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Media e Dintorni. Mens sana in corpore sano? No, in tv sana...
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Medicare? di Giuseppe Parisi
1 marzo 2010 11:08
 
Esiste una distanza profonda tra informazione offerta dalla televisione e quella gestita da Internet. Nel primo caso e' inefficace, sfuggevole, garantisce “chi sta dentro” riferendo qualsiasi amenita' e ogni traccia ne scomparira'. Nella Rete questo non accade, la tracciabilita' nel futuro e' superba, e questo "disturba" il politico delle bugie e delle amenita', ed e' per questo che nel nostro Paese l’investimento sul suo sviluppo e' praticamente inesistente, azzerato e avversato con leggi che svalorizzano le grandi potenzialita' di sviluppo sociale, economico, culturale e politico.
La televisione ha plagiato lo spettatore, drogato, imbambolato, incitrullito e rincretinito, obbligandolo ad assorbire senza l’interfaccia della logica e dell’analisi critica di quanto sfornato dallo schermo.
Prendiamo ad esempio Sanremo di quest'anno.
Non molti si sono accorti che, a un certo punto, il palco dei fiori e delle canzonette si e' convertito in tribuna politica all’italiana, a dirigerla non la conduttrice Antonella Clerici, bensi' Maurizio Costanzo, in un ripasso dello show famoso di canale5.
Questa barzelletta mostrata come seria, ci sarebbe piaciuta osservarla non su quel palcoscenico, bensi' in una programmazione di approfondimento, giacche' paghiamo un'imposta/canone che dovrebbe servire a garantire tali circostanze base delle democrazie avanzate: conoscenza dei diritti, quelli della vita di ogni giorno, ad esempio la salute. Non e' per caso, che la stragrande maggioranza di cittadini e' all’oscuro su molte vicende. In Italia, procediamo al contrario, una delle tante evidenze di un’Italietta da basso Impero.
Antonella Clerici, Rai uno... “il popolo sovrano”, ... "il ... sovrano” quello del televoto per scegliere le canzonette.
Ovviamente non avremmo sperato che la Clerici da conduttrice della televisione nazionale e del programma piu' ascoltato e pagato dell’anno, avesse svolto due banali battute in inglese con l’ospite Americano Mary J Runge, senza l’intervento dell’interprete in diretta. A salvare l’italianita' all’estero, giacche' gli Italiani sono sodomizzati ci pensa il Presidente Giorgio Napolitano. Il presidente non intende gli ausili degli interpreti, quando riceve ospiti dall’estero, presidenti e capi di Stato Inglesi e Statunitensi compresi. Il suo inglese e' come dovrebbe essere desiderabile per un capo di Stato, fluente.
Altri momenti dello show di Sanremo hanno evidenziato al mondo il declino storico del basso impero italico.
A un certo punto sul palcoscenico giungono alcuni ragazzini, i piu' piccoli un maschietto e una femminuccia, rispettivamente undici e dieci anni. La Clerici non pone domande come si faceva una volta. tipo “cosa vorresti fare da grande?". La Clerici, invece, augura che un domani i due possano essere conduttori del... festival..., come se la qualcosa fosse normale e auspicabile. E il ragazzino: “bah... speriamo”...
E' questo che sognano i genitori sudditi della potente telecrazia, e quindi i ragazzini di oggi? Questi sono segnali di tempi da basso impero. Non e' certo per caso, quindi, che ci ritroviamo in una politica telecratica a mo' di dittatura, ben farcita di fashion-immagine e nessuna sostanza, con grandi fratelli, isole dei famosi, balletti, vallette e canzonette.
Quali modelli offriamo alle giovani generazioni, se non telecrazia mista di marmellate in una miscela gelatinosa di presentatori, ballerine e amenita'?
Come, un ragazzino di dieci anni, dovrebbe e potrebbe auspicare in un futuro normale, giacche' questa normalita' e' l’immagine che l’informazione negata offre, senza considerare la politica sempre piu' audace nel garantire la non trasparenza? Molto interessante e' stata nel Sanremo show, la canzone giunta seconda, grazie alle amenita' schizofreniche di un televoto che finiva per essere, secondo la Clerici, “democrazia del popolo sovrano”, “Patria, Dio... famiglia” canzonetta meno che zotica, effige fedele di questa Italietta, espressione canzonata del pericoloso e grave buio che questo Paese sta vivendo.
Una saggia scelta per non rischiare che un figlio di una famiglia normale subisca la dittatura della telecrazia, ammalandosi di “vallettismo”, e' regalare libri. Questo sin dalla piu' tenera eta'. Consigliamo vivamente i genitori di leggerli ad alta voce ai propri pargoli.
Medesima saggia regola per i giovani e quelli meno giovani: la sera meglio un prezioso libro piuttosto che le amenita' di una tv spazzatura.
Personalmente faccio cosi’. Sono quasi a terminare l’ultimo, si tratta della storia umana, culturale e politica di un intellettuale scienziato, il matematico Vito Volterra, una narrazione lungo il secolo scorso e le drammatiche condizioni degli intellettuali in un Paese che stava gradualmente sprofondando da una democrazia nella volgarita' del regime fascista.
Vito Volterra, edito dalla casa editrice Zanichelli, autrice Judith R. Goodstein. Impressionanti sono le similitudini sociali, culturali e storiche dell’Italia di quei tempi con l’Italia di oggi.
La storia di ieri, per capire quella odierna.

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