Anno 2000: 0% (cosi' fu!)
Anno 2001: 1,51%
Anno 2002: 2,62%
Anno 2003: 2,52%
Anno 2004: 4,44%
CALAMITA' NATURALI:
Anno 1998: 13,31%
Anno 1999: 8,05%
Anno 2000: 13,49%
Anno 2001: 11,26%
Anno 2002: 18,12%
Anno 2003: 25,7%
Anno 2004: 24,73%
ASSISTENZA AI RIFUGIATI:
Anno 1998: 1,86%
Anno 1999: 2,4%
Anno 2000: 24,17% (Tutto al Ministero dell'Interno per un "Progetto pilota")
Anno 2001: 9,08% (Tutto come sopra per seconda fase "progetto pilota")
Anno 2002: 8,70% (prosecuzione stesso progetto; gestione passata all'ANCI)
Anno 2003: 8,60%. (idem come sopra)
Anno 2004: 3,16% (tre progetti diversi rispetto agli anni 2000-2003).

2. CENNI SULLA NASCITA E IL MECCANISMO DELL'OTTO PER MILLE (E FINANZIARIA 2004)
Mentre rimando alla piu' approfondita spiegazione sull'argomento contenuta nel secondo capitolo del Dossier: "L'invenzione dell'OPM" clicca qui e nel terzo capitolo "La gestione dell'OPM dello Stato" clicca qui , mi limito qui a riportare gli articoli e i commi della L. 222/1985 che riguardano l'argomento.
La matrice dell'OPM e' l'art. 47 della L. 222/1985. Tale legge disciplina i rapporti economici e finanziari tra Stato italiano e Santa Sede, e la sua stesura si deve a una commissione paritetica italo-vaticana che lavoro' intensamente dopo la firma del nuovo Concordato del 1984. Il frutto di questo lavoro fu approvato nel Parlamento italiano con poche modifiche, e da quel momento divento' appunto la L. 222/1985.
Rileggiamo dunque l'art. 47, secondo comma, della L. 222/1985, citato sopra, che ha inventato l'OPM:
"A decorrere dall'anno finanziario 1990 una quota pari all'otto per mille dell'imposta sul reddito delle persone fisiche, liquidata dagli uffici sulla base delle dichiarazioni annuali, e' destinata, in parte, a scopi di interesse sociale o di carattere umanitario a diretta gestione statale e, in parte, a scopi di carattere religioso a diretta gestione della Chiesa cattolica".
Conviene riportare anche il terzo comma di questo articolo dove si spiega come viene attribuito l'OPM:
"Le destinazioni di cui al comma precedente vengono stabilite sulla base delle scelte espresse dai contribuenti in sede di dichiarazione annuale dei redditi. In caso di scelte non espresse da parte dei contribuenti, la destinazione si stabilisce in proporzione alle scelte espresse".
Infine ecco l'art. 48 della stessa legge 222/1985, in cui si stabilisce a quali tipi di intervento deve essere destinato l'OPM dello Stato:
"Le quote di cui all'art. 47, secondo comma, sono utilizzate: dallo Stato per interventi straordinari per fame nel mondo, calamita' naturali, assistenza ai rifugiati, conservazione di beni culturali; dalla Chiesa cattolica per esigenze di culto della popolazione, sostentamento del clero, interventi caritativi a favore della collettivita' nazionale o di paesi del terzo mondo".
Questi quattro ambiti vengono necessariamente ripresi nel DPR 76/1998, in cui si dispone nei particolari il meccanismo di distribuzione dell'OPM statale e si dettano le regole per concorrervi. Tale decreto ha subito delle modifiche dal DPR 250/2002, che pero' non hanno toccato la parte che ci interessa.
Detto e chiarito questo, viene da chiedersi come possa lo Stato, che si e' legato con un patto internazionale ad un certo comportamento, cambiare improvvisamente le regole del gioco, stornando la maggior parte dell'OPM ai suoi scopi legittimi e legali, come stabilisce il comma 69 dell'art. 2 della "Finanziaria 2004", che riporto per averlo bene davanti, "L’autorizzazione di spesa di cui all’articolo 47, secondo comma, della legge 20 maggio 1985, n. 222, relativamente alla quota destinata allo Stato dell’otto per mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) e' ridotta di 80 milioni di euro annui a decorrere dal 2004”.

Di fronte a cio' si impongono alcuni interrogativi molto importanti:
1. E’ legale una manovra del genere? O non e' piuttosto illegale, dato che la norma primaria, a cui si deroga, e' una norma che scaturisce da un trattato internazionale?
2. Al di la' della legalita' pura e semplice, non e' un atto sleale dello Stato nei confronti dei contribuenti usare arbitrariamente il denaro che essi gli hanno attribuito per scopi ben precisi e definiti?
3. E’ lecito, intelligente e auspicabile, sul piano politico e anche etico, che lo Stato boicotti in modo surrettizio e ipocrita un' istituzione (quella dell'OPM) che esso stesso ha contribuito a far nascere appena 20 anni fa, e che ufficialmente continua a sostenere come una delle migliori esistenti?

3. VALUTAZIONI PERSONALI
L'invenzione dell'OPM a me e' sempre sembrata molto discutibile, una sorta di gioco delle parti che lo Stato si e' prestato a interpretare perche' evidentemente non gli sembrava di avere altro modo per devolvere alla Chiesa cattolica quel denaro pubblico che allora (1984) desiderava farle ottenere.
Che senso ha, mi sono sempre chiesta ad alta voce, che lo Stato si faccia elemosiniere di se stesso per finanziare progetti sulla fame nel mondo, aiuto ai rifugiati, calamita' naturali, salvaguardia beni culturali? Non sono forse, tutti questi, campi in cui lo Stato necessariamente e doverosamente deve intervenire a prescindere da ogni otto per mille? Non e' forse questa, la ragion d'essere di uno Stato moderno, di intervenire la' dove da soli i singoli cittadini o contribuenti non potrebbero mai farlo? Non e' la sua ragion d'essere quella di garantire e sostenere il patto sociale tra i cittadini (e/o abitanti del suo territorio), in modo che a tutti sia garantito il diritto a vivere con dignita'? Non e', oggi, in particolare, la sua ragion d'essere, quella di aprirsi anche alle necessita' degli altri paesi che hanno bisogno di un autentico aiuto per decollare autonomamente? Eccetera eccetera….
Ma ora, con la novita' della Finanziaria 2004, mi pare che siamo proprio arrivati alla farsa piu' ridicola … e piu' seria. Con essa, lo Stato dichiara implicitamente (e qui e' l'ipocrisia) di avere delle priorita' piu' importanti rispetto a quelle enumerate nella normativa dell'OPM. Non e' questo che io contesto. Anzi, da una parte, ne sono ben lieta. A mo' di battuta (ma non troppo), ho sempre spiegato la mia preferenza per lo Stato in sede di attribuzione OPM, dicendo che intendo restituirgli il maltolto.
Ma non e' questo il modo! Perche' non risolve i problemi, anzi, li aumenta.

Il modo giusto sarebbe quello del dichiarare onestamente che l'OPM dello Stato ha fatto il suo tempo -e forse tutto l'OPM cosi' come fu concepito dalla Commissione paritetica del 1984.
Perche'?
In primo luogo, per quanto concerne lo Stato, esso si puo' ritirare tranquillamente perche' l'OPM, a partire dall'ordine del giorno dei radicali approvato all'unanimita' alla Camera in sede di discussione della L. 222/1985, e' ripartito tra tutte le confessioni religiose che hanno stipulato con lo Stato o un Concordato (art. 7 Costituzione), come la Chiesa cattolica, o un'Intesa (art. 8 Costituzione), come, per ora, gli Ebrei e cinque Chiese cristiane evangeliche.
Naturalmente, questa uscita di scena dello Stato comporta una revisione parziale degli articoli 47 e 48 della L. 222/1985. Ma questo non dovrebbe essere uno scoglio insuperabile, perche' non va a intaccare direttamente il Concordato, che demandava alla Commissione paritetica il compito di disciplinare la vasta materia economica e finanziaria fra le parti (art. 7 comma 6 del Concordato). Le due parti si possono dunque incontrare di nuovo e trovare un accordo su un nuovo modo di procedere.
Semmai, lo scoglio piu' grosso, e' quello di ricontrattare la cifra da mettere a disposizione delle confessioni religiose (ivi compresa la Chiesa cattolica), quanto meno, stabilire che, restando l'otto per mille dell'IRPEF, si attribuisca a ciascuna confessione religiosa, solo la parte espressamente assegnata dai contribuenti.
(E qui, per citare Dante Alighieri, "si parra' la nobilitate" di ciascuno….. ).
Il fatto che questo sia un terreno difficoltoso, non significa che non si debbano fare i passi necessari per addentrarvisi. Con rispetto, prima di tutto di se stessi, e con chiarezza di vedute e di intenti.

NOTE:
Per le riflessioni sulle varie voci e i relativi stanziamenti, rimando alla “Pulce nell’orecchio del 15 aprile 2004” (Dove vanno a finire i miei soldini?)
(clicca qui) .
Per chi vuole farsi un’idea comparativa, ho aggiornato il riepilogo per tabelle dell’OPM assegnato con DPCM dal 1998 al 2004 ( clicca qui.
Ho trovato in rete tre riflessioni interessanti sull’OPM anche legate all’ultimo evento della Finanziaria 2004. Eccoli:
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